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Svegliatevi! 1971
g71 8/2 pp. 21-24

Un giorno in tribunale

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nelle Antille Olandesi

SIETE mai stato in tribunale nel vostro paese sia come spettatore che come partecipante? Può essere senz’altro un’esperienza istruttiva, che può allargare il vostro orizzonte e aiutarvi a capire che un sistema di leggi è un aspetto indispensabile della società come noi la conosciamo.

Probabilmente molti pensano che le rappresentazioni di processi fatte da televisione e cinema bastino per far loro conoscere ciò che avviene in tribunale. Ma si deve tener presente che tali finti processi sono di solito più drammatici e animati della realtà. Inoltre, passando un’intera giornata in tribunale si ha una veduta completa delle azioni portate in giudizio, da cose insignificanti fino a cause che implicano la perdita della vita.

Avendo abitato a Willemstad, capitale di Curaçao, nelle Antille Olandesi, per oltre ventitré anni, nel qual tempo non ero mai andato in tribunale, pensai che sarebbe stato interessante andarvi per vedere ciò che avviene. Di ulteriore interesse è il fatto che lì i processi si tengono in base al sistema del diritto romano, mentre io ero cresciuto in un paese dove si seguiva il diritto consuetudinario.

Due sistemi di leggi

Le leggi della maggioranza dei paesi si basano su uno di due grandi sistemi di leggi, il diritto romano o il diritto consuetudinario. Comunque, dobbiamo fare attenzione alla possibile confusione derivante dalle diverse applicazioni dello stesso termine. Per esempio, nei paesi dove si segue il diritto romano, non lo chiamano “diritto romano” ma piuttosto “diritto civile”. D’altra parte, nei paesi dove si segue il diritto consuetudinario il termine “diritto civile” è usato in contrasto a “diritto penale”. Atteniamoci dunque ai termini “diritto romano” e “diritto consuetudinario” per evitare qualsiasi malinteso.

Il diritto romano è molto più antico del diritto consuetudinario. La prima codificazione del diritto romano consisteva di dodici tavolette affisse nel Foro Romano verso il 450 a.E.V. per insistenza dei non privilegiati. Rimase in vigore per molti secoli. Poi, nel sesto secolo E.V., l’imperatore Giustiniano cercò di chiarire ulteriormente e compilare il diritto romano. Durante il cosiddetto “Rinascimento” il diritto romano ottenne molto ulteriore prestigio. Quindi nel 1804 fu ulteriormente codificato in Francia.

In quanto al diritto consuetudinario, si potrebbe dire che cominciasse con la Magna Carta nel tredicesimo secolo E.V. Il re Edoardo I d’Inghilterra fu per il diritto consuetudinario ciò che Giustiniano fu per il diritto romano. Un punto notevole nello sviluppo del diritto consuetudinario si raggiunse con la pubblicazione di Commentaries on the Laws of England nel diciottesimo secolo a opera dell’illustre giurista, William Blackstone.

Investigando i due sistemi si notano prove di rivalità. Comunque, giacché nessuno dei due sistemi è perfetto, c’è da aspettarsi che ciascuno abbia meriti e demeriti. Una notevole differenza è che secondo il diritto consuetudinario la persona è considerata innocente finché non sia dimostrata colpevole, mentre secondo il diritto romano la persona accusata di un reato è considerata colpevole finché non provi la sua innocenza.

Ha inizio l’udienza

Il 7 gennaio fu aperta a Willemstad, Curaçao, la prima sessione della corte penale per il 1970. I procedimenti legali iniziarono alle 9 sotto la presidenza del giudice F. C. Fliek, un Olandese di mezz’età dalle maniere miti. Il mercoledì è il giorno riservato qui ai procedimenti penali. Le infrazioni del traffico e altre cause minori sono riservate ad altri giorni della settimana. Eccitato al pensiero di quest’avventura, arrivai presto nell’aula del tribunale. Presi posto nella prima fila della sezione riservata agli spettatori.

Come nella Corte Suprema degli Stati Uniti, il tribunale è grande ma l’aula stessa del tribunale è piccola, e accoglie solo una cinquantina di spettatori in quattro file di panche, essendo ciascuna fila leggermente più alta di quella davanti. Ci sono scanni per tre giudici nonché un sedile a destra del giudice per il pubblico ministero e uno a sinistra per il cancelliere. I giudici e gli avvocati indossano lunghe toghe nere e ampi colletti bianchi, ciò che dà alla scena un’aria di solennità.

