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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
w58 1/2 pp. 73-75

Il mio scopo nella vita

Narrato da Alma E. Parson

LA MIA prima infanzia fu rattristata dalla morte di mia madre e più tardi dalla morte dei nonni che mi avevano allevata. Per trovare una speranza di vita futura nella felicità cercai conforto nella Parola di Dio. Leggendo l’ispirata narrazione concernente vita, insegnamenti, miracoli, morte e risurrezione di Cristo Gesù, quante volte ho desiderato di essere vissuta in quei giorni meravigliosi! Non avevo mai sognato che avrei avuto la sorte di seguire attivamente lo scopo della mia vita e di vivere in giorni ancora più importanti!

Era la fine di gennaio del 1918. Essendo studente della scuola superiore m’interessavo molto di imparare e ricevere istruzione. Avevo già deciso che volevo diventare una missionaria, vivere in un Paese straniero e parlare un’altra lingua. Quel mese ebbi il mio primo incontro con i testimoni di Geova, allora conosciuti come Studenti Biblici. Vivevo in pensione presso una signora che aveva una figlia che faceva parte degli Studenti Biblici. Le circostanze la costrinsero a venire a casa a vivere con sua madre, con i suoi figli. Ella fedelmente mi diede testimonianza. Fui molto colpita e realizzai che ella era la prima persona che avessi mai conosciuto che viveva la sua religione. Ero sicura che aveva ‘la verità’. Tuttavia consideravo la mia istruzione di primaria importanza e perciò continuai i miei studi.

All’inizio della primavera del 1922 mi trovavo nel secondo anno di università. Per alcuni mesi avevo frequentato le adunanze degli Studenti Biblici. Ora associandomi col popolo di Geova e studiando la sua Parola, avevo compreso che dovevo prendere una decisione. Volevo terminare la mia istruzione, ma stavo perdendo ogni interesse per i miei studi. Solo la speranza del Regno e di ottenere la vita riempiva la mia mente. Il destino della mia vita era in gioco e soltanto io avrei potuto determinarlo. Che cosa avrei scelto? La carriera universitaria non mi avrebbe meglio qualificata come cristiana? Forse in questo mondo sì, ma mi avrebbe qualificata per la vita nel nuovo mondo di giustizia di Geova? Considerai bene la questione. Soprattutto, volevo la vita e volevo essere in grado di aiutare anche altri ad ottenerla. Così la mia decisione era presa. Dedicai la mia vita per servire Geova.

L’estate seguente tornata alla fattoria dedicai ogni minuto libero allo studio della Bibbia e delle pubblicazioni. Era stata annunciata l’assemblea di Cedar Point. I fratelli erano entusiasti di andarci e ci volevo andare anch’io. Mio padre era contrario che io partecipassi ma io insistetti per andarvi. A quell’assemblea simbolizzai, mediante battesimo in acqua, la mia dedicazione a fare la volontà di Geova. La gioia che allora provai, alla mia prima assemblea, non può esser descritta a parole. Mi sentivo come Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte della trasfigurazione; non volevo andare via.

Quell’autunno non ritornai all’università, dato che poco m’interessavano le filosofie di questo mondo. Mi preparai ad iniziare il servizio di pioniere la primavera seguente. La mia decisione fece andar sulle furie mio padre, che cominciò ad opporsi duramente. Dovevo prendere un’altra decisione. Divenne una scelta fra la verità e la mia famiglia. Dovevo rinunciare all’una o all’altra. Scelsi la verità e dovetti andarmene da casa. Cominciai il servizio continuo nell’aprile del 1923, e la gioia di parlare a cuori affamati dei misericordiosi propositi di Dio superarono il dolore che avevo provato per la rottura avvenuta con la mia famiglia. Qualche volta l’orgoglio sorgeva nel mio cuore e per un momento pensavo che avrei dovuto finire l’università. Ma continuai, incoraggiata dallo spirito di Geova, dalla sua Parola e dalla sua organizzazione, dai nostri fedeli fratelli.

Col crescere dell’organizzazione, specialmente dal 1925 in poi, crebbe anche il mio apprezzamento e la mia gioia. L’opera allora non era così produttiva né così facile com’è oggi perché era tutta opera di casa in casa. Visite ulteriori e studi biblici non facevano parte dell’opera a quel tempo. Noi piantavamo, altri innaffiavano, ma Geova diede l’aumento.

Nel 1931 mi ammalai e dovetti lasciare il servizio. Dopo due anni e mezzo ritornai all’opera di pioniere con un apprezzamento ancora maggiore di prima. L’opera aveva assunto una forma più organizzata, si dava importanza alle visite ulteriori e il seme sparso veniva coltivato. Così si prendeva parte più personalmente nell’aiutare gli “agnelli” ad unirsi al gregge.

L’ondata mondiale di persecuzione contro i nostri fratelli durante gli anni di guerra mi diede ulteriore prova che questa era veramente l’organizzazione di Geova e il suo popolo. L’inizio di un’opera speciale offrì ai pionieri l’opportunità di andare in altri territori, ed ebbi di nuovo il privilegio di compiere tale servizio. Com’ero grata a Geova che mi aveva sostenuto, guidato e benedetto cosicché non ero tornata indietro e non avevo infiacchito le mie mani!

Nell’estate del 1944 ricevetti l’invito ad andare a Galaad. Certo avevo desiderato di avere il privilegio di frequentare Galaad, ma sarei stata pronta a lasciare il mio Paese, forse per non ritornarvi più? Di nuovo lo spirito di Geova, la sua Parola e la sua organizzazione mi aiutarono a decidere.

