Lezione 14
La Bibbia inglese stampata
“SE DIO mi risparmia la vita, fra non molti anni farò sì che un ragazzo che conduce l’aratro ne saprà delle Scritture più di quanto ne sappia ora il grande corpo di ecclesiastici”. Così disse William Tyndale, quando decise di tradurre la Bibbia in inglese e farla stampare. Ma egli si rese conto che “non v’era posto per farlo in tutta l’Inghilterra”. Non dandosi per vinto, cercò asilo nel continente europeo e nel 1525 la sua traduzione delle Scritture Cristiane fu stampata. Numerose copie furono portate in Inghilterra. Vi fu una grande richiesta di copie, non solo da parte del popolo comune affamato di verità ed ansioso di leggere la Bibbia, ma anche da parte della gerarchia desiderosa di bruciarla. I capi cattolici fecero tuonare le loro proibizioni contro la “perniciosa mercanzia” e raccolsero e perfino comprarono delle copie della Bibbia per bruciarle alla Croce di S. Paolo in Londra. Ma malgrado la collera del cardinale Wolsey e le denunce dei suoi compiacenti sostenitori, molte copie dell’opera di Tyndale continuavano ad entrare in Inghilterra. Anche i ragazzi che aravano la terra vennero a conoscere le pure verità della Bibbia più che non il grande corpo di ecclesiastici.
A differenza da Wycliffe, che tradusse dalla Vulgata latina, Tyndale era un erudito in greco ed ebraico e tradusse direttamente dalle lingue originali della Bibbia. Indubbiamente egli consultò la traduzione di Wycliffe, come anche la Vulgata e la traduzione di Lutero. Direttamente dall’ebraico Tyndale tradusse il Pentateuco (1530) e il libro di Giona (1531). Nel 1534 produsse anche una revisione della sua traduzione delle Scritture Greche. Durante tutto questo tempo la Gerarchia continuava ad inseguire Tyndale come un branco di lupi. Finalmente il traduttore fu tradito al branco da uno che aveva finto d’essere un amico interessato alla verità. Egli fu cacciato in prigione, “processato” nel Belgio, condannato, strangolato, ed infine bruciato sul rogo (1536).
Ma mentre la Gerarchia esultava per l’imprigionamento di Tyndale, la Bibbia completa fu stampata in inglese per la prima volta. Nonostante i loro sforzi, le potenze delle tenebre non riuscirono a spegnere la fiaccola della Bibbia. La Bibbia completa in inglese, ma non stampata in Inghilterra, fu l’opera di Miles Coverdale. Non essendo un erudito in ebraico o greco, Coverdale non poteva tradurre direttamente dalle lingue originali della Bibbia, come aveva fatto Tyndale. Egli raccolse le migliori traduzioni disponibili e con molta abilità le compilò e pubblicò facendone una sola traduzione della completa Bibbia in inglese. La sua opera è in gran parte basata sulla traduzione riveduta di Tyndale delle Scritture Greche e sul Pentateuco di Tyndale, e ricorre inoltre alla Bibbia tedesca di Zurigo di Zwingli, alla Bibbia tedesca di Lutero, alla Vulgata, e ad un altro testo latino. Questa prima Bibbia completa in inglese cominciò ad essere stampata nell’anno 1535. Ulteriori edizioni uscirono in Inghilterra col permesso del Re.
Nuove revisioni della Bibbia inglese ora seguirono in rapida successione. Dopo la Bibbia di Coverdale la prima ad uscire fu quella chiamata “Bibbia di Matteo”, nel 1537. Tommaso Matteo era, molto probabilmente, uno pseudonimo di John Rogers, amico e collaboratore di Tyndale. Oltre alle Scritture Greche, Tyndale aveva pubblicato soltanto il Pentateuco e il libro di Giona; ma aveva lasciato i manoscritti non pubblicati della sua traduzione dei libri da Giosuè a Cronache. Egli affidò i manoscritti a John Rogers, il quale ne fece fedelmente uso. La Bibbia di Matteo ch’egli produsse è più che altro una compilazione delle traduzioni di Tyndale e Coverdale. Fu venduta in Inghilterra col permesso del Re, e fu perfino dedicata al re Enrico VIII. Cromwell, il primo ministro, procurò il permesso del re per la sua diffusione in Inghilterra; Coverdale parlò a favore della nuova versione, come fece anche Cranmer, arcivescovo di Canterbury.
