Domande dai lettori
● Nel caso di un incidente in cui fossero coinvolti dedicati cristiani, sarebbe appropriato che uno di essi intentasse un’azione legale contro il suo conservo cristiano per avere i benefici dell’assicurazione che questi ha? — E. G., Stati Uniti.
Se questo è l’unico modo in cui colui che ha subìto il danno può ottenere il risarcimento provveduto dall’assicurazione, non c’è nulla di male; spetta a lui decidere se portare la questione in tribunale o no. Questa non è la situazione di cui parlava l’apostolo Paolo quando scrisse in merito ai processi, secondo quanto è riportato in 1 Corinti 6:1-8. Egli parlava dei casi in cui persone che affermavano di essere fratelli cristiani erano in lite. Uno pensava di essere stato defraudato dall’altro. Ma l’apostolo mostrò saggiamente che i cristiani dovrebbero sempre cercare di risolvere privatamente le questioni, se non direttamente tra gli interessati, con l’aiuto di fratelli maturi della congregazione.
Comunque, quando non v’è tale animosità tra i membri della congregazione e l’azione legale è solo un sistema di procedura necessario per ottenere il risarcimento dalla compagnia di assicurazione, la situazione è molto diversa. La condotta da seguire diviene una questione da decidere personalmente.