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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
w56 1/3 pp. 156-158

Lezione 5

Lingue bibliche: aramaico

VERSO la fine del periodo di tempo di millecento anni in cui le Scritture Ebraiche furono compilate, oltre all’ebraico un’altra lingua si manifestò improvvisamente di tanto in tanto nei manoscritti biblici. Questa lingua intromettentesi era l’aramaico. Sebbene parole aramaiche che erano state incorporate nell’ebraico fossero evidenti prima dei giorni di Geremia, la prima frase completa in aramaico comparve nei suoi scritti. (Ger. 10:11, nota in calce) Più tardi a Babilonia Daniele scrisse in aramaico più estesamente, da Da 2:4 fino a 7:28. (Vedere la nota in calce su Daniele 2:4 nella Versione Ricciotti). Ancora più tardi, molto tempo dopo la fine della cattività dei Giudei in Babilonia e verso il termine del periodo della composizione delle Scritture Ebraiche, lo scriba Esdra scrisse in aramaico nel libro che porta il suo nome, da Da 4:8 fino a 6:18, e poi al Da capitolo 7, versetti 12 fino a 26. (Verificate anche questo nelle note in calce della Versione Ricciotti e della Versione Sales su 1º Esdra 4:7, e il testo stesso della Versione Riveduta). Ma per lo studioso della Bibbia l’interesse nell’aramaico non termina con questi brevi particolari.

Aram era una pianura che si estendeva dalle montagne del Libano ad occidente fino ad oltre il fiume Eufrate ad oriente, e dalle montagne di Tauro a nord fin oltre Damasco a sud. Il paese di Aram, a quanto pare, corrispondeva presso a poco alla Siria e alla Mesopotamia dei Greci e dei Romani. Questa vasta pianura era stata occupata dai discendenti di Aram, figlio di Sem, chiamati Aramei, la lingua dei quali fu chiamata aramaico. Quindi la loro lingua apparteneva alla famiglia semitica delle lingue ed era strettamente affine all’ebraico. Durante tutto il tempo in cui gli Israeliti parlarono ebraico furono continuamente in contatto con genti che parlavano aramaico. Abrahamo, discendente di Sem nella linea di Arfaxad, abitò per un tempo in Haran, che fu Mesopotamia in aramaico. La moglie d’Isacco venne dallo stesso luogo. Però, solo alla fine del ventesimo anno del soggiorno di Giacobbe nella Mesopotamia aramea le Scritture rivelano per la prima volta una differenza fra la lingua ebraica e quella aramaica. Questo avvenne quando Giacobbe e Labano, il suo suocero che parlava aramaico, adoperarono parole diverse per indicare un mucchio della testimonianza. (Vedete Genesi 31:47, e le relative note in calce nella Versione Riveduta). Quando dimoravano insieme nella famiglia di Sem, Aram e Arfaxad, certamente, parlavano l’originale lingua semitica. Ora, circa 600 anni più tardi, la lingua dei loro discendenti non era più la stessa. Durante questo tempo l’aramaico aveva cominciato a dividersi dall’originale lingua semitica, l’ebraico. Quanto diverse fossero le lingue a quel tempo antico non si sa esattamente.

Dopo che la nazione d’Israele era entrata nella Terra Promessa, talune tribù aramee abitarono fra gli Israeliti, e strette relazioni esistevano fra essi e gli Aramei durante il periodo dei Giudici. (Giosuè 13:13; 1 Cron. 2:23; Giud. 3:8, 10; e Giud. 10:6) Il re Davide conquistò una grande parte di Aram; sposò una principessa aramea di Gheshur. Salomone commerciava con i re di Aram. Quando si considera la stretta associazione fra gli Israeliti e gli Aramei e si tiene presente che una grande parte del territorio di Salomone fu popolata dagli Aramei, non è difficile comprendere perché espressioni aramaiche si trovano negli scritti di Salomone, Ecclesiaste e Cantico de’ Cantici. Dai giorni di Davide e di Salomone fino al 400 a.C. circa, gli Aramei furono i commercianti internazionali per via terra, trasportando la loro merce e la loro lingua molto oltre i confini del loro paese.

Durante i regni dei re delle dieci tribù d’Israele succedevano ripetuti scontri fra gli Israeliti e i Siri, o Aramei. La parte settentrionale del regno israelita fu conquistata; i paesi passarono da un dominio all’altro parecchie volte. Il re siro di Damasco stabilì perfino una sede commerciale a Samaria, la capitale d’Israele. Anche la Giudea fu invasa durante il regno del re Achaz ed alcuni Giudei furono portati in cattività verso il settentrione, a Damasco. Poi quando la Siria fu sconfitta dall’Assiria e più tardi il regno di dieci tribù fu abbattuto dall’assiro Salmanassar IV, nel 740 a.C., questi trasportò Israeliti in parti del suo impero dove si parlava aramaico e collocò a Samaria gente da luoghi del suo impero dove si parlava aramaico del tutto o in parte. Questo mise uomini che parlavano aramaico proprio alle porte della Giudea. È riferito che qualche anno più tardi i capi della Giudea potevano comprendere l’aramaico, ma la gente comune no. (2 Re 18:26) Tutto questo dimostra l’affinità fra ebrei ed aramei e spiega la ragione delle manifestazioni sempre più frequenti di aramaismi nelle Scritture, col passar del tempo.

