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  • L’uso della svastica dalle origini

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  • L’uso della svastica dalle origini
  • Svegliatevi! 1971
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  • Dove Hitler lo vide per la prima volta
  • Chiese della cristianità
  • Simbolo di fertilità e di vita
  • Luogo d’origine della svastica
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Svegliatevi! 1971
g71 8/1 pp. 21-23

L’uso della svastica dalle origini

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Austria

C’È UN simbolo sopra la porta d’ingresso del tempio Laksmi Marayan di Nuova Delhi, in India. E anche sopra l’ingresso di un tempio di Bali in Indonesia. Appare sopra i pesi degli Ashanti in Africa. Lo troverete anche sulle catene magiche degli Indiani del Nordamerica. Si può vedere su una rappresentazione delle impronte di Budda. Un abate cattolico romano lo usò come suo stemma personale. E Adolf Hitler ne fece l’emblema del Terzo Reich Tedesco. Sì, è la svastica.

Da dove prende nome la svastica? Nel buddismo indiano la forma del simbolo con gli angoli volti verso destra si chiama “svastica”. Ciò deriva dal termine sanscrito “svasti”, che significa “oggetto di benessere”.

Dove Hitler lo vide per la prima volta

Come scrisse Hitler nel suo libro Mein Kampf, egli presentò per la prima volta al pubblico la bandiera con la svastica nell’estate del 1920. Egli e i suoi compagni erano molto entusiasti del loro nuovo vessillo con l’antico disegno. Egli disse: “Il suo effetto fu come quello di un tizzone ardente”. Ma dove vide Hitler per la prima volta la svastica?

Hitler vide per la prima volta questo simbolo nella sua infanzia. Allora viveva in un piccolo villaggio vicino al monastero benedettino di Lambach, nell’Austria superiore. Per un po’ fece il corista lì e visse al monastero nell’inverno del 1897-1898. Lì, scolpita nel muro sopra la grotta della sorgente nel cortile, c’era la data 1860 con una svastica. Il simbolo si trovava pure sul portale del monastero.

Inoltre, lo stemma personale dell’abate Theodorich Hagn del monastero di Lambach aveva “una svastica dorata con punte inclinate in campo azzurro”.a

A quel tempo la svastica fece impressione al giovane Hitler? Le opinioni variano. Ma nel libro Aus Adolf Hitler Jugendland und Jugendzeit (Il periodo e il paese della gioventù di Adolf Hitler) dice quanto segue del monastero benedettino di Lambach: “Lì Adolf Hitler venne a contatto per la prima volta con la svastica. . . . Anche se Adolf Hitler può aver adottato in seguito questo simbolo per motivi interamente diversi, non si può annullare il fatto che egli trascorse parte della sua infanzia sotto quel simbolo”. — Pagg. 14-16.

Nel suo libro Oberdonau, die Heimat des Fuehrers (Il Danubio superiore, dimora del Fuehrer), Robert Lenk scrive: “Il corista Adolf Hitler vide per la prima volta il segno angolare del moto solare sullo scudo del passaggio a volta di Lambach”. (Pag. 102) Nello stesso libro lo scrittore menziona sei chiese di campagna della Muehlviertel, considerata fortemente cattolica, dell’Austria superiore su cui compariva il simbolo della svastica. — Pag. 42.

A molti lettori può sembrare strano che il simbolo politico di Hitler si trovasse anche in un ambiente religioso. Comunque, dopo aver esaminato ulteriori casi dell’uso della svastica in tutto il mondo, si riscontra che il più comune significato della svastica è decisamente religioso anziché politico. Lo vedremo risalendo alle origini della svastica.

Chiese della cristianità

Prima troviamo la svastica nel pavimento a mosaico della chiesa della Natività a Betleem. Nel suo libro Vom Hakenkreuz (Riguardo alla svastica) Joerg Lechler mostra alcune rappresentazioni di svastiche tratte da chiese della cristianità. Tra il voluminoso materiale illustrato, si vede il cosiddetto abito del digiuno o di quaresima di Heiligengrabe, in Germania, su cui l’abito di Cristo è coperto di svastiche. La svastica compare su una tovaglia d’altare della Chiesa di Maria zur Wiese di Soest, in Germania. Si trova pure sul monumento in bronzo del vescovo Bocholt a Luebeck e su alcune monete medievali delle diocesi cattoliche di Mainz e Halberstadt e del vescovo di Erfurt, Heinrich (1140-1150 E.V.).

In un quadro di una chiesa di Dalby (Svezia meridionale) l’agnello rappresentante Gesù Cristo aveva la svastica anziché una semplice croce. Fu pure usata la svastica nella forma della campana della chiesa di Utterslev, in Danimarca.

Ma queste chiese della cristianità e il loro clero da dove presero a prestito il simbolo? Non dovrebbe sorprenderci molto che la svastica, come molti altri simboli, fosse tratta da fonti pagane.

I primi cristiani rigettarono l’uso di tali simboli. Una volta ciò fu espresso con queste parole: “Le croci, inoltre, non le adoriamo né le desideriamo. Voi, in realtà, che consacrate dèi di legno, adorate croci di legno forse come parti dei vostri dèi. Perché i vostri stessi stendardi, nonché i vostri vessilli e le bandiere dei vostri campi, che cos’altro sono se non croci indorate e abbellite? I vostri trofei di vittoria non solo imitano l’aspetto di una croce semplice, ma anche quello di un uomo affisso ad essa”. — L’Ottavio di Minucio Felice, cap. 29, The Ante-Nicene Fathers, Vol. 4, pag. 191.

La svastica non ebbe dunque origine dai primi cristiani ma viene da una fonte pagana. Qual era il significato di questo antico simbolo?

Simbolo di fertilità e di vita

Nella zona del Danubio inferiore (Siebenbuergen, Romania) sono stati trovati vasi con rappresentazioni di svastiche su di essi. Sono venute alla luce svastiche negli scavi compiuti a Troia, antica città dell’Asia Minore.

Nello stesso periodo culturale in cui la svastica compare a Troia e in Romania, vengono alla ribalta anche plastici di idoli relativi al culto della fertilità. I plastici sono spesso quasi identici a quelli del Vicino e Medio Oriente. La maniera in cui la svastica è situata sul corpo di plastici di donne a Troia indica che serviva come simbolo di fertilità e vita.

Inoltre, nelle fosse delle tombe di Micene, in Grecia, la svastica si trova su ricchi gioielli d’oro. Compare anche su monete. In una scena funebre raffigurata su un vaso ateniese, si possono vedere tre svastiche sopra il cavallo che tira il carro funebre. Dee della fertilità trovate in tombe hanno il simbolo sulla gola e sul petto. Su un sarcofago possiamo vedere la “signora della vita”, che in seguito venne chiamata Artemide, circondata da svastiche. Pare anche che sia stata associata al fiore di loto e che ornasse l’abito di Afrodite, l’antica dea greca dell’amore, chiamata Venere dai Romani.

Quindi, a Troia e nelle sue rappresentazioni dell’area dell’Egeo, la svastica rappresentava l’idea della fertilità e della vita.

Luogo d’origine della svastica

Nel 1931 furono pubblicati i risultati degli scavi relativi alla cultura della valle dell’Indo nell’Asia Meridionale. A Mohenjo-Daro e ad Harappa furono portati alla luce i resti di una cultura in uno stadio molto progredito, cultura fiorita molto tempo prima della nostra Èra Volgare. Furono trovati sigilli con simboli di ovvia natura religiosa, comprese alcune raffigurazioni della svastica. I sigilli ritrovati sono stati attribuiti al terzo secolo a.E.V.

Interessante è ciò che dice l’archeologo V. Gordon Childe delle svastiche trovate nella valle dell’Indo: “La svastica e la croce, comuni su stampi e placche, erano simboli religiosi o magici come a Babilonia e nell’Elam nel più antico periodo preistorico”. — New Light on the Most Ancient East, di V. Gordon Childe, pagg. 184, 185.

La svastica, dunque, deve aver avuto origine in Mesopotamia. Svastiche scoperte a Samarra, a nord di Baghdad, sul Tigri, e nel primo stadio dell’insediamento a Susa o Susan (Neem. 1:1; Est. 1:2) additano l’antichissima origine del simbolo in Mesopotamia. Sì, la svastica risale all’antico centro religioso di Babilonia.

Quindi, risalendo al suo principio, si vede che la svastica ha carattere religioso. È vero che, in questo ventesimo secolo, è divenuta anche un emblema politico. Ma colui che l’adottò come emblema politico la conobbe per la prima volta per mezzo della chiesa di cui era membro, la stessa chiesa che firmò un concordato con lui quando ascese al potere politico e il cui clero pregò per i suoi eserciti quando andarono in guerra.

[Nota in calce]

a Die Wappen des Benediktiner-Klosters Lambach und seiner Aebte, di George Gruell, pagg. 20, 23.

[Immagine a pagina 21]

Dallo stemma dell’abate Hagn del monastero di Lambach

[Immagine a pagina 22]

Svastiche su una ceramica di Susa

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