Dieci milioni di profughi: Chi li vuole?
TRAN insegnava matematica. Ora lui, insieme a 1.900 altri, lottano per sopravvivere in un affollato campo profughi thailandese. L’ex insegnante ventisettenne dice che “vitto e condizioni igieniche tutt’altro che adeguati sono i problemi più grossi”.
Alan era un profugo d’altro genere. Era fuggito dalla sua isola caribica a causa dell’economia in dissesto e del governo duro. Il pericoloso viaggio verso gli Stati Uniti — oltre 1.100 chilometri di traversie — si concluse in un campo di prigionia.
Dalla seconda guerra mondiale oltre 40 milioni di persone hanno subìto questa sorte. Si sono faticosamente trascinate sulle sabbie brucianti del deserto, si sono aperte un varco nelle foreste e sono state sballottate dal mare in tempesta sulle loro piccole barche sconquassate. Migliaia sono morte prima di arrivare a destinazione. Altre migliaia hanno subito l’affronto d’essere assiepate in luoghi che somigliavano paurosamente ai campi di concentramento della seconda guerra mondiale. Secondo gli esperti nel 1982 c’erano oltre dieci milioni di profughi nel mondo!
Il modo in cui il mondo ha reagito finora a questa inquietante realtà lascia molto a desiderare. Fondi scarsi e realtà politiche ostacolano seriamente i tentativi di soccorso. E sebbene la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo riconosca agli individui il diritto di ‘chiedere e ricevere asilo’, ci sono poche garanzie che il paese in cui fuggono glielo concederà sul serio.
Non tutti inoltre sono considerati profughi legittimi. Il termine si applica in genere solo a coloro che fuggono dal paese nativo a causa di persecuzione politica, razziale o religiosa. Con questa definizione, però, coloro che fuggono per sottrarsi a difficili condizioni economiche o a calamità naturali potrebbero non essere considerati profughi, ma ricevere lo sprezzante appellativo di “stranieri illegali”.
Chi vuole dunque i senzatetto del mondo? Non sono molti a volerli. Il loro inserimento in un paese straniero con una lingua e una cultura diverse può essere traumatico per tutti gli interessati. I profughi, inoltre, non hanno in molti casi le specializzazioni necessarie per trovare lavoro. Coloro che le hanno sono spesso visti di malocchio perché sottraggono i posti ai residenti. Quindi molti preferiscono semplicemente ignorare la sorte dei profughi considerandolo un problema che dev’essere risolto dai burocrati del governo. Ma come vedremo non è una cosa da ignorare.