Il grande mistero
‘SE POTESTE rivolgere personalmente a Dio qualsiasi domanda voleste, cosa gli chiedereste?’ I risultati di una recente indagine effettuata in Inghilterra rivelano che il 31 per cento degli intervistati volevano una risposta alla domanda: “Cosa ci accade alla morte?”
Se ve ne fosse data la possibilità, è questa la domanda che fareste?
La morte “è la sola cosa certa che conosciamo, e tale consapevolezza è comune a tutti i viventi”, scrive il ricercatore Mog Ball nel libro Death. Paradossalmente, però, come osserva ulteriormente Ball, “non è un argomento di conversazione fra la gente comune. La morte non è qualcosa di cui si parla con chi non si conosce bene”.
Molti, in realtà, non vogliono neppure pensare alla morte. La World Book Encyclopedia osserva: “La maggioranza teme la morte e cerca di non pensarci”. Questo timore è in effetti timore dell’ignoto perché la morte, per la maggioranza, è un mistero. Perciò quando qualcuno muore, si usano espressioni come “se n’è andato”, “è trapassato”, “è venuto a mancare”, o qualche eufemismo del genere. Ma visto che tutti andiamo incontro alla morte, non possiamo essere più specifici nel descrivere quello che accade quando moriamo?
Gli scettici diranno che stiamo facendo delle domande ipotetiche, che è semplicemente questione di credere. L’Encyclopædia Britannica afferma: “La morte non è vita. Cosa sia, però, si può solo cercar di indovinare”. Tuttavia la stessa fonte dichiara: “Il credere che gli esseri umani sopravvivano in qualche forma alla morte ha influito profondamente sui pensieri, sui sentimenti e sulle azioni dell’umanità. Tale credenza è presente in tutte le religioni, del passato e del presente”.
Quali forme assume questa credenza? Ci aiutano veramente a capire cosa ci accade alla morte, oppure la morte continua ad essere un mistero?