Tempo di massacro
Il quotidiano italiano “La Stampa” del 24 aprile 1979, in un interessante articolo di Luigi Firpo, ha messo a nudo le atrocità che vengono continuamente commesse nei nostri giorni. Riportiamo alcuni brani più significativi: “Forse il rischio maggiore che la nostra civiltà sta correndo, più grave di quello della morte lenta per fame o fulminea per esplosione atomica, è quello dell’indifferenza. Ci stiamo desensibilizzando all’orrore e accettiamo ormai come normale il massacro, purché accada solo un poco discosto, in un altro continente, in un altro paese o nella strada accanto”.
“Sullo scacchiere internazionale guerra e guerriglia tendono a sfumare in un unico colore sanguigno, perdendo i precisi caratteri che un tempo separavano la pace sicura dall’ostilità dichiarata; e sfumano insieme i confini, le identità degli Stati, i diritti dei non belligeranti”.
“La guerra sembra diventata endemica, atipica, inevitabile. La gente accetta lo stato di guerra, senza sbocchi né prospettive ideali, paga di sopravvivere giorno per giorno fra le macerie”.
“Dai continenti inquieti sembra così levarsi, giorno dopo giorno, un lezzo di carnaio. Dalle superpotenze atomiche all’ultimo teppista da strapazzo la legge della violenza sembra imporsi sul mondo. . . . Chi ricorda ancora le parole sacrali: ‘Mia è la vendetta, dice il Signore’? Se non impareremo presto a riconoscere in ogni ucciso lo strazio di un fratello caro e vicino, presto toccherà a ciascuno di noi, a tutti noi, ferocemente”.
Quale incoraggiante promessa apprendiamo dalla Sacra Bibbia, cioè che presto Dio distruggerà l’empietà e gli uomini “dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare”! — Isa. 2:4.