Subito due poliziotti portarono dentro un gruppo di sei uomini che dovevano essere processati. Erano ben vestiti e di aspetto lindo, tra i venti e i trentotto anni. Gli oggetti prodotti in giudizio da usare nella causa erano sulla scrivania del giudice. Un’avvocatessa, che pure indossava la lunga toga nera, andò a conversare con un imputato. Quindi arrivò il magistrato inquirente. Quando mi vide venne da me e si presentò, dicendomi che mi conosceva, benché io non ricordassi dove ci eravamo incontrati. Quando chiesi se potevo prendere appunti, mi invitò ad andare nella tribuna della stampa. Questo mi rese molto contento perché diversamente i detenuti mi avrebbero girato la schiena, per cui mi sarebbe stato difficile udire le loro affermazioni.

Nell’aula del tribunale di Curaçao talvolta il problema della lingua complica le cose. La lingua ufficiale è l’olandese, mentre il papiamento è la lingua locale. Comunque, nel paese molti parlano anche inglese o spagnolo come loro lingua madre. Normalmente la persona è processata nella sua lingua madre, e quindi di solito c’è l’interprete del tribunale. Il giudice di quel giorno si rivelò per un ottimo poliglotta e fece poco uso dell’interprete. In olandese, papiamento e inglese, consigliò con benevolenza gli imputati, come un padre farebbe con un figlio ostinato.

Paragoni

Una cosa che non si trova in quest’aula di tribunale è la tribuna della giuria. Nel diritto consuetudinario c’è una giuria di persone della stessa classe dell’imputato che decide della sua colpevolezza o innocenza o, in alcune azioni legali, determina l’ammontare della sentenza. Qui, sotto il diritto romano, solo il giudice decide tali cose.

Si dice che il diritto romano si basi di più sulle regole, su ciò che si chiama “dottrina”, mentre il diritto consuetudinario si basa sul principio e sul precedente. Nel primo caso il giudice ha una parte minore. Egli è più simile a un arbitro che fa condurre il giuoco secondo le regole. Secondo il sistema del diritto consuetudinario avvocati e giudici cercano il precedente, e un giudice può divenire famoso per aver emanato qualche decisione, la quale sarà usata per generazioni successive come precedente.

Sotto i due sistemi differisce anche il trattamento dell’imputato prima di presentarsi al processo. In alcune parti del mondo il diritto consuetudinario è arrivato al punto in cui la persona arrestata non può neppure essere interrogata dalla polizia finché non abbia avuto l’opportunità di farsi rappresentare da un avvocato e finché non le sia stato detto quali sono i suoi diritti sotto la legge. Qui a Curaçao, d’altra parte, si può essere arrestati quando si è sospettati di un reato e tenuti per quattro giorni o più nell’impossibilità di comunicare mentre si investiga il caso. Si dice che il vantaggio di ciò è che il colpevole non può farsi un falso alibi mentre è isolato. Il vantaggio, naturalmente, è della polizia. In tali circostanze è più probabile che il criminale confessi il suo delitto.

Si può affrettatamente concludere che un processo con la giuria prevista dal diritto consuetudinario offra maggiore probabilità di un imparziale giudizio della causa. Ma è necessariamente così? La persona media che fa parte di una giuria che cosa ne sa del diritto? Non è forse vero che i membri della giuria possono essere con più facilità emotivamente influenzati da un astuto avvocato, mentre un giudice o un gruppo di giudici possono più probabilmente non essere influenzati?

C’è anche da considerare la questione del tempo e della spesa. Il tempo impiegato nella scelta della giuria spesso si accumula e come risultato ci sono un mucchio di cause arretrate nei tribunali che seguono il diritto consuetudinario. Secondo il diritto romano varie cause possono essere risolte nel tempo che ci vuole per scegliere un membro di una giuria sotto il diritto consuetudinario, specialmente se è un personaggio controverso.

Sotto il diritto romano le cause tendono ad essere decise con meno indugio, poiché tale sistema non prevede il rilascio dietro cauzione. A Curaçao, se è commesso un reato che comporta una condanna di quattro anni o più, la persona rimane in prigione fino al processo. Il tempo trascorso in prigione prima del processo è di solito sottratto dalla condanna. Se il reato comporta una condanna inferiore a quattro anni, il tribunale può permettere all’imputato di tornare a casa finché non sia discussa la causa, benché molto dipenda dal tipo di reato commesso.

