Domande dai lettori
● Si può esigere che il cristiano paghi le tasse a un governo che segue pratiche contrarie alle proprie credenze? — U.S.A.
La Bibbia mostra specificamente che è corretto che i cristiani paghino le tasse. Alla domanda se era lecito pagare il tributo a Cesare o no, Gesù Cristo rispose: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. (Matt. 22:17, 21) L’apostolo Paolo, considerando la sottomissione alle autorità governative, scrisse: “Vi è . . . ragione impellente per sottoporvi, non solo a motivo di tale ira [rivolta contro gli illegali] ma anche a motivo della vostra coscienza. Poiché per questo anche pagate le tasse; poiché sono pubblici servitori di Dio che servono costantemente a questo stesso scopo. Rendete a tutti ciò che è dovuto, a chi chiede la tassa, la tassa”. — Rom. 13:5-7.
Né nelle parole di Gesù né in quelle dell’apostolo Paolo c’è neppure un accenno che il servitore di Dio sia in qualche modo responsabile di come le autorità governative impiegano il denaro delle tasse. La situazione è paragonabile al pagare un elettricista, un idraulico o un altro operaio per i servizi resi.
Le autorità governative sono “pubblici servitori di Dio” nel senso che i cristiani traggono profitto dai loro servizi, inclusi la spedizione della posta, la protezione contro gli incendi, l’erogazione dell’acqua, l’istruzione, i trasporti pubblici, la costruzione e la manutenzione delle strade e delle autostrade nonché la protezione provveduta mediante organi per la tutela della legge e sistemi giudiziari. Anche se i governi seguono pratiche contrarie alle credenze del cristiano, egli trae sempre profitto da questi servizi.
E, come indicò Gesù, il denaro appartiene a “Cesare”. Questo perché l’autorità governativa emette il denaro e vi attribuisce un particolare valore. Quando il governo richiede dunque che parte del denaro gli sia restituito per i servizi resi, il cristiano ha l’obbligo di farlo.
I governi che abusano della loro autorità ne renderanno conto a Dio. — Rom. 12:19.