MARCO
Approfondimenti al capitolo 11
Mentre I fatti descritti in Mr 11:1-11 hanno luogo durante le ore diurne del 9 nisan. (Vedi App. A7 e B12.)
Betfage Il nome di questo villaggio, ubicato sul Monte degli Ulivi, deriva da un’espressione ebraica che probabilmente significa “casa dei fichi primaticci”. La tradizione lo colloca tra Gerusalemme e Betania, sul pendio sud-orientale del Monte degli Ulivi, nei pressi del punto più alto del monte, a circa 1 km da Gerusalemme (Mt 21:1; Lu 19:29; vedi App. A7, cartina 6).
Betania Vedi approfondimento a Mt 21:17.
un puledro Cioè un giovane asino. Quando descrivono questo avvenimento, Marco, Luca (19:35) e Giovanni (12:14, 15) fanno riferimento a un unico animale, il puledro. Matteo (21:2-7) aggiunge il dettaglio della presenza della madre del puledro. (Vedi approfondimenti a Mt 21:2, 5.)
Salva, preghiamo! O “Osanna!” Il termine greco corrispondente deriva da un’espressione ebraica che significa appunto “salva, preghiamo”. Qui viene usato come una supplica a Dio per la salvezza o la vittoria; potrebbe anche essere reso “ti preghiamo, concedi salvezza”. Con il tempo, oltre che come formula di preghiera, il termine finì per essere usato come espressione di lode. La corrispondente espressione ebraica si trova nel v. 25 del Sl 118, che fa parte dei Salmi dell’Hallel, cantati regolarmente durante il periodo della Pasqua; era quindi facile che in questa occasione l’espressione tornasse alla mente. Un modo in cui Dio rispose alla richiesta di salvare il Figlio di Davide fu quello di riportarlo in vita. In Mr 12:10, 11 Gesù stesso cita Sl 118:22, 23, lasciando intendere che si applichi a lui quale Messia.
Geova Nell’originale ebraico del passo di Sl 118:25, 26, qui citato, compare il nome divino trascritto con quattro consonanti ebraiche (traslitterate YHWH). (Vedi App. C.)
il Regno che viene, del nostro padre Davide I manoscritti più antichi e autorevoli confermano la lezione adottata nel testo; alcuni antichi manoscritti invece leggono: “Il regno del nostro padre Davide che viene nel nome del Signore”. Alcune traduzioni bibliche usano quest’ultima lezione. In diverse traduzioni in ebraico delle Scritture Greche Cristiane (definite J7, 8, 10-12, 14, 16, 17 nell’App. C), che in questo punto riportano il Tetragramma o una sua forma abbreviata, si legge: “Il regno del nostro padre Davide che viene nel nome di Geova”.
Il giorno dopo Cioè il 10 nisan. (Vedi App. A7 e B12.)
non trovò altro che foglie Anche se era insolito che un fico portasse frutto in quel periodo dell’anno, quell’albero aveva delle foglie. Normalmente questo avrebbe indicato che sull’albero dovevano esserci anche fichi primaticci. Vedendo però che aveva solo foglie, Gesù capì che non avrebbe dato frutti e che quindi il suo aspetto ingannava. Visto che il fico era improduttivo, Gesù lo maledisse facendolo seccare (Mr 11:19-21).
tempio Vedi approfondimento a Mt 21:12.
scacciare quelli che [...] vendevano e compravano Vedi approfondimento a Lu 19:45.
cambiavalute Vedi approfondimento a Mt 21:12.
trasportare oggetti attraverso il tempio Evidentemente alcuni usavano il cortile del tempio come scorciatoia per trasportare oggetti per uso personale o commerciale. Gesù non lo permise perché questa abitudine sminuiva la santità della casa di Dio. Solo Marco menziona questo aspetto.
casa di preghiera per tutte le nazioni Dei tre evangelisti che citano Isa 56:7, Marco è l’unico ad aggiungere la specifica “per tutte le nazioni [o “popoli”]” (Mt 21:13; Lu 19:46). Il tempio di Gerusalemme era stato concepito come luogo in cui sia israeliti che stranieri devoti potessero adorare e pregare Geova (1Re 8:41-43). Gesù condannò giustamente quegli ebrei che, usando il tempio per fare commercio, lo avevano reso un covo di ladri. Con il loro modo di fare scoraggiavano quelli che, tra le persone di tutte le nazioni, volevano avvicinarsi a Geova nella sua casa di preghiera, privandoli così della possibilità di conoscerlo.
covo di ladri Vedi approfondimento a Mt 21:13.
tardi Cioè quando il 10 nisan stava per finire. Gesù e i suoi discepoli uscirono da Gerusalemme e tornarono a Betania, sul pendio orientale del Monte degli Ulivi. Probabilmente Gesù passò la notte a casa dei suoi amici Lazzaro, Maria e Marta. (Vedi App. A7 e B12.)
La mattina di buon’ora Cioè l’11 nisan. Gesù è diretto a Gerusalemme insieme ai suoi discepoli. Questo è l’ultimo giorno del suo ministero pubblico prima che celebri la Pasqua, istituisca la Commemorazione della sua morte e poi venga processato e ucciso. (Vedi App. A7 e B12.)
In verità Vedi approfondimento a Mt 5:18.
pregate O “state in piedi pregando”. Presso gli ebrei e molti altri popoli menzionati nella Bibbia non c’era una posizione stabilita per la preghiera. Tutte le posizioni assunte erano molto rispettose. In ogni caso, era comune stare in piedi quando si pregava.
Alcuni antichi manoscritti qui aggiungono: “Ma se voi non perdonate, neppure il Padre vostro che è nei cieli perdonerà le vostre colpe”. Queste parole non compaiono nei manoscritti più antichi e autorevoli, ed evidentemente non fanno parte del testo originale di Marco. Parole simili, comunque, si trovano in Mt 6:15 come parte del testo ispirato delle Scritture. (Vedi App. A3.)
capi sacerdoti Vedi approfondimento a Mt 2:4.
scribi Vedi approfondimento a Mt 2:4.
anziani Vedi approfondimento a Mr 8:31.