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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 211-212

Carchemis

(Carchemìs).

Importante centro commerciale sulla riva O dell’alto Eufrate presso uno dei principali guadi del fiume. Un’importante via carovaniera da Ninive risaliva ad Haran (quasi 90 km a E di Carchemis), poi attraversava l’Eufrate presso Carchemis e proseguiva fino alla valle dell’Oronte nel Libano, di dove altre strade portavano al Mediterraneo o a S verso la Palestina e l’Egitto. La città divenne evidentemente assai ricca grazie ai proventi dei pedaggi pagati dalle carovane di passaggio.

Per la sua posizione strategica da un punto di vista sia commerciale che militare, fin dall’antichità regni aggressori cercarono di impadronirsi di Carchemis. Il faraone Tutmosi III (metà del II millennio a.E.V.) saccheggiò la città e anche a Ramsete III è attribuito un assalto contro di essa. Assurnasirpal II (IX secolo a.E.V.) descrive il passaggio dell’Eufrate su zattere tenute a galla da pelli di capra gonfiate e vanta di aver ricevuto dal re di Carchemis un tributo che includeva 20 talenti d’argento, 100 talenti di rame, 250 talenti di ferro, più oggetti d’oro, mobili con intarsi d’avorio, indumenti di lino e di lana, e altro bottino.

Carchemis è menzionata nella Bibbia in Isaia 10:9, dove Geova prediceva l’attacco assiro contro Israele e Giuda. Il vanaglorioso sovrano assiro è descritto nell’atto di menzionare Carchemis fra i regni che non avevano potuto resistere alla sua potenza. Ciò senza dubbio si riferisce alla conquista assira del regno indipendente di Carchemis ad opera di Sargon II, contemporaneo del re Ezechia. Da allora in poi Carchemis fu retta da un governatore assiro.

Poi, dopo la caduta di Ninive, capitale dell’Assiria, il faraone Neco marciò attraverso il paese di Canaan diretto a Carchemis per impedire ai babilonesi vittoriosi di spingersi a O dell’Eufrate in Siria e Canaan. Giosia re di Giuda cercò poco saggiamente di respingere l’armata egiziana presso Meghiddo e in quell’azione trovò la morte (ca. 629 a.E.V.). (II Cron. 35:20-24) Quattro anni più tardi, nel 625 a.E.V., presso Carchemis fu combattuta una battaglia decisiva fra l’esercito egiziano e quello babilonese. I babilonesi al comando di Nabucodonosor riportarono una travolgente vittoria sull’armata del faraone Neco e invasero la Siria e Canaan. Quella battaglia segnò la fine della supremazia egiziana in tali regioni. Quanto dice la Bibbia in Geremia 46:2 trova un parallelo nelle Cronache Babilonesi (B.M. 21946), che descrivono anch’esse la sconfitta dell’esercito egiziano.

Scavi nella zona di Carchemis sono stati compiuti presso Gerablus al confine fra Turchia e Siria, 100 km circa a NE di Aleppo. Sono stati rinvenuti numerosissimi documenti nella lingua attualmente chiamata “ittita”, e si ritiene che verso la fine del II millennio a.E.V.. Carchemis sia stata sotto la dominazione dell’“Impero di Hattusa” per due secoli circa. Sono stati scoperti anche bassorilievi in cui figurano fra l’altro l’immagine di una sfinge, come pure la croce ansata o ‘ankh, segni di forte influenza egiziana.

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