Ripetizione della Scuola di Ministero Teocratico
Le seguenti domande saranno considerate oralmente alla Scuola di Ministero Teocratico la settimana che inizia il 28 giugno 2004. Il sorvegliante della scuola condurrà una ripetizione di 30 minuti basata sulle informazioni trattate dalla settimana del 3 maggio a quella del 28 giugno 2004. [Nota: Laddove le domande non sono seguite da riferimenti, occorrerà fare ricerche per trovare le risposte. — Vedi Scuola di Ministero, pp. 36-7].
QUALITÀ ORATORIE
1. Quando parliamo dal podio, quali fattori ci potrebbero impedire di avere uno stile di conversazione appropriato o rendere la nostra dizione troppo formale? [be p. 179 § 4] Dato che di solito non si parla come si scrive, se si ripetono certe espressioni esattamente come compaiono in un testo stampato o si legge direttamente da uno schema quando si pronuncia un discorso sarà difficile esprimersi in tono di conversazione. Anche le frasi elaborate possono rendere il tono del discorso artificiale o innaturale. Se esprimeremo i pensieri con parole nostre, potremo mantenere lo stile di conversazione.
2. Perché per migliorare la qualità della voce non basta respirare dovutamente e allentare la tensione muscolare? [be p. 181 § 2] Anche la nostra personalità può essere implicata nell’avere una buona qualità della voce. Quando si nutre sincero interesse per gli altri, la voce lo rivela.
3. Quando parliamo ad altri delle verità bibliche, quali suggerimenti pratici possono aiutarci a ‘divenire ogni cosa a persone di ogni sorta’? (1 Cor. 9:20-23) [be p. 186 §§ 2-4] Sviluppare lo spirito d’osservazione. Essendo dei buoni osservatori possiamo notare qualcosa che ci aiuterà a mostrare il dovuto interesse. Forse possiamo capire che lavoro fa il padrone di casa. Potrebbero esserci delle decorazioni o degli slogan che indicano le sue credenze religiose. Anche presentare delle informazioni scritturali mirate e veramente significative per le persone del nostro territorio dimostra che ci interessiamo di quello che pensano e che ci sta a cuore il loro benessere.
4. Cos’è implicato nell’ascoltare attentamente quando siamo nel ministero? [be p. 187] (1) Incoraggiare gli altri a esprimersi e poi fare una pausa abbastanza lunga da permettere loro di rispondere. (2) Ascoltarli veramente. (3) Ringraziarli per aver espresso il loro punto di vista. (4) Fare domande con tatto per capire meglio ciò che pensano. (5) Prepararsi bene in modo da avere chiaro in mente quello che vogliamo dire; questo ci aiuterà a rilassarci e a prestare maggiore attenzione.
5. Perché è importante mostrare rispetto a chiunque incontriamo nel ministero? [be p. 190] Tutti gli esseri umani “sono venuti all’esistenza ‘a somiglianza di Dio’”. (Giac. 3:9) Cristo è morto per tutti e tutti meritano di udire la buona notizia per poter agire in armonia con essa ed essere salvati.
PARTE N. 1
6. Qual è il nostro obiettivo quando impartiamo istruzione teocratica e cosa ci aiuterà a raggiungerlo? (Matt. 5:16; Giov. 7:16-18) [be p. 56 § 3–p. 57 § 2] Lo scopo del nostro insegnamento è quello di onorare Geova. Nulla dovrebbe distoglierci da tale obiettivo. Perciò quando pensiamo a cosa dire e a come dirlo, facciamo bene a chiederci: ‘Accrescerà l’apprezzamento per Geova o attirerà l’attenzione su di me?’
