“Un candelabro d’oro puro”
Nel primo compartimento del tabernacolo, chiamato Santo, c’era “un candelabro d’oro puro” con sette lampade (noto anche come menorah). Sul monte Sinai, tramite una visione Geova diede a Mosè istruzioni dettagliate su come realizzarlo (Eso 25:31-40; Nu 8:4). Tra le altre cose gli disse: “Sarà un unico pezzo: la sua base, il suo fusto, i suoi bracci, i suoi calici, i suoi pomi e le sue corolle”. Insieme alle sue lampade e agli utensili, il candelabro doveva pesare un talento, che equivaleva a 34,2 kg. Ogni mattina un sacerdote aveva il compito di sistemare le lampade; per esempio le riforniva d’olio e sostituiva gli stoppini. Ogni sera le accendeva per illuminare il Santo (Eso 27:20, 21; 30:7, 8). Paolo menziona il candelabro quando mette a confronto il vecchio patto e il tabernacolo con il nuovo patto che è superiore e le realtà celesti della “vera tenda” (Eb 8:2, 5).
Passi attinenti