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Svegliatevi! 1970
g70 22/10 pp. 28-30

“La tua parola è verità”

Amicizia coi nemici di Dio?

UNA delle evidenze che confermano l’autenticità della Parola dell’Onnipotente Dio, Geova, è l’imparzialità o franchezza dei suoi scrittori. I documenti di antichi governanti pagani esaltano le loro virtù e vittorie ma di rado se non mai parlano delle loro debolezze e sconfitte. Ma gli scrittori di Dio parlano con assoluta imparzialità degli errori dei servitori di Geova.

Un rimarchevole esempio di ciò è quello che scrissero circa il re Giosafat timorato di Dio che dominò sul regno di Giuda per venticinque anni verso la fine del decimo secolo a.E.V. Di lui leggiamo: “Geova fu con Giosafat . . . Poiché ricercò l’Iddio di suo padre e camminò nel suo comandamento . . . nel suo cuore si fece ardito nelle vie di Geova”. Egli stesso andò in mezzo al popolo, esortandolo ad adorare Geova. Mandò principi, sacerdoti e Leviti a insegnare al popolo la legge di Geova e costituì giudici in tutto il paese che esortò a giudicare con santo timore. — 2 Cron. 17:1-19; 19:4-11.

Ma tutto questo non impedì agli scrittori di Dio di narrare gli errori di Giosafat e i rimproveri di Geova. Pertanto in un’occasione il malvagio re Acab allettò il re Giosafat a unirsi a lui nel combattere il re di Siria a Ramot-Galaad. Giosafat fu astuto in questo e chiese che si consultasse prima un profeta di Geova. Dopo che alcuni falsi profeti avevano fatto resoconti favorevoli, un vero profeta di Dio fu udito ed egli disse chiaramente che il risultato sarebbe stato disastroso.

Tutto questo avrebbe dovuto dissuadere Giosafat. Ma non fu così. Egli accompagnò Acab in battaglia, e, se non fosse stato per l’intervento di Geova, Giosafat sarebbe stato ucciso. Il racconto dice: “Giosafat gridava aiuto, e Geova stesso l’aiutò, e Dio subito li attrasse lungi da lui”. In questa battaglia il malvagio re Acab fu ucciso e “Giosafat re di Giuda tornò in pace”. — 2 Cron. 18:1–19:1; 1 Re 22:1-38.

Il racconto mostra quanto fu effettivamente stolto Giosafat essendo disposto ad aiutare il malvagio Acab, poiché Acab non era amico di Giosafat. Acab si assicurò la salvezza travestendosi e poi chiese a Giosafat di andare in battaglia con le sue vesti regali, ciò che egli fece. Astutamente Acab immaginava che il nemico avrebbe pensato che Giosafat fosse Acab e quindi lo avrebbe assalito mentre non avrebbe riconosciuto Acab a causa del suo travestimento. Questo fu proprio ciò che accadde. Il re di Siria diede istruzioni di scoprire il re Acab. Il capo dei carri siri, vedendo le vesti reali di Giosafat, pensò che fosse Acab e cominciò ad attaccarlo. Ma dopo che Geova aveva liberato Giosafat i carri riconobbero che non era Acab e così smisero di inseguirlo.

Giosafat poté ben essere grato della sua liberazione. Ma Geova non sarebbe passato sopra al suo errore e alla sua stolta condotta. Mandò il suo profeta Ieu da lui con un forte rimprovero: “Si deve dare aiuto al malvagio, e dovresti provare amore per quelli che odiano Geova? E per questo c’è indignazione contro di te dalla persona di Geova. Nondimeno, sono state trovate presso di te delle buone cose, perché . . . hai preparato il tuo cuore per ricercare il vero Dio”. Incidentalmente, più avanti nel suo regno fece uno sbaglio simile, ricevendo un simile rimprovero. — 2 Cron. 19:2, 3; 20:35-37.

Indubbiamente, per quanto Geova si compiacesse della retta condotta di Giosafat e del suo zelo per la pura adorazione, Egli non si compiacque della sua associazione coi nemici di Dio e dell’aiuto che diede loro. In un caso gli costò quasi la vita, e nell’altro gli costò la sua flotta di navi.

Giacché la parola di Dio è “utile per insegnare, per rimproverare, per correggere, per disciplinare nella giustizia”, che cosa si può imparare dall’esperienza di Giosafat? — 2 Tim. 3:16.

Anzitutto si può trarre conforto dalla misericordia e dall’amorevole benignità di Geova. Anche se Giosafat fece male e agì stoltamente associandosi col malvagio Acab e aiutandolo, Dio non lo abbandonò quando fu in gravi difficoltà ma lo liberò a causa del suo buon passato. Quindi possiamo aver fede che Dio ci aiuterà quando ci mettiamo in difficoltà a causa di qualche errore da parte nostra se abbiamo un passato fedele.

Molto più importante è la lezione che Geova fece capire a Giosafat per mezzo del profeta Ieu: “Si deve dare aiuto al malvagio, e dovresti provare amore per quelli che odiano Geova?” Giosafat aveva fatto con questo un grave errore riguardo alla sua lealtà verso Dio, poiché la lealtà richiedeva che non aiutasse i nemici di Geova Dio.

Chi sono oggi i nemici di Dio che i suoi servitori non devono aiutare? Anzitutto, si noti che qui si considerano organizzazioni, nazioni, ideologie, e cose simili. Giosafat era stato persuaso ad aiutare l’apostata nazione d’Israele nella sua guerra contro la Siria. Non si trattava di mostrare comune cortesia o benignità umana a un’altra persona, cosa sempre appropriata. Così oggi i cristiani ‘operano ciò che è bene verso tutti’, mostrando benignità a coloro che sono nel bisogno. (Gal. 6:10; Mar. 12:31) Ma è diverso quando le nazioni mondane vogliono che il popolo di Geova contribuisca a perpetuare questo sistema di cose malvagio. — Gal. 1:4.

Perciò si potrebbe opportunamente chiedere riguardo alle organizzazioni religiose della cristianità che cercano l’aiuto dei servitori di Geova nella guerra per problemi sociali così come Acab cercò l’aiuto di Giosafat: Si tengono separate dal mondo come disse Gesù che dovevano fare i suoi seguaci? Fanno conoscere il nome di Dio e additano al popolo il regno di Dio come sola speranza del genere umano? Vivono secondo i princìpi biblici? Mostrano l’amore che Gesù disse avrebbe distinto i suoi seguaci? No! — Matt. 24:14; Giov. 13:34, 35; 15:19; 17:16, 17.

A quale conclusione perveniamo dunque? Che queste organizzazioni religiose sono amiche non di Geova Dio, ma dei suoi nemici. Non può essere altrimenti. Sono parte del mondo, e i cristiani, divenendo ‘amici del mondo si costituirebbero nemici di Dio’. Non può esserci nessuna ‘associazione fra la luce e le tenebre, fra Cristo e Belial’. Gesù stesso enunciò il principio da cui devono essere guidati i suoi seguaci: “Chi non è dalla mia parte è contro di me, e chi non raduna con me, disperde”. — Giac. 4:4; 2 Cor. 6:14, 15; Matt. 12:30.

E la lealtà a Dio richiede non solo che ci si rifiuti di unirsi a tali organizzazioni religiose, ma che si rimanga anche neutrali rispetto alle brucianti controversie che tengono in agitazione il mondo, siano esse ideologiche, politiche, sociali, razziali o nazionali. Solo in tal modo si può mostrare di aver compreso lo scopo per cui Geova Dio fece scrivere il rimprovero: “Si deve dare aiuto al malvagio, e dovresti provare amore per quelli che odiano Geova?”

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