Quando Gerusalemme cadde, nel 607 a.C., la maggior parte dei Giudei fu portata prigioniera in Babilonia. Molto tempo prima, gli Aramei avevano invaso la valle del Tigri e dell’Eufrate, e quando vi giunsero i Giudei la popolazione basilare di Babilonia era aramaica. I Caldei dal sud della regione babilonese si erano infiltrati in Babilonia al nord, ma evidentemente sul loro dialetto nativo prevalsero il babilonese e l’aramaico. Una volta si supponeva erratamente che il caldeo e l’aramaico fossero uguali. Comunque, quando i Giudei arrivarono in Babilonia essi fecero presto ad aggiungere espressioni aramaiche al loro linguaggio. È molto probabile che a quel tempo e poco dopo la loro liberazione dalla cattività i Giudei potessero comprendere tanto l’ebraico che l’aramaico, ma l’ebraico svaniva lentamente mentre l’aramaico andava prendendo piede sempre di più. Dopo il tempo di Nehemia i Giudei, circondati da genti che parlavano aramaico e con esse immischiati, dimenticarono l’ebraico e parlarono soltanto l’aramaico. Sin dal regno di Dario (dal 521 al 485 a.C.) l’aramaico era stato riconosciuto come la lingua internazionale.

Soltanto gli istruiti sacerdoti e scribi giudaici mantenevano vivo l’ebraico biblico. Quando leggevano dalle Scritture erano costretti ad accompagnare la lettura con parafrasi aramaiche affinché il popolo comune giudaico potesse comprendere. Col tempo queste parafrasi aramaiche furono messe per iscritto e chiamate Targum. Mentre Cristo Gesù era sulla terra la lingua del popolo giudeo era l’aramaico, e per questo motivo le Scritture Greche la chiamano ebraico. Il Vangelo di Matteo, che a quanto pare fu scritto particolarmente in considerazione dei Giudei, fu scritto in primo tempo in aramaico. Più tardi fu tradotto da Matteo stesso nel greco koinè, molto diffusamente compreso in quel tempo. Nessuna copia aramaica del Vangelo di Matteo è stata conservata. Questo sembra indicare che non ve ne fosse richiesta come ve n’era per la versione greca del koinè greco internazionale di quel tempo.

È molto probabile che prima dell’anno 100 d.C. i testimoni di Geova ad Antiochia abbiano tradotto almeno i vangeli in siriaco, il dialetto aramaico che ivi si parlava (che era alquanto diverso dall’aramaico parlato in Palestina). Poiché in questa traduzione si trovano alcune parole aramaiche palestinesi si ritiene che sia stata fatta da cristiani esuli dalla Palestina. Questa versione è nota come Antica Versione Siriaca. Di tanto in tanto questa versione veniva riveduta e infine venne ad essere chiamata la pescitta. Sembra che essa sia stata completata prima dell’inizio del quinto secolo dopo Cristo. Prima del quinto o sesto secolo le Scritture Greche erano state tradotte nell’aramaico palestinese di quel tempo. Però, con la nascita e diffusione dell’Islamismo, che ebbe inizio nel settimo secolo, la lingua araba prese il posto dell’aramaica e l’aramaica cessò di essere una lingua viva, eccetto che in alcuni luoghi isolati nelle regioni montagnose della parte nordoccidentale dell’Iran (una volta chiamata Persia). Così l’aramaico si unì all’ebraico nella tomba delle lingue morte.

[Domande per lo studio]

Fino a che punto l’aramaico è una lingua biblica delle Scritture precristiane?

2. Dove si trovava la pianura di Aram, e da chi era abitata? e che cosa segue quindi rispetto alla lingua aramaica?

3. Quali furono le relazioni di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe con gli Aramei?

4. Quando per la prima volta ci si accorge di una differenza fra l’ebraico e l’aramaico?

5. Quale succedersi di avvenimenti mise in contatto gli Ebrei con gli Aramei dal tempo dell’entrata nella Terra Promessa alla fine del regno di Salomone?

6. Quali avvenimenti tennero a contatto Israele e Giuda con genti che parlavano aramaico, dalla morte di Salomone fino alla caduta di Gerusalemme nel 607 a.C.?

7. Che cosa indica tutto questo relativamente alla composizione delle Scritture Ebraiche?

8. Evitarono i Giudei l’influenza della lingua aramaica quando furono portati in Babilonia, e perché?

9. Quando fu dimenticato l’ebraico dal popolo giudaico?

10. Come è mostrata la mancanza di conoscenza dell’ebraico da parte dei Giudei durante e dopo il tempo di Nehemia?

11. Fu usato l’aramaico nelle Scritture Greche?

12. Quale fu in conclusione la fine della storia dell’aramaico?

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