Vero aiuto ai deboli
Mi chiamo Maria e sono ora una testimone di Geova impegnata a tempo pieno nell’opera di evangelizzazione.
Sino a quando riesco a ricordare, mi sono sempre eretta a protettrice dei deboli. Per questo mi trovai a far parte della segreteria di un sindacato che rappresentava la categoria delle assistenti sanitarie a cui appartenevo. Partecipai a Roma alla formulazione della bozza di un progetto di legge che doveva soddisfare le rivendicazioni della categoria. Mi diedi molto da fare, lottai con rabbia, ma quando constatai che la legge approvata non era pari alle aspettative, fondai un sindacato di categoria autonomo. La maggioranza delle mie colleghe mi seguì. Si unirono inoltre altre colleghe di vari enti sanitari. Fui eletta per acclamazione segretaria della federazione. Il passo per divenire in un prossimo futuro un membro della Camera dei deputati mi sembrava breve.
Tra una lotta e l’altra, mi concedevo la compagnia di quello che comunemente viene chiamato il bel mondo di Roma. Una collega contessa mi introdusse nel cosiddetto ambiente “bene”, e siccome vantare determinate amicizie dava un certo tono, continuai a mantenerle per un lungo periodo. Non posso dire che allora non avessi alcun interesse riguardo a Dio, semplicemente non lo conoscevo. Di tanto in tanto andavo a messa e la sera per facilitare il sonno dicevo il “rosario”.
Quel tipo di vita a lungo andare mi condusse a un gravissimo esaurimento nervoso, o, per dirla col linguaggio dello specialista, a uno stato ansioso depressivo. Per sette lunghi anni ho passato guai davvero seri, perché lo stato ansioso depressivo è penosissimo. La persona sembra normale e invece avverte una miriade di disturbi: prova la sensazione di morire da un momento all’altro, la fobia per i luoghi affollati e altri malesseri che non sto qui a descrivere, ma che conducono l’individuo all’isolamento e all’abulia.
Abbandonai il sindacato e il bel mondo romano e chiesi il trasferimento a Bari. Avevo bisogno di una pausa di riflessione, volevo conoscere meglio quel Dio in cui credevo e volevo sapere perché Gesù venne sulla terra a sacrificarsi per noi. Lo chiesi al rettore di un istituto religioso, laureato in lettere, un teologo, il quale sorridendo mi chiese semplicemente se volevo mettermi a fare della filosofia. La risposta mi deluse e mi turbò perché sentivo ormai pressantemente l’esigenza di conoscere Dio. Pregai spesso Gesù di farmi conoscere la verità.
E la verità arrivò! Una testimone di Geova accompagnata dal figlio bussò alla mia porta per parlarmi, disse, del Regno di Dio. Al termine della conversazione mi lasciò il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna, che lessi d’un fiato. Mi resi conto di aver trovato la via giusta. Si era aperto davanti a me un felice, insperato avvenire! Dopo otto mesi di assiduo studio delle Sacre Scritture, nell’agosto 1975 divenni una battezzata testimone di Geova. Inutile dire che dei miei disturbi ho soltanto uno sgradevole ricordo. Per esempio: quando iniziai a frequentare la Sala del Regno dei testimoni di Geova, il luogo dove essi si radunano per ricevere istruzione biblica, cercavo di sedermi nell’ultima fila perché avere gente dietro le spalle mi disturbava al punto da temere uno svenimento da un momento all’altro. Ora invece mi preoccupo di sedermi nei primi posti della sala per meglio concentrarmi e gustare l’adunanza.
L’anno scorso, desiderando mettere al primo posto il Regno di Dio, ho chiesto alla mia amministrazione il pensionamento volontario. (Matteo 6:33) Quindi ho servito per un anno come pioniera ausiliaria, dedicando 60 ore al mese all’evangelizzazione. E dal mese di marzo 1985 svolgo l’opera di pioniera regolare (90 ore al mese). Che grandi benedizioni sto ricevendo! In primo luogo sono sempre gioiosa per la speranza di una “nuova terra” che presto Dio stabilirà e per la soddisfazione di parlarne ad altri. (II Pietro 3:13) Inoltre, impiego la maggior parte del mio tempo in compagnia di fratelli e sorelle spirituali, sia nel servizio che nelle adunanze cristiane. Con profonda soddisfazione sto attualmente studiando le Sacre Scritture con sette persone desiderose di acquistare la vera conoscenza che conduce alla vita eterna. — Giovanni 17:3.
Ciò che ho provato nel corso della mia vita mi ha insegnato che “non appartiene all’uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo”. (Geremia 10:23) Sarà Dio e non l’uomo a mettere le cose a posto sulla terra. Pertanto è un grande privilegio partecipare pienamente alla diffusione della buona notizia del Regno di Dio, un’opera che conforta durevolmente le persone deboli e depresse. (I Tessalonicesi 5:14) — Da una collaboratrice.