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  • Che cosa avviene nella scuola domenicale?

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  • Che cosa avviene nella scuola domenicale?
  • Svegliatevi! 1971
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  • Problemi
  • Chi impartirà l’insegnamento?
  • Che cosa insegnare?
  • Pone problemi, non offre soluzioni
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Svegliatevi! 1971
g71 8/3 pp. 19-22

Che cosa avviene nella scuola domenicale?

IN MOLTE organizzazioni religiose del mondo milioni di persone frequentano quella che si chiama scuola domenicale.

È stato riferito che solo negli Stati Uniti circa 20.000.000 di ragazzi e ragazze fra i tre e i dodici anni frequentano le scuole domenicali di 223 denominazioni protestanti. Ci sono anche classi della scuola domenicale per adulti di ogni età.

La scuola domenicale ha la possibilità di fare molto bene, giacché si dice che tanti la frequentino. Se un così grande settore di persone, giovani e vecchie, potessero giustamente imparare i sani princìpi biblici, sostenuti da una sana vita familiare, si potrebbe migliorare l’atmosfera morale di qualsiasi nazione. Ma le scuole domenicali portano questo buon frutto?

Problemi

Ecclesiastici e genitori convengono unitamente che la scuola domenicale ha molti problemi. In cima alla lista ci sono i risultati deludenti.

I risultati o il prodotto finale deludente si attribuisce in parte ai motivi che spingono i genitori a mandare i loro figli alla scuola domenicale. Molti genitori pensano che la scuola domenicale sia una facile e popolare scorciatoia per impartire istruzione religiosa ai ragazzi, che li libera dalla responsabilità.

Alcuni dicono che più forte di questo motivo sia anche il desiderio dei genitori di posizione sociale. La rivista Redbook affermò: “Nei sobborghi, particolarmente, i genitori tendono ad associarsi alle chiese e a mandare i figli alla scuola domenicale per conformarsi alle usanze della comunità. Questi genitori si interessano poco di quello che viene insegnato — e perché e da chi — o di parteciparvi essi stessi”.

Con tale limitato interesse per la condizione spirituale dei giovani, non è difficile predire il prodotto finale. In un sistema con milioni di ragazzi iscritti, si riscontra che l’atmosfera morale non è migliore di quella di un ugual numero di ragazzi del vicinato che non sono mai stati dentro una scuola domenicale.

La ragione principale addotta per tale deludente risultato è la riluttanza dei genitori a partecipare con i loro figli all’addestramento religioso o a sostenerli con un’atmosfera cristiana in casa. Prima o poi i giovani pensano che, giacché i genitori non si interessano minimamente dell’addestramento religioso, perché dovrebbero interessarsene essi?

Chi impartirà l’insegnamento?

Uno dei problemi che ha causato deludenti risultati è l’idoneità di quelli che insegnano nelle scuole domenicali. Donald Reeder, dell’Associazione Nazionale delle Scuole Domenicali, disse: “L’addestramento dei capi e degli insegnanti è il più grande singolo compito insoluto delle scuole domenicali”.

Uno studio, condotto dal Consiglio Nazionale delle Chiese su cinque denominazioni, pervenne alla conclusione che “la massima debolezza” della scuola della chiesa è che agli insegnanti mancano la conoscenza della loro fede e l’impegno per impararne abbastanza da insegnarla.

Pertanto, anche se sono stati istituiti programmi modernizzati, con nuovi libri di testo con lo schema dei programmi, e anche se sono stati provveduti ausili visivi, la struttura della scuola domenicale poggia ancora su un fondamento di sabbie mobili. Non è più forte della conoscenza degli insegnanti. E giacché la maggioranza delle chiese non sono in grado di assumere insegnanti di professione per la scuola domenicale, devono fare assegnamento sui volontari, che spesso sono genitori già occupati.

Si spera che tali genitori abbiano la conoscenza e la determinazione necessaria per impartire buon addestramento religioso poiché provengono da famiglie fortemente religiose. Suppongono che tali genitori impartiscano regolare istruzione religiosa e diano il buon esempio nella loro casa.

Comunque, il presupposto che famiglie religiose strettamente unite con buona conoscenza provvedano adeguati insegnanti volontari non è un fatto. In effetti, il declino della vita familiare religiosa è una fondamentale debolezza su cui vacilla l’intero programma della scuola domenicale. Come deplorò un insegnante volontario della scuola domenicale: “Molti ragazzi provengono da case, cosiddette case religiose, in cui Dio o l’amore o la fede è di rado menzionata, se non mai”. Gli insegnanti sono tratti da famiglie in cui i genitori non hanno spesso sufficiente conoscenza neppure per istruire i loro ragazzi, tanto meno altri.

Né i protestanti sono gli unici a trovarsi in questo dilemma. In uno studio fu notata la riluttanza anche dei genitori cattolici ed ebrei a “considerare l’addestramento religioso parte del loro compito in casa”. Pertanto, in uno studio compiuto congiuntamente dalla Carnegie Corporation e dall’Ufficio Federale dell’Istruzione si riscontrò che l’istruzione religiosa impartita dalle scuole cattoliche è “praticamente sprecata” per la stragrande maggioranza degli studenti.

Che cosa insegnare?

Un altro difficile problema delle odierne scuole domenicali si basa su ciò che si dovrebbe insegnare ai ragazzi. Alcuni adulti chiedono: “Che cosa si insegna? La Bibbia? I dogmi denominazionali? La morale cristiana? L’etica sociale e politica? o che cosa?”

