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Svegliatevi! 1984
g84 8/6 p. 15

“Portatrice di morte”?

LA trasfusione di sangue, presentata sempre come un modo per “donare la vita”, si sta invece rivelando un’inquietante “portatrice di morte”. In un articolo apparso il 12 marzo 1984 su The Wall Street Journal, il più noto quotidiano economico degli Stati Uniti, viene preso in considerazione il rapporto esistente tra emotrasfusione e AIDS, la terribile malattia che lascia il corpo privo di difese immunitarie. Riferendosi a un caso che ha sollevato grande clamore nell’opinione pubblica americana, il quotidiano dice:

“Lo scorso ottobre, quando Sam Kushnick è morto, la sua famiglia voleva che fosse sepolto con lo scialle di preghiera ebraico e con le sue scarpe preferite addosso. Ma gli addetti alla sepoltura non volevano toccare la salma; l’atto di decesso diceva che era morto di AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita).

“Ciò che è insolito nel caso Kushnick non è tanto il fatto che uno, vittima dell’AIDS, da morto sia trattato come un paria. Ciò che colpisce è che Sam aveva solo tre anni e non apparteneva a nessuno dei principali gruppi a rischio della malattia, omosessuali attivi, haitiani ed eroinomani. Il piccolo di Los Angeles è un’altra delle vittime dell’AIDS contratta dal sangue. Il numero di questi casi, per ora limitato, è in continuo aumento. Sembra che fino ad ora 70 casi di AIDS — 46 trasfusi e 23 emofiliaci curati con emoderivati — siano da mettere in relazione al sangue.

“Con l’AIDS si ha il crollo del sistema immunitario dell’organismo. Senza i propri mezzi di difesa contro le malattie, il corpo da ultimo soccombe a causa di alcune rare forme di cancro, di polmonite o di altre cosiddette ‘infezioni opportunistiche’. Finora, delle sue 3.646 vittime, l’AIDS ne ha uccise 1.566, e i medici non hanno motivo di ritenere che qualcuno possa sopravvivere alla malattia. Nelle città in cui l’AIDS è molto diffuso — New York, San Francisco, Los Angeles e Miami — ogni giorno gli ufficiali sanitari allungano la lista dei morti e di quelli destinati a morire. Le emotrasfusioni aggravano i loro problemi.

“Il sangue può essere, come amano dire le banche del sangue, ‘un dono di vita’, ma può essere anche un mezzo per portare malattie e morte. I medici ritengono che alcuni appartenenti ai gruppi ad alto rischio, che non hanno ancora manifestato i sintomi dell’AIDS, possono essere . . . portatori della malattia e trasmetterla inconsapevolmente attraverso il loro sangue”.

I motivi di tale allarme non sono solo di ordine sanitario, riferisce il quotidiano: “Il sangue, oltre ad essere un prodotto prezioso e deperibile, rappresenta un giro di affari di miliardi di dollari. Il sangue intero si conserva solo per 32 giorni, per cui le giacenze devono essere reintegrate di continuo. Ogni anno le banche del sangue raccolgono più di 5.600.000 litri di sangue da otto milioni di donatori”.

Tra questi otto milioni di donatori ci sono naturalmente persone che rientrano nei gruppi di soggetti a rischio di AIDS, come gli omosessuali. Il problema è come evitare che questi soggetti donino il proprio sangue. Secondo il giornale, alcuni hanno promosso un’iniziativa che prevede l’“esonero volontario” dei donatori appartenenti a gruppi ad alto rischio. “Ma proprio perché è volontario, il sistema è imperfetto. ‘Le voglio fare un esempio’, dice preoccupato un dirigente di una banca del sangue. ‘Supponiamo che lei sia un gay, e che nel suo ufficio si stia svolgendo una campagna per il sangue. Gli altri fanno sempre più pressione. I suoi colleghi dicono: “Forza, dai. Fallo per il vecchio Fred”. Lei cosa farà?’”

Per iniziative del genere e per il timore che ha colpito la popolazione, il numero dei donatori di sangue negli Stati Uniti è in diminuzione. Gli addetti delle banche del sangue sostengono che “il calo dei donatori è un’indicazione che i loro sforzi stanno avendo successo. Ma a causa del lungo periodo di incubazione dell’AIDS ci vorrà tempo prima che si possa sapere quanto sia stato efficace l’“esonero volontario”. Secondo uno studio sull’AIDS da trasfusione effettuato dai Centri per il controllo delle malattie, pubblicato sul New England Journal of Medicine, i malati avevano ricevuto la trasfusione di sangue sospetta da 15 a 57 mesi prima che l’AIDS venisse loro diagnosticata. Il periodo medio era di 27 mesi e mezzo”.

Notizie come questa mostrano la saggezza del comando biblico di ‘astenersi dal sangue’. (Atti 15:20, 29) Le motivazioni di questo divieto non sono soltanto religiose, ma anche pratiche, dal momento che ne risultano benefici per chi lo rispetta. Gli apostoli dissero: “Se vi asterrete attentamente da queste cose, prospererete. State sani!”

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