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  • L’uomo fu creato con l’istinto di adorare

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  • L’uomo fu creato con l’istinto di adorare
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
w55 1/4 pp. 195-197

L’uomo fu creato con l’istinto di adorare

FRA l’uomo e gli animali inferiori c’è un immenso abisso. Non c’è modo degno di fiducia di neanche cominciare ad erigere un ponte evoluzionario per valicare la tremenda voragine. La Bibbia, nel suo racconto della creazione, indica che la posizione dell’uomo doveva essere preminente con queste parole del Fattore dell’uomo, Geova Dio: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e tengano soggetti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e gli animali domestici e tutta la terra ed ogni animale strisciante che striscia sopra la terra”. — Gen. 1:26, NW.

Geova diede all’uomo responsabilità. Questa poteva essere assolta soltanto da una creatura dotata di intelligenza; di sapienza per eseguire il compito, di giustizia per eseguirlo onestamente, di amore per eseguirlo altruisticamente e per il benessere delle creature sottoposte, e di potenza per adempierlo. Questi attributi appartengono a Geova Dio, non a qualche creatura terrena precedentemente creata, e perciò la Scrittura mostra che l’uomo fu fatto ad immagine di Dio. L’uomo, a differenza di tutte le altre creature terrene, ebbe la facoltà di ragionare, di determinare il bene e il male, di usare una coscienza, di manifestare amore e di esercitare dominio intelligente sulle altre creazioni terrene, e fu quindi in grado di riflettere gli attributi di Geova e di rappresentarlo sulla terra. Apprezzando tali benedizioni ed avendo la qualità di amorevole gratitudine, l’uomo avrebbe potuto adorare intelligentemente il suo Creatore. Fu creato col desiderio di far questo e con l’inclinazione ad esprimere il proprio amore per il suo Creatore. Questo bisogno di adorare è sentito soltanto dall’uomo in tutta la creazione terrestre, e contribuisce ad allargare maggiormente l’abisso tra l’uomo e qualsiasi altro animale.

Gli uomini adoperano tuttora questa facoltà. Molti l’adoperano in modo sbagliato, ma l’adoperano. Possono essere troppo superbi per adorare Dio; possono perfino credere che ammettere di aver fede in Dio sia menomare il proprio intelletto. Eppure hanno in loro questo istinto, e se non lo soddisfano nel modo giusto lo esercitano in modo sbagliato. Essi adorano qualche cosa. Spesso adorano se stessi, la propria volontà, il proprio cervello, la propria scienza o arte, la loro musica o letteratura; o diventa per loro religione perfino la loro filosofia di ateismo. Nessuna di queste cose può sostituire Dio in modo soddisfacente ed esse costituiscono degenerazione invece che progresso. Alcuni scienziati e dottori cominciano a percepire la stoltezza dello sforzo moderno di abolire la fede in Dio.

Nella rivista americana Woman’s Home Companion di aprile 1954, c’era un articolo intitolato: “Siamo nati per credere”. Fu scritto dal dottor Kline, dell’Università di Vienna, e concerneva il dottor Viktor Frankl del corpo di professori di questa università e presidente della Società Austriaca di Medicina Psicoterapeutica. Il sottotitolo di questo articolo diceva: “Noi tutti proviamo un impulso verso Dio tanto potente quanto i nostri istinti del sesso e della fame, afferma una nuova audace scuola di concezione psichiatrica”. Seguono brani dell’articolo.

“Secondo l’opinione di questa scuola, la moderna soppressione del nostro bisogno di religione produce gran parte della delusione e tensione di questo mondo minacciato dalla bomba atomica. Distrugge la nostra possibilità di vivere felicemente e avere una mèta nella vita.

“Oggi che uomini e donne hanno per la maggior parte vinto ogni timidezza in fatto di emozioni sessuali, si sentono sempre più turbati per aver soppresso i loro sentimenti religiosi. Sostituiscono la timidezza verso il sesso con la timidezza verso Dio.

“Se gli uomini e le donne riconosceranno il loro bisogno di credere in Dio e di acquistare un concetto della vita che trascenda i loro piaceri personali, afferma questa nuova scuola, essi potranno trovare la pace mentale e la felicità. . . .

“Ciò che il dottor Frankl crede è semplice: Gli uomini e le donne non sono spinti soltanto dal sesso e dall’ambizione, ma anche da un travolgente bisogno di Dio. Essi devono superare il concetto moderno che Dio e religione non siano veramente necessari e che cercare un lato spirituale della vita sia ingenuità.

“La religione, come l’amore, dice il dottor Frankl, è cosa intima. Noi possiamo nascondere ad altri i nostri sentimenti più profondi intorno a Dio, ma se li nascondiamo alla nostra mente cosciente solleviamo in noi stessi conflitti più fatali di quelli della zitella di 50 anni fa che negava a se stessa che gli uomini fossero attraenti.

“‘Soffocare il lato spirituale della propria natura le fa grande violenza’, dice il dottor Frankl. ‘Ho conosciuto molti casi in cui i pazienti erano disposti a rivelare ogni particolare delle loro avventure sessuali senza vergognarsi, ma rimanevano a bocca chiusa quando indagavo intorno alla loro vita spirituale’. . . .

“Egli calcola che i tre quarti della popolazione europea soffra in qualche modo di questa repressione e definisce la repressione spirituale, ‘la vera patologia della nostra èra’. . . .

“‘La nostra è un’èra di confusione intellettuale, e con un confuso senso dei valori. Il materialismo va a gonfie vele; l’indifferentismo è al timone. Ma il nostro è anche un tempo d’immane tragedia e di acuta crisi politica. Ricevere i colpi delle guerre e minacce di altre guerre senza alcuna fede religiosa per affrontarli è compito troppo grave per gli uomini’, sostiene il dottor Frankl.

“‘In secoli di facile andamento si può pensare di poter sopportare la vita senza uno scopo più elevato; nella nostra èra ciò è impossibile. L’uomo deve avere un compito morale. Egli deve vedere che la sua propria vita ha un significato.

“‘La filosofia ateistica dei recenti decenni ha scoraggiato la nostra generazione, sostenendo che noi siamo più o meno le impotenti vittime dei nostri sentimenti, impulsi e istinti sessuali da una parte e le semplici conseguenze dell’ereditarietà e dell’ambiente dall’altra. La dignità umana è stata distrutta.

“‘L’uomo è più libero di quanto creda. Finché non sottovalutiamo le nostre capacità umane e non le paralizziamo con ideali bassi e limitati, troveremo possibile restare sereni in qualsiasi circostanza in cui la vita ci ponga. Gli uomini di oggi, generalmente, comprendono benissimo di possedere istinti inconsci e stimoli sessuali; però molti hanno dimenticato di essere anche creature spirituali’. . . .

“Parlando dei concetti della sua scuola, il dottor Frankl dice: ‘Noi riconosciamo che l’uomo è spesso più religioso di quanto creda. Hanno dato la loro vita più uomini per ideali spirituali che per l’amore sessuale: come possono dunque gli psichiatri, con logica, insistere tanto sui moventi sessuali e trascurare altri interessi riconosciuti altrettanto forti?’”

Gli animali possono vivere senza adorare Geova, poiché sono stati fatti senza questo istinto. Possono farne a meno senza conseguenze nocive. Ma dato che gli uomini sono stati creati per adorare il loro Fattore, dal trascurare tale istinto derivano terribili afflizioni. Essi si degradano dannosamente fino a diventare “come gli irragionevoli animali nati secondo natura per essere presi e distrutti”. Rigettando le cose spirituali e considerandosi soltanto animali biologici, essi infine partecipano al destino degli animali. — 2 Piet. 2:12, NW.

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