Alcuni genitori, e alcuni insegnanti, come il prof. Marcus Barth dell’Università di Chicago, hanno sostenuto che l’insegnamento della Bibbia “non è proprio il migliore strumento per la scuola domenicale, ma è l’unico fidato”.

Comunque, gli ideatori di molti corsi della scuola domenicale hanno avuto seri problemi nell’insegnamento della Bibbia. Hanno scoperto che spesso gli insegnamenti biblici indeboliscono i dogmi delle chiese. Un altro problema è che molti insegnanti, in realtà la maggioranza di essi, non sanno veramente come far uso della Bibbia. Non ne conoscono gli insegnamenti, neppure gli insegnamenti spiegati dalla loro chiesa. Quindi, nell’insegnamento della scuola domenicale molti rendono servizio alla Bibbia solo a parole.

Questo rispecchia il fatto che i capi religiosi hanno perso i contatti con la Parola di Dio, la Bibbia. È come un libro chiuso per essi. La loro esitazione a servirsi della Bibbia, la loro incapacità di insegnarne realmente ad altri le verità, la loro mancanza di applicarne le leggi, i princìpi e le profezie alla vita moderna, hanno causato grande confusione.

Questo rammentò a uno studente biblico il pungente sarcasmo del profeta Isaia, che dichiarò: “E per voi la visione di ogni cosa diviene come le parole del libro che è stato sigillato, che essi danno a qualcuno che conosce la scrittura, dicendo: ‘Leggi questo ad alta voce, ti prego’, ed egli deve dire: ‘Non posso, poiché è sigillato’”. — Isa. 29:11.

In quanto a insegnare i dogmi della chiesa, anche lì si è pervenuti a un punto morto. Molti ritengono che l’insegnamento dei dogmi sia “ristretto” e “separatista”, mentre il movimento ecumenico richiede di eliminare le divergenze religiose. Notando che tale insegnamento sarebbe antiquato, Gerald H. Slusser, professore di teologia presso il Seminario Teologico Eden del Missouri, U.S.A., affermò: “Nella famiglia media la zia Maria potrebbe essere divenuta seguace della Scienza Cristiana; il fratello Bruno è andato all’università ed è divenuto agnostico; il padre non lo dice, ma ha adottato la religione americana del liberismo economico di ‘arricchire in fretta’”.

Pertanto, i creatori dei “moderni” programmi d’insegnamento della scuola domenicale fanno compromesso, cercando di piacere a tutti e non offendere nessuno. Ma un padre si lamentò: “Mio figlio, che ha sette anni, ha imparato che Dio è in ogni luogo. Penso che mio figlio si stia facendo un’idea molto confusa delle cose”.

Pone problemi, non offre soluzioni

Nelle “moderne” scuole domenicali c’è la comune trovata di porre “problemi di vita reale” agli studenti, senza offrire soluzioni.

Un testo usato dalla Chiesa Luterana d’America intitolato “È cristiano?” suscita problemi come questo: Un sedicenne cerca di conciliare il suo senso di ciò ch’è bene e ciò ch’è male con il desiderio di ‘conformarsi agli altri’. Invece di tornare a casa da un ballo della scuola a mezzanotte come gli hanno ordinato i genitori, egli “si chiede se non sia una buona soluzione quella di aspettare fin dopo l’una di notte e poi telefonare a casa con una scusa per rientrare più tardi”.

Si chiede a ciascun membro della classe di dare la risposta su ciò che egli farebbe. Il testo non fornisce nessuna guida perché, secondo il dott. W. Kent Gilbert, presidente della Commissione Parrocchiale sull’Istruzione della Chiesa Luterana d’America, “la persona religiosa reagisce a una situazione nel modo che crede sia la via più vicina alla volontà di Dio. Ma non ci sono risposte completamente giuste o completamente sbagliate”.

Non è spiegato come gli studenti imparassero in primo luogo la volontà di Dio. Tuttavia, si suppone che senza guida rispondano a tali domande in base alla loro conoscenza della volontà di Dio. Che cosa pensate che accadrebbe se questi ragazzi fossero trasferiti in una classe di meccanica dove l’istruttore non ha mai spiegato come montare un motore, ma che poi ne dà loro uno già smontato e dice: “Ora, ragazzi, rimontate il motore e ditemi perché fate così”?

Insuccesso

Molti direttori di scuole domenicali le considerano un insuccesso dal punto di vista spirituale. Nel luglio del 1967 una conferenza di insegnanti e pastori cattolici e protestanti si riunì per trattare il problema dell’istruzione religiosa. Conclusero che la scuola religiosa nella sua forma attuale non può sussistere!

Secondo The Christian Century, la conferenza “parve convenire che il metodo denominazionale di impartire istruzione è superato”. La conferenza avanzò la proposta di sostituire, o almeno integrare la scuola domenicale con scuole comunitarie. Il personale e gli amministratori di queste scuole comunitarie sarebbero costituiti da membri volontari della comunità ed esse integrerebbero il sistema delle scuole pubbliche.

Tutto ciò equivale ad ammettere che le chiese non si ritengono fonti di conoscenza, addestramento e forza spirituale. Esse cederebbero il compito di impartire istruzione religiosa alla comunità, agli stessi che già confessano di non volere e non potere insegnare nella scuola domenicale.

Forse pensate che la situazione non sia proprio così brutta. Tuttavia, se voi o i vostri figli avete frequentato la scuola domenicale, fate bene a chiedervi quello che avete imparato. Esaminiamo dunque più a fondo questo aspetto della cosa.

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