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  • g71 22/12 pp. 20-22
  • Le “statue di neve” del Giappone

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  • Le “statue di neve” del Giappone
  • Svegliatevi! 1971
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  • La festa che crebbe come una palla di neve
  • Gioia dei ragazzi fra neve e ghiaccio
  • Demoliti gli dèi e gli uomini di neve
  • Il festival della neve e del ghiaccio di Sapporo
    Svegliatevi! 1994
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    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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    Ausiliario per capire la Bibbia
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    Svegliatevi! 1996
Altro
Svegliatevi! 1971
g71 22/12 pp. 20-22

Le “statue di neve” del Giappone

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Giappone

CHE divertimento! Non è stato spesso un piacere per i ragazzi fare una statua di neve? Ma a Sapporo, nell’isola settentrionale nipponica di Hokkaido, hanno superstatue di neve. Alcune di queste pesano più di mille tonnellate e fanno rimanere senza fiato per i loro particolari artistici. Ci sono anche animali, uccelli e pesci di neve, dèi di neve, treni e aerei a reazione grandissimi di neve, case, pagode e castelli di neve, un virtuale mondo modellato con la neve!

È comunque un mondo di breve durata, solo di quattro giorni, verso la fine di gennaio o i primi di febbraio. Quindi sono ridotti di nuovo in neve informe e portata via.

Il luogo di questa festa della neve, Sapporo, è chiamato “Città dei giovani del Giappone”. Nonostante che abbia poco più di cento anni, è fiorita in un’affaccendata metropoli di 930.000 abitanti. Stranamente, un recente modello di neve raffigurava “Il milionesimo cittadino di Sapporo” come una persona dagli occhi offuscati con due soli denti inferiori. La maggior parte della forte popolazione della città ha un aspetto più sano di questo!

Le città giapponesi in genere sorsero da gruppi di villaggi feudali con strette viuzze curve. Ma Sapporo è diversa. Progettata con l’aiuto di progettatori di città inglesi e americani, ha viali ampi e diritti, e un parco largo 100 metri che attraversa il centro della città da est a ovest. Questo ha file di piante di lilla e acacia, che si amalgamano a tappeti verdi e a vivaci aiuole di fiori in estate. Comunque, è in contrasto col bianco dell’inverno e specialmente durante la festa della neve.

La festa che crebbe come una palla di neve

Questa festa risale a verso il