Certe versioni della Bibbia erano state permesse dal Re, ma nessuna era stata specificamente autorizzata e ufficialmente accettata come esemplare. Questa distinzione spettò alla “Gran Bibbia” del 1539. Cromwell aveva incaricato Coverdale ed alcuni altri eruditi in ebraico e greco di fare questa revisione della Bibbia di Matteo. Il risultato della loro opera fu la Gran Bibbia. Con un editto reale (Enrico VIII si era già separato da Roma papale) fu ordinato al clero di provvedere una copia della Gran Bibbia ad ogni chiesa d’Inghilterra, in un posto adatto perché i parrocchiani potessero consultarla e leggerla. Nella seconda edizione di questa Bibbia (1540) apparve per la prima volta sul frontespizio la dicitura ora familiare: “Questa è la Bibbia prescritta per l’uso delle Chiese”. Quale sconfitta dovette subire la Gerarchia, nemica della Bibbia!
Tuttavia, come una bestia presa in trappola, essa continuò a lottare disperatamente. Né si può dire che la sua sete di sangue fosse del tutto saziata. Nel 1540 Cromwell fu giustiziato mediante decapitazione, non solo principalmente per motivi politici, ma anche per aver reso la Bibbia popolare e per la sua distruzione di santuari, immagini, idoli, e per il suo sequestro delle ricchezze dei monasteri. Sebbene il re Enrico si fosse liberato del giogo papale, evidentemente era rimasto cattolico nell’intimo del suo cuore. Durante gli ultimi anni del suo regno prese misure restrittive sulla lettura e sull’uso della Bibbia. Nel 1543 la versione di Tyndale fu proibita da un atto del Parlamento; contemporaneamente fu decretato che tutte le annotazioni e i commenti marginali nelle altre versioni fossero eliminate, e che nessun profano, uomo o donna, leggesse per se stesso o per altri, pubblicamente o privatamente, qualsiasi parte della Bibbia, sotto pena di ammenda o di prigione. Nel 1546 la Bibbia di Coverdale fu compresa nell’interdizione; infatti, l’unica Bibbia che non fosse stata proibita era la Gran Bibbia.
Le condizioni divennero più serene durante i pochi anni del regno del figlio di Enrico VIII, Eduardo VI (1547-1553). La Bibbia inglese viene ristampata molte volte in diverse edizioni. Per ordine reale la Parola di Dio è permessa di nuovo ad ogni chiesa per uso generale. Ma è soltanto la breve calma prima della tempesta di violente persecuzioni. Nel 1553 Maria Tudor, la “Sanguinaria”, salì sul trono d’Inghilterra e il Paese ricadde nelle avide mani della Gerarchia. Cranmer soffrì il martirio del rogo, come l’aveva subìto John Rogers prima di lui. Centinaia di altri difensori della Parola di Dio morirono mentre i roghi ardevano.
E che cosa successe a Coverdale? Egli, con altri dotti biblici d’Inghilterra, fuggì a Ginevra, città di Calvino e Beza. Quivi tali esuli inglesi lavorarono per produrre una nuova revisione della Bibbia. La primizia di questi lavori fu una versione delle Scritture Greche pubblicata nel 1557. Si ritiene William Whittingham maggiormente responsabile per questa opera. Ben presto essa venne sostituita, nel 1560, dalla pubblicazione dell’intera Bibbia. Tale versione fu chiamata la “Bibbia di Ginevra”, ma venne anche denominata in modo originale la “Bibbia dei Calzoni”, in base alla sua traduzione di Genesi 3:7: “Cucirono delle foglie di fico e se ne fecero dei calzoni”. I suoi principali editori erano Whittingham, Gilby e Sampson. Era un’eccellente traduzione, basata sugli ultimi sviluppi di studi ebraici e classici. Fu la prima Bibbia completa in lingua inglese divisa in capitoli e versetti, come le nostre Bibbie moderne. Essa divenne molto popolare, e successivamente fu stampata e diffusa in Inghilterra (dedicata alla regina Elisabetta). Quindi divenne la Bibbia di famiglia, mentre la Gran Bibbia restò la Bibbia della chiesa.
La Bibbia di Ginevra eclissò la Gran Bibbia. Per risolvere la questione l’arcivescovo Parker di Canterbury prese l’iniziativa di rivedere la Gran Bibbia. Il compito fu affidato ad un gruppo di eruditi, alcuni dei quali erano vescovi; quindi il frutto della loro opera fu chiamato la “Bibbia dei Vescovi”. Però, essa non riuscì a superare la popolarità della Bibbia di Ginevra.