L’addestramento e il soggiorno a Galaad furono qualche cosa fuori di questo vecchio mondo. Un giorno un istruttore disse che mai dopo i giorni degli apostoli i servitori di Geova avevano ricevuto un addestramento così completo. Il mio cuore era colmo di riconoscenza poiché riconoscevo che Geova faceva proclamare il suo regno in tutto il mondo come testimonianza per radunare uomini di tutte le nazioni nella sua organizzazione teocratica e formare il nucleo della società del nuovo mondo che sopravvivrà ad Armaghedon per vivere per sempre sotto il governo del Regno.

A suo tempo ricevetti un’assegnazione all’estero, insieme alle mie fedeli compagne, per andare nella Repubblica Dominicana. Vi arrivammo il 1º marzo 1946, e fummo accolte calorosamente da alcuni missionari che erano arrivati qualche mese prima e da un bel gruppo di persone di buona volontà che si erano unite a loro nell’opera. La nostra assegnazione era la seconda città, Santiago, nell’interno. Quale emozione lavorare in un territorio che non aveva mai ricevuto una testimonianza nella storia della Teocrazia! Quale gioia parlare una nuova lingua anche se in modo limitato! Lasciai un libro nella prima casa che visitai. Le persone erano ansiose di ascoltare le buone notizie che portavamo loro. Era facile iniziare studi. Geova ci aveva veramente preparati per servire i suoi interessi teocratici nel campo straniero. Il campo tuttavia non era più ‘straniero’, perché lo reclamavamo o ne riprendevamo possesso in nome della Teocrazia. Io mi sentivo proprio a casa mia.

Quel primo mese ebbi un’altra grave malattia. Di nuovo con dieta appropriata e amorevoli cure delle mie compagne mi ristabilii, dopo alcuni mesi, per prendere parte all’opera.

Il successo dell’opera e il radunamento delle “altre pecore” provocarono grave persecuzione. Risentimento istigato dai preti e dal clero si accese contro di noi. Poi venne il bando totale. Le nostre Sale del Regno furono chiuse e l’opera proibita. Ci furono molti processi, sofferenze, perdita di impiego e imprigionamenti dei nostri cari, ma tutto questo servì solo a portare a maturità le “pecore”. La sostenitrice mano di Geova e la sua protezione furono così chiaramente manifeste tante, tante volte. L’opera continuò clandestina. I missionari ricevettero istruzioni di cercare un lavoro secolare per rimanere a fianco delle “pecore” fedeli. Dopo un certo tempo la Società mandò parecchi missionari in altri campi e io fui una di quelli scelti per andarvi. Lasciare fu una delle prove più dure che avessi avute. Ma riconoscendo che Geova sempre sa ciò che è meglio seguii le sue istruzioni e nell’aprile del 1953 partii per ritornare negli Stati Uniti dopo sette anni di assenza.

Fu un piacere visitare di nuovo il mio Paese nativo e vedere un aumento di più di 80.000 proclamatori del regno di Geova da quando partii fino al mio ritorno. I fedeli rimasti a casa non avevano infiacchito le loro mani. La Teocrazia cresceva! Geova certamente dava l’aumento.

Dopo un’assenza di più di venticinque anni mi avventurai ad andare a trovare la mia famiglia. Non sapevo se avrei potuto trattenermi più di due o tre giorni a causa dell’opposizione di mio padre alla verità; ma risolsi di andare a trovarli, e se non avessi potuto rimanere più a lungo, di passare il tempo con parenti ed amici. Con mia sorpresa ricevetti un’accoglienza regale. Mi accompagnarono a trovare molti amici e vicini ai quali ebbi opportunità di dare testimonianza, ma non quanto avrei voluto. Mio fratello e la mia matrigna sembravano perfino fieri di me. Trascorsi circa sei settimane con loro.

Poi andai al grande banchetto spirituale allo Yankee Stadium. Com’era diverso dalla mia prima assemblea nel 1922 e dalla folla allora grande di 20.000 persone l’ultimo giorno! Fin d’allora ci rendemmo conto che un enorme lavoro ci stava dinanzi perché una grande folla di “altre pecore”, milioni, doveva essere radunata. Erano presenti allo Yankee Stadium, superando tutti i limiti. Ma di nuovo al campo, perché altre migliaia devono ancora essere trovate! Così ora nella mia seconda assegnazione all’estero nel Guatemala trovo molte “pecore” smarrite che desiderano entrare nell’ovile. È un dolce privilegio istruirle nella via che conduce alla vita senza fine nel nuovo mondo di giustizia sotto il Re Pastore, Cristo Gesù.

In questo vecchio mondo di tenebre, chi è che ci guida? Ce ne andiamo per proprio conto e soli. Nella società del nuovo mondo Geova ha provveduto alla nostra guida mediante la sua Parola, il suo spirito e la sua organizzazione. Continuando così fedelmente insieme al suo popolo, con la sua forza e per i meriti di Cristo Gesù, saremo vittoriosi.

Mentre richiamo alla mente gli anni trascorsi e penso che cosa avrebbe potuto succedere se fossi tornata indietro una volta o l’altra, o se avessi infiacchito le mie mani, sono grata di aver continuato a fare il bene, seguendo il mio scopo nella vita. Solo ‘chi persevera fino alla fine sarà salvo’.

In età future, molto tempo dopo che Armaghedon sarà passato, sarò felice di aver preso parte alla salvatrice opera di radunare le “altre pecore” entro il teocratico ovile del regno nel “tempo della fine” di questo vecchio mondo. Allora sarò felice, anche più di ora, di aver scelto l’istruzione teocratica invece di quella di questo vecchio mondo. Sarò felice di aver scelto la verità invece della mia famiglia, perché sento che sono e sarò più in grado di aiutarli ad ottenere la vita se ci sono “pecore” fra loro. E per tutti gli altri privilegi di servizio in età future, possa io sempre rendere a Geova ogni grazia e lode!

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