Perspicacia di un indio
La rivista “National Geographic” ha pubblicato un servizio sui singolari indios huichol che abitano sui monti della Sierra Madre Occidental nel Messico occidentale. Parlando dei missionari che hanno lavorato tra questi adoratori del fuoco e del sole, lo scrittore osserva: “Ho capito che avevano dovuto attenuare il loro ruolo evangelico”. Per illustrare, egli osserva: “Nella minuscola cappella ho notato che l’altare [cattolico] era rivolto verso il levante sacro agli huichol; da ciascun lato dell’altare c’era una sedia cerimoniale dello sciamano [stregone], pure rivolta a est”. Egli fa notare che “i santi cristiani e le antiche divinità dei nativi sono onorati sia nella chiesa che nei templi degli huichol”.
La rivista “National Geographic” cita pure l’osservazione fatta alcuni anni prima da un indio a un esploratore: “Se i cristiani pregano santi fatti dai falegnami, perché gli huichol non dovrebbero pregare il sole, che è fatto molto meglio?” — Giugno 1977, pag. 850.
Molti secoli prima, fu fatta una simile osservazione riguardo al legno che era in mano a un antico scultore, secondo la versione cattolica della “Bibbia di Gerusalemme”: “Una metà la brucia al fuoco, sulla brace arrostisce la carne, poi mangia l’arrosto e si sazia. Ugualmente si scalda e dice: ‘Mi riscaldo; mi godo il fuoco’. Con il resto fa un dio, il suo idolo; lo venera, lo adora e lo prega: ‘Salvami, perché sei il mio dio!’” Una tal persona, si legge ancora, non ammetterà mai: “Ciò che tengo in mano non è forse falso?” — Isa. 44:16, 17, 20.