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  • Uomini che sono realmente capi di casa
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1967
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1967
w67 15/7 pp. 419-420

Uomini che sono realmente capi di casa

“IL MARITO è capo della moglie”, spiega la Bibbia. (Efes. 5:23) Eppure, secondo i resoconti di scienziati sociali e delle mogli stesse, molti mariti del giorno moderno hanno abdicato al loro legittimo posto di capi di casa. “Molte mie clienti si lamentano della debolezza e dell’indecisione dei loro mariti”, riferì uno dei principali consulenti matrimoniali della città di New York.

La mancanza da parte di molti uomini di esercitare la debita autorità causa chiaramente gran parte degli odierni problemi coniugali. Che cosa ci vuole, perciò, per essere un bravo capo di casa? Quale posto dovrebbe occupare il marito nella famiglia? Come dovrebbe trattare la moglie?

Alcuni uomini ritengono che l’essere capi voglia dire essere dittatori per le loro mogli. Infatti, in alcuni luoghi c’è da lungo tempo la pratica che i mariti trattino le mogli come schiave o peggio. Ma questo non è in armonia col suddetto principio scritturale, poiché notate che dice: “Il marito è capo della moglie come anche il Cristo è capo della congregazione”. Ed è certo che Cristo non trattò la sua congregazione di seguaci in modo non amorevole!

Gli uomini che sono realmente capi di casa non sono dunque padroni dittatoriali. Ma, d’altra parte, non sono nemmeno deboli e irresoluti, lasciando prendere alle mogli il posto che spetta legittimamente a loro. Il vero capo, secondo il Dizionario Enciclopedico Italiano di G. Treccani, è la “persona che dirige, che è posta al comando di altre persone (in quanto il capo è la parte principale e più nobile del corpo)”. Così, come il capo fisico dirige i movimenti e le funzioni del corpo, o il capo di un reparto sorveglia l’organizzazione e il lavoro del personale affidatogli, così il capo di casa dovrebbe assumere la sorveglianza della casa, tenendo sotto controllo le sue attività.

Che accadrebbe se il capo di un gruppo di lavoratori sapesse poco o nulla del lavoro del suo reparto? Se si interessasse poco di ciò che fa il personale, non desse loro direttive o istruzioni, rimandasse le decisioni da prendere, non assumesse responsabilità, e costringesse i suoi subordinati a decidere da soli per poter portare a termine qualsiasi lavoro, che cosa penserebbero essi di lui? Ebbene, lo considererebbero un semplice fantoccio, non un vero capo. In simili circostanze i rapporti possono rovinarsi rapidamente.

La situazione è simile in una casa. Se l’uomo cede la posizione di capo e lascia prendere tutte le decisioni a sua moglie, ella perde presto il rispetto per lui come suo capo. L’uomo che dice: “Chiedilo a tua madre” ogni volta che i bambini chiedono il permesso di fare qualcosa; o: “Decidi tu”, ogni volta che si deve prendere una decisione in famiglia, rivela di non essere realmente il capo di casa. E tale casa in genere è infelice.

Che cosa implica dunque la debita posizione di capo? Significa prendere tutte le decisioni? Significa dirigere ogni attività e movimento della moglie e dei figli? Niente affatto! Dio creò le creature umane, comprese mogli e figli, perché avessero relativa libertà. Le persone sono scontente e si ribellano quando ogni loro movimento e attimo di tempo è diretto e prestabilito per loro.

La giusta posizione di capo non implica dunque il prendere tutte le decisioni, ma la sorveglianza di tutte le attività e le cose che riguardano la propria famiglia. È responsabilità dell’uomo stabilire le direttive secondo le quali opera la famiglia. Ma nello stesso tempo, può esserci ampia libertà entro i limiti stabiliti.

Per esempio, il marito può concedere alla moglie la libertà quasi totale di decidere come disporre i mobili, quali alimenti comprare per la famiglia, o di prendere decisioni in altre cose simili. Tuttavia, il marito esercita sorveglianza e, secondo che lo ritenga opportuno, può dare istruzioni per migliorare i modi in cui si fanno le cose. Di solito, comunque, gentili parole d’incoraggiamento e complimenti azzeccati contribuiscono molto a suscitare cooperazione e appoggio. Il bravo capofamiglia non tratterrà la lode.

Il genuino interesse per il benessere del personale affidatogli distingue il caporeparto veramente bravo. A volte si odono persone dire di costui: “Farei qualunque cosa per lui”, intendendo che coopererebbero in pieno. Si odono simili espressioni riguardo agli uomini che danno ascolto alle esortazioni bibliche: “Mariti, continuate ad amare le vostre mogli”. (Efes. 5:25) E: “Padri, non irritate i vostri figli, ma continuate ad allevarli nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova”. (Efes. 6:4) È una gioia essere sottomessi a un capo così premuroso, soccorrevole e amorevole.

Tale capofamiglia è umile. Egli riconosce che non “sa tutto”. Ammette che sua moglie, e, a volte, persino i suoi figli possono sapere più di lui intorno a certe cose. Spesso considera dunque le cose con loro prima di prendere decisioni. In questo modo la moglie e i figli si sentono parte integrale della disposizione familiare. Ma nello stesso tempo, si sentono sicuri sapendo che il capo di casa si assume la sua responsabilità.

L’uomo che è realmente capo di casa ha iniziativa; non è una persona pigra. È comprensibile che dopo una dura giornata di lavoro egli apprezzi un po’ di pace e quiete quando arriva a casa, forse guardando il giornale della sera. Ciò nondimeno, mostra iniziativa predisponendo e organizzando le attività familiari, come potrebbe anche disporre il suo programma di lavoro. Si accerta che ogni tanto si faccia qualche scampagnata nei giorni di fine settimana coi figli e si dedichi qualche serata alla ricreazione in famiglia. Considera anche i bisogni di sua moglie, forse disponendo ogni tanto di trascorrere una serata fuori solo con lei. Tale padre e marito è realmente apprezzato ed amato.

C’è ancora un altro campo in cui l’uomo che è veramente capo di casa deve prendere l’iniziativa, e cioè insegnare alla sua famiglia amore e rispetto per l’Onnipotente Dio. Egli prega con la sua famiglia; essi frequentano insieme regolarmente le adunanze cristiane, e, come famiglia, partecipano attivamente all’opera di condividere con altri ciò che sanno di Dio e dei suoi propositi. L’uomo che fa questo non solo è amato dalla sua famiglia ma è gradito anche a Geova Dio.

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