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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
w58 1/11 p. 651

Testimoni nei campi di lavoro forzato della Russia

“IO SOFFRO il male fino al punto di essere incatenato in prigione come un malfattore. Tuttavia, la parola di Dio non è incatenata”. Queste parole, scritte dall’apostolo Paolo al suo compagno Timoteo, si avverano anche per molti dedicati Cristiani di oggi, come quelli che si trovano nei campi di lavoro forzato in Russia. — 2 Tim. 2:9.

● Questo fatto è attestato dal rapporto che la Società Torre di Guardia ha recentemente ricevuto da un profugo tedesco negli Stati Uniti, riguardante la sua esperienza in un campo di lavoro forzato russo, da cui citiamo ciò che segue:

● “Avevo sempre pensato che i testimoni di Geova si trovassero soltanto in Russia. Ma quando fui liberato dalla prigione, con mia grande sorpresa, li incontrai anche nei paesi occidentali. Negli anni passati queste persone mi avevano fatto pensare.

● “Fu durante i tre anni circa della mia prigionia in Russia, otto mesi dei quali li trascorsi, nel 1946, nel campo di lavoro forzato di X, nella parte nordoccidentale della Russia, sul fiume Volga. Fra i prigionieri ve ne erano alcuni che attrassero la mia attenzione, fin dal primo giorno che ero là, per la loro allegria e per la loro cordialità. Avevano dai 17 ai 50 anni di età, appartenevano a varie professioni e mestieri e sembravano molto intelligenti. Avendo già trascorso quasi dieci anni in prigione erano considerati veterani.

● “Essi occupavano posizioni di responsabilità a motivo della loro fidatezza e sia gli ufficiali del campo che i peggiori criminali avevano per loro il più grande rispetto. Sembrava che avessero sempre qualcosa di cui parlare e parlavano liberamente ad ognuno della loro speranza. Sebbene le adunanze fossero proibite, essi facevano in modo di radunarsi quasi ogni sera, otto dalla nostra baracca e due o più dalle altre baracche. Nelle loro discussioni essi leggevano attentamente una piccola Bibbia ridotta a brandelli e gialla per il tempo. Copiavano parti di essa su ogni specie di materiale, su sacchi vuoti, su pezzi di legno e cose simili. Il modo in cui erano attaccati a questa Bibbia faceva pensare che il loro desiderio di avere una Bibbia fosse anche più grande del loro desiderio della libertà.

● “Ciò che essi copiavano lo introducevano clandestinamente in tutte e cinque le sezioni del campo, e a questo scopo usavano dei messaggeri, alcuni dei quali non erano neppure credenti ma erano lieti di far ciò per i testimoni. Uno di essi, il fratello J, sembrava fosse il dirigente. Egli organizzava le loro attività, sembrava conoscesse quelli di cui valersi e regolarmente visitava le baracche.

● “Molti sapevano delle loro adunanze segrete, ma nessuno li tradiva. Noi disponevamo i nostri letti (tavolacci) in modo che quelli dei testimoni rimanessero negli angoli più lontani dalle porte, dove non sarebbero stati osservati. Essi erano grati per questo e lo dimostravano in molti modi.

● “Una volta all’anno tutti quelli che erano nel campo dovevano riunirsi nei terreni della fabbrica per un’ispezione speciale. I testimoni approfittarono di questa occasione per tenere una loro assemblea, radunandosi in un luogo che adornarono con rami di betulla. Vi era pure una vasca all’aperto che essi strofinarono fino a che fu completamente pulita. Sebbene non lo vedessi io stesso, sono certo che tennero un battesimo. E tutto ciò senza che la direzione del campo ne sapesse qualcosa!

● “Quella stessa sera i due più giovani testimoni della nostra baracca, di 17 e 19 anni, ebbero molti visitatori. Ripetutamente apparvero visi insoliti; vi furono strette di mano, abbracci e poche parole dette a bassa voce. Senza dubbio questi erano i nuovi battezzati coi quali venivano a congratularsi. Erano entrambi talmente raggianti di gioia che gli altri, perplessi, chiedevano: ‘Siete forse così felici perché state per sposarvi?’

● “I testimoni erano sempre pronti ad ogni opera buona, ma non avreste potuto indurli ad associarsi a voi in qualcosa di disonesto. Sebbene soffrissimo molto, la loro salda convinzione e fiducia non poté essere scossa. Li invidiavamo; ma non potevamo proprio capirli. Tuttavia avere questi testimoni di Geova con noi, la loro stessa presenza e il pensiero che vi erano ancora alcuni veri uomini, era una vera consolazione per tutti noi”.

● Sembra paradossale che, mentre i testimoni di Geova fuori della Russia si meravigliavano se qualche testimonianza veniva data in quel paese, uno che era stato deportato in Russia dovesse trovare i testimoni così attivi da pensare che la Russia fosse l’unico luogo dove si potessero incontrare! Veramente, anche se i Cristiani possono essere incatenati, la Parola di Geova Dio non può essere incatenata.

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