1 TESSALONICESI
Approfondimenti al capitolo 3
abbiamo deciso Qui Paolo usa il verbo alla prima persona plurale. Tuttavia, nel periodo che trascorse ad Atene, probabilmente era da solo; da lì partì per Corinto, dove Sila e Timoteo lo raggiunsero (At 18:5). Quindi il plurale in realtà si riferirebbe semplicemente a lui. Non si può escludere che con Paolo ad Atene ci fossero Sila o Timoteo, ma sembra improbabile dal momento che li aveva lasciati a Berea (At 17:13, 14).
ministro Al posto del termine greco per “ministro”, alcuni antichi manoscritti hanno il termine per “collaboratore” (synergòs). Si tratta della stessa parola che compare in 1Co 3:9 (vedi approfondimento), dove Paolo definisce i cristiani “collaboratori di Dio”.
non possiamo evitarle O “siamo designati per questo”. Il senso di queste parole non è che quei cristiani fossero stati designati a livello individuale per subire determinate difficoltà. Era stato predetto piuttosto che la congregazione cristiana nel suo insieme avrebbe subìto la persecuzione a motivo dell’opera di predicazione (Mt 10:17, 21-23; 23:34; Gv 16:33). Comunque, anziché ostacolare la predicazione, spesso la persecuzione contribuì a incentivarla. Per esempio, quando dovettero fuggire da Gerusalemme a causa dell’accanita persecuzione, i cristiani portarono il messaggio nei paesi in cui furono dispersi (At 8:1-5; 11:19-21).
fedeltà Il termine greco pìstis usato qui può essere reso in vari modi, ad esempio “fede” (Mt 8:10; Ro 1:17; 1Ts 3:2, 10), “fedeltà” (Mt 23:23) e “fidati” (Tit 2:10). Nei vv. 5-7 pìstis compare più volte in riferimento al fatto che i cristiani di Tessalonica rimanevano saldi e aggrappati alla loro fede nonostante le avversità. Mette quindi in evidenza la “fedeltà”, o lealtà, a Dio che mostravano durante le prove. Questo esempio di fedeltà incoraggiò Paolo, Silvano e Timoteo, visto che anche loro stavano affrontando “difficoltà e sofferenze” (1Ts 3:7).
il Tentatore Questo appellativo di Satana il Diavolo, usato due volte nelle Scritture Greche Cristiane (qui e in Mt 4:3), è affine al verbo greco reso “tentare”, “mettere alla prova”. Lo stesso verbo viene usato per descrivere l’operato di Satana, per esempio in 1Co 7:5 e Ri 2:10.
difficoltà Lett. “necessità”. Il termine originale è anche reso “momenti di bisogno” (2Co 6:4; 12:10). È quindi possibile che Paolo si riferisca a situazioni in cui lui e i suoi compagni d’opera si erano trovati senza il necessario per vivere.
noi ci sentiamo rivivere Questa espressione traduce un verbo greco che alla lettera significa “vivere”; qui è usato metaforicamente per riferirsi a una nuova vitalità, a un senso di felicità, a un ritrovato vigore o al sentimento che si prova quando le preoccupazioni scompaiono.
innalziamo [...] suppliche Vedi approfondimento ad At 4:31.
al tempo della presenza del nostro Signore Gesù Vedi approfondimento a 1Ts 2:19.