7. Perché quando insegniamo può essere utile fare dei contrasti, e come Gesù si avvalse di questo metodo didattico? [be p. 57 § 3; p. 58 § 2] Fare dei contrasti aiuta gli altri a capire cosa rende diversa la verità dalle altre credenze. Gesù fece notare la differenza tra l’opinione popolare sulla Legge mosaica e il vero scopo della Legge, tra la santa devozione e l’ipocrisia dei farisei, tra il desiderio di preminenza e l’abnegazione, tra chi si riteneva giusto e chi era veramente pentito. (Matt. 5:21-48; 6:1-18; 20:25-28; 21:28-32)
8. Come l’insegnamento di Gesù, al contrario di quello dei farisei, toccava il cuore delle persone? [be p. 59 §§ 2-3] Gesù insegnò l’ubbidienza di cuore, motivata dall’amore per Dio. (Matt. 15:8) Incoraggiò le persone ad analizzare i loro motivi. (Mar. 2:8) I farisei, al contrario, trascuravano le cose più importanti e attribuivano grande importanza al seguire i dettagli della Legge e al conformarsi a norme che essi stessi avevano stabilito, perciò la loro santità era solo apparente. (Luca 11:42)
9. Come possiamo aiutare i nostri studenti a mettere in pratica quello che imparano, senza prendere decisioni al posto loro? [be p. 60 §§ 1-3] Quando insegniamo un principio biblico possiamo far riferimento a una situazione della vita quotidiana e chiedere al nostro studente in che modo questo principio lo aiuterebbe a comportarsi saggiamente in quella situazione. Quando spieghiamo e applichiamo bene le Scritture, come fece Pietro alla Pentecoste, spesso coloro che sono sinceramente alla ricerca della verità si sentiranno spinti ad agire spontaneamente in armonia con ciò che hanno udito. (Atti 2:37)
10. Come dovremmo rispondere quando qualcuno ci pone una domanda che riguarda questioni o decisioni personali? [be p. 69 §§ 4-5] Dovremmo sempre rispondere con gentilezza. (Col. 4:6) Anche se forse sappiamo ciò che faremmo noi, dobbiamo tenere presente che ciascuno è responsabile delle proprie decisioni. (Gal. 6:5) Perciò, quando qualcuno ci chiede che cosa faremmo in una certa situazione, dovremmo menzionare dei princìpi e degli esempi biblici o insegnare alla persona a fare ricerche in modo che possa ‘esercitare le sue facoltà di percezione per distinguere il bene e il male’. (Ebr. 5:14)
LETTURA BIBLICA SETTIMANALE
11. Perché Mosè doveva seguire alla lettera il ‘modello del tabernacolo e il modello di tutti i suoi arredi’? (Eso. 25:9) [it-2 p. 1067 § 3] Il modello costituiva “un’ombra delle cose celesti”, un riflesso della realtà spirituale, quindi doveva essere accurato fin nei minimi particolari. (Ebr. 8:5)
12. Cosa impariamo dalla risposta che Aaronne diede a Mosè riguardo al vitello d’oro? (Eso. 32:24) I tentativi per scusarci o giustificarci spesso possono risultare ridicoli e privi di senso. Dovremmo assumerci la responsabilità e la colpa dei nostri errori. [g73 22/7 p. 3; w60 p. 253 §§ 2-3]
13. Cosa impariamo dalla dimostrazione di fede e di ubbidienza degli israeliti al comando riportato in Esodo 34:23, 24? Il fatto che tutti i maschi israeliti salissero a Gerusalemme tre volte l’anno per assistere alle assemblee era una prova di fede nella promessa di Geova. I giudei erano circondati da nazioni nemiche. Dal punto di vista umano, quando tutti gli uomini erano a Gerusalemme per le feste, il paese poteva essere facile preda di questi nemici. Similmente oggi per assistere alle adunanze e alle assemblee ci vuole forte fede nella promessa di Dio secondo la quale se ricerchiamo prima il Regno, i nostri bisogni materiali saranno soddisfatti. (Matt. 6:33) [w98 1/9 p. 20; w68 1/1 p. 16]
14. A cosa serviva il sacrificio di comunione? (Lev. 3:1) Celebrava la benedetta condizione di pace con Dio di cui godevano coloro che avevano la sua approvazione. Dopo che il sangue e il grasso erano stati offerti a Geova, i sacerdoti e l’offerente mangiavano parte del sacrificio. In quello che era un bel quadro simbolico, l’offerente, i sacerdoti e Geova Dio partecipavano a un pasto, a significare la pacifica relazione esistente fra loro. [w00 15/8 p. 15 § 15]
15. In che modo la procedura di insediamento di Aaronne, riportata in Levitico 8:23, si applica in maniera antitipica a Gesù? [it-1 p. 707 § 8; w68 15/12 p. 750 § 24] Durante il suo ministero di sacrificio di tre anni e mezzo sulla terra, l’orecchio di Cristo fu continuamente in sintonia con le direttive di Geova espresse nella Sua Parola. Le sue facoltà e doti fisiche e mentali furono pienamente impiegate per compiere l’opera assegnatagli; diede il meglio di sé. Inoltre il suo piede non si sviò mai dalla strada stretta dell’integrità.