Risposta a domande
◆ È appropriato che il cristiano giochi a carte?
Il gioco delle carte in se stesso si potrebbe considerare un passatempo come un altro. Non si può tuttavia negare che oggi il gioco delle carte è spesso messo in relazione con l’azzardo o con pratiche come la divinazione. Anche se il gioco delle carte non va direttamente contro qualche principio biblico può comunque suscitare desideri insani e costituire un rischio per la salute spirituale. Infatti, quando si gioca a carte è facile provare il desiderio di stabilire una posta, anche piccola come un caffè, e trasformarlo così in gioco d’azzardo. Per non parlare poi dello spirito di competizione che potrebbe far nascere tra i giocatori. Le Scritture ci informano che molte cose sono lecite, ma non tutte sono vantaggiose. (1 Cor. 6:12) Ciò significa che il cristiano, oltre a pensare a se stesso e alla propria spiritualità, deve badare di non causare inciampo sia ai fratelli nella fede che alle persone del mondo che potrebbero trovare da ridire sul fatto che un cristiano giochi a carte. — 1 Cor. 10:23-33.
Quindi, il cristiano dovrebbe prestare la massima attenzione alla propria spiritualità e a quella degli altri, chiedendosi se non sia più profittevole impiegare il tempo, oggi più che mai prezioso, in altro modo e dedicarsi a un divertimento più edificante e più adeguato al suo incarico di ministro di Dio che non quello del gioco delle carte.
◆ I genitori devono contare come tempo dedicato al servizio di campo le ore impiegate per ammaestrare e addestrare i figli non battezzati?
La responsabilità di insegnare ai figli la via di Geova richiede che entrambi i genitori dedichino molto tempo e facciano molti sforzi. I genitori timorati di Dio devono essere desti tutto il giorno per far questo in molti modi. (Deut. 6:6, 7; Efes. 6:4) Che il tempo impiegato per far questo sia indicato o meno nel rapporto del servizio di campo non ha nulla a che fare con la serietà della responsabilità. Facciamo molte cose in relazione al servizio che rendiamo a Dio. In effetti, pochissimo di questo viene indicato nel rapporto del servizio di campo.
Comunque, la Società s’interessa di compilare un rapporto dell’attività svolta nel servizio di campo, del servizio compiuto per recare le verità bibliche a quelli del genere umano che non fanno ancora parte della congregazione cristiana. Per cui nel rapporto indichiamo soprattutto l’attività di predicare al pubblico, a quelli che non sono dedicati, battezzati Testimoni.
Comunque, in risposta a molte lettere che ci pongono la domanda menzionata sopra, la Società ha dichiarato che, se si tiene regolarmente uno studio con i propri figli non battezzati, come teniamo altri studi biblici a domicilio nel campo, allora, se il genitore lo desidera, colui che conduce lo studio può indicare nel rapporto un’ora e una visita ulteriore la settimana, e uno studio biblico a domicilio per quel mese.
Crediamo sia meglio limitare a ciò il rapporto dell’attività svolta per ammaestrare i propri figli non battezzati; altrimenti il rapporto del servizio di campo della congregazione ben presto non indicherebbe più ciò che si fa per recare la buona notizia al pubblico, al mondo del genere umano.