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  • g81 22/1 p. 12
  • Il meccanismo di difesa dell’orecchio

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  • Il meccanismo di difesa dell’orecchio
  • Svegliatevi! 1981
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Svegliatevi! 1981
g81 22/1 p. 12

Il meccanismo di difesa dell’orecchio

L’ORECCHIO è dotato di un meccanismo di difesa per proteggersi dai rumori forti prolungati. Nell’orecchio ci sono due piccoli muscoli che si contraggono per riflesso quando vi sono forti rumori che danneggerebbero l’orecchio interno e causerebbero una perdita dell’udito.

Uno di questi muscoli si contrae per ridurre le vibrazioni del timpano quando il rumore supera un certo livello. L’altro rallenta il movimento dell’ossicino della staffa nell’orecchio medio, riducendo l’intensità delle vibrazioni che trasmette al liquido nell’orecchio interno. Questo serve a proteggere i delicati elementi dell’organo del Corti, dove le vibrazioni sono trasformate in impulsi elettrici che percorrono il nervo uditivo raggiungendo l’area uditiva del cervello.

Tuttavia, un rumore troppo forte per un periodo troppo lungo causa la distruzione graduale di un crescente numero di cellule dell’orecchio interno. Queste cellule non si rigenerano e la conseguente perdita d’udito è permanente. Mentre l’orecchio è sempre più oltraggiato, il danno aumenta senza che la persona se ne renda conto. Il linguaggio umano rientra per la maggior parte nelle frequenze da 300 a 3.000 cicli al secondo, mentre quasi tutti i rumori che causano perdita dell’udito cominciano al di sopra dei 4.000 cicli. Dato che questa frequenza supera quella del linguaggio, l’udito viene danneggiato senza che la vittima lo sappia.

Col perdurare dell’esposizione al forte rumore, l’abilità dell’ascoltatore di udire il linguaggio umano è pregiudicata. La vittima comincia allora a lamentarsi che tutti borbottano. Chiede agli interlocutori di ripetere quello che hanno detto. Troppo tardi si fa strada nella sua mente l’idea che il suo udito è gravemente compromesso.

Gli studi indicano che oltre cinque milioni di americani al di sotto dei diciotto anni hanno disturbi permanenti dell’udito. In un’università è stato comunicato che il 60 per cento di oltre 4.000 matricole esaminate avevano l’udito menomato. In un esperimento è stato paragonato l’udito di americani e di uomini di tribù africane, e si è scoperto che gli africani, che vivono in un ambiente meno rumoroso, ci sentono meglio.

Gli scienziati misurano il suono in decibel. Un sussurro genera circa 30 decibel. Una conversazione normale arriva a 60. Il traffico cittadino, il rumore nei luoghi di lavoro, gli apparecchi elettrici, gli aeroporti: questi sono ambienti che generano rumori da 70 a 170 decibel. Non si possono tollerare più di 70 decibel per 24 ore senza esserne danneggiati. “Il vostro limite di tolleranza”, ha detto un tecnico, “può essere raggiunto in appena un’ora a 90 decibel”. Un altro esperto in materia afferma che la migliore protezione è data da cuffia e tappi per gli orecchi.

Un ricercatore ha studiato gli effetti dell’alcool sull’udito negli ambienti rumorosi. Ha scoperto che i muscoli dell’orecchio che si contraggono per attutire i rumori forti non rispondono così prontamente quando il soggetto ha bevuto liquore. Inoltre, tollera meglio i rumori forti e di conseguenza i suoi orecchi sono più danneggiati di quelli della persona sobria. Anche i sedativi rilassano i muscoli che proteggono l’orecchio e ostacolano la loro azione di riflesso durante l’esposizione al rumore.

“Quei ragazzi che assistono a tanti concerti rock”, ha detto un medico che cura i disturbi dell’udito, “vorrei vederli fra trent’anni”.

Allora sarà troppo tardi.

“Nella Bibbia, la parola principale per indicare il modo in cui l’uomo risponde a Dio è ‘udire’ anziché ‘vedere’ . . . Nelle religioni misteriche la massima esperienza religiosa era quella di ‘vedere’ il dio; ma nella Bibbia, dove il fondamentale atteggiamento religioso è l’ubbidienza alla parola divina, si dà importanza a ‘udire’ la sua voce. La più importante formula della religione d’Israele comincia con le caratteristiche parole: ‘Odi, o Israele’. ‘Chi è da Dio’ non è il mistico che ha visto una visione, ma colui che ‘ode le parole di Dio’ (Giov. 8:47)”. — “The Interpreter’s Dictionary of the Bible”, vol. 2, pag. 1.

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