Durante questo tempo la Gerarchia Cattolica Romana aveva perduto definitivamente la sua lotta contro la traduzione della Bibbia nella lingua parlata dal popolo. Le versioni protestanti erano estesamente diffuse e lette. Esse smascheravano spietatamente la corruzione della Gerarchia. Era ora chiaro che essa non poteva più arrestare la divulgazione della Bibbia nella lingua del popolo; poteva solo cercare di combatterne l’effetto. Essa lo fece producendo con gran ritardo la propria traduzione inglese. Molti sacerdoti cattolici romani d’Inghilterra esiliati si erano rifugiati nel Continente, nella città di Douai, allora in Olanda. Questi sacerdoti pubblicarono la versione cattolica romana del “Nuovo Testamento” nel 1582, all’Università di Reims, in Francia. L’“Antico Testamento” non fu disponibile prima del 1610, anno in cui fu pubblicato a Douai. La versione non era stata tradotta dalle lingue originali ebraico e greco, bensì dalla Vulgata latina. La traduzione era pesante ed estremamente letterale, usando molte parole incomprensibili e semplicemente inglesizzando molte parole latine invece di tradurle. La Catholic Encyclopedia spiega che ciò era stato fatto affinché “un lettore ordinario, trovando la parola incomprensibile, si fosse soffermato per chiedere il suo significato”. Questa ricerca avrebbe concesso ai sacerdoti cattolici l’opportunità di oscurare ulteriormente l’argomento nella mente del lettore. Nel 1750 fu pubblicata un’edizione riveduta, quella di Richard Challoner.
L’anno 1611 fu l’anno contrassegnato dalla produzione della Versione Autorizzata o Versione del Re Giacomo (inglese). Il re Giacomo desiderava una traduzione inglese uniforme, fatta dai migliori eruditi biblici, poi riveduta dai vescovi e principali dotti della chiesa, presentata ai consiglieri, e infine approvata dall’autorità reale. L’opera ebbe inizio nel 1604. Fra i revisori si trovavano i più noti eruditi dell’epoca, che conoscevano l’ebraico, il greco e molte altre lingue. I revisori, circa cinquanta, si servirono non solo delle molte traduzioni allora esistenti, ma consultarono direttamente i testi ebraici e greci della Bibbia. Quindi, quando nel 1611 la versione fu pubblicata, la prima pagina poteva giustamente affermare nella sua prefazione: “Nuova traduzione dalle lingue originali, paragonata diligentemente con le precedenti traduzioni e riveduta per ordine di Sua Maestà”. È superfluo dire al lettore che questa Bibbia è un capolavoro letterario. Il suo stile grazioso e la sua dignità, la sua scorrevolezza e il suo gradevole ritmo, la sua diretta semplicità e il suo vigore di elocuzione, la sua eleganza e la sua maestà, tutti questi attributi concorrono a renderla magistrale modello di lingua inglese. La sua popolarità ancora sussiste.
Dopo la Versione del Re Giacomo seguirono molte altre traduzioni onde tenere la Bibbia a pari passo con l’evoluzione delle lingue. Manoscritti più antichi sono stati scoperti e la conoscenza del greco e dell’ebraico è accresciuta, rendendo possibili altre traduzioni più esatte. Ne è notevole esempio la Versione Standard Americana del 1901. La Bibbia è ora diffusa in tutto il mondo. È stata tradotta in più di mille lingue. Il numero delle sue copie ha superato i due miliardi ed ora avanza verso il terzo miliardo. È il libro più venduto di tutti i tempi. La Gerarchia ha perduto la sua battaglia per distruggere la Bibbia. La Bibbia ha vinto!
[Domande per lo studio]
1. Quale opera di traduzione compì Tyndale e come si dimostrò “fedele fino alla morte”?
2. Quali informazioni sono fornite circa (a) la Bibbia di Coverdale? (b) la Bibbia di Matteo? (c) la Gran Bibbia? (d) la Bibbia di Ginevra? (e) la Bibbia dei Vescovi?
3. Come si oppose la Gerarchia a tutta questa opera? e che cosa fece con molto ritardo, e perché?
4. Che cosa ci viene detto circa la Versione del Re Giacomo?
5. Perché possiamo ora dire che la Bibbia ha vinto definitivamente la sua lotta per vivere?