Osservata la procedura

Dubitate dell’efficacia di un sistema in cui la decisione è lasciata a un solo uomo, il giudice? Ebbene, in ciascuna causa considerata quel giorno in tribunale il giudice fece sempre attenzione a dire all’imputato che aveva quattordici giorni per appellarsi contro la decisione. Così la causa sarebbe stata presentata davanti a una corte superiore con tre giudici. Se non era ancora soddisfatto, l’imputato poteva presentare la sua causa a una corte ancora più alta in Olanda. Delle quattordici cause a cui assistetti quel giorno non ci fu nessun appello. Se mai il giudice errò in qualche sua decisione, fu per troppa misericordia.

Forse pensate che questo fosse semplicemente un tribunale municipale dove si considerano solo piccole cause o incidenti stradali. No, questo era realmente un tribunale competente in materia penale. Per esempio, quel giorno il terzo imputato era un uomo alto, ben vestito ed educato di trentotto anni. Nulla nei suoi modi faceva pensare che solo pochi mesi prima aveva commesso un omicidio premeditato.

I fatti, presentati alla corte, mostrarono che aveva versato benzina sul suo datore di lavoro, appiccandovi fuoco. Benché soccorsa dalla polizia, la vittima aveva riportato gravi ustioni, morendo all’ospedale due giorni dopo. Perché aveva commesso quel delitto? Pare che l’uomo nutrisse da lungo tempo rancore contro il suo datore di lavoro e spesso avesse avuto l’idea di vendicarsi. Questo perché il suo datore di lavoro continuava a disprezzarlo e schernirlo. Egli era troppo timido per parlare della cosa con il suo datore di lavoro; aveva semplicemente lasciato crescere in lui il risentimento finché era esploso.

Al processo il pubblico ministero chiese una condanna di quattordici anni di prigione. Vi sembra una condanna lieve per tale delitto? Ciò fa rammentare che sin dagli inizi il diritto romano ha sempre avuto la tendenza ad attribuire poco valore alla vita umana. Per esempio, nell’antica Roma un uomo che trascurava i suoi doveri verso il padrone poteva essere severamente punito, mentre se egli uccideva un suo pari era chiamato “uomo indegno” e se la cavava con una punizione comparativamente lieve.

Altre cause considerate quel giorno in tribunale erano di natura meno seria. La maggioranza implicavano furti, frode, risse, resistenza all’arresto. Una causa inerente alla morale venne discussa a porte chiuse. Il giudice faceva a ogni imputato alcune domande come: Era sotto l’effetto dell’alcool quando fu commesso il reato? È sposato? Quanti figli ha? Ha un lavoro, o ha perso il lavoro perché si è messo in questo guaio? Era come un padre, mostrando interesse per loro, dicendo loro che dovevano imparare a mantenere la calma. Mostrava che era stolto resistere all’arresto, poiché, dopo tutto, il poliziotto deve fare il suo dovere e non fa questo lavoro perché gli piaccia.

I delinquenti, come i trasgressori del codice stradale, ripetono spesso lo stesso reato, e questo poneva un vero problema al giudice. Coloro che avevano commesso un reato per la prima volta furono ammoniti di cambiare, e di regola ricevettero lievi condanne. I recidivi furono trattati più severamente.

Gli effetti del generale declino morale che c’è in tutta la terra si sentono qui a Curaçao. I furti sembrano in aumento, soprattutto, furti di un tipo senza precedenti, furti delle cassette delle elemosine nelle chiese! Questo mi fa rammentare un caso avvenuto sull’isola di Barbados dove un ladro portò via la cassetta delle contribuzioni da una Sala del Regno dei Testimoni di Geova mentre la congregazione diceva la preghiera.

Trascorrere un giorno in tribunale, particolarmente come spettatore, è davvero istruttivo. Si impara a pensare in modo chiaro e logico; a vedere le cose sotto più che un aspetto; ad apprezzare i diritti dell’imputato in tribunale. Si vedono le prove che viviamo nei predetti “ultimi giorni” in cui delitti e delinquenti si sarebbero moltiplicati. (2 Tim. 3:1-4) Soprattutto, si ha un più profondo apprezzamento per il fatto che solo un Dio onnipotente può mettere le cose a posto e far rispettare una legge perfetta che recherà pace e felice vita senza fine a quelli che rispettano le sue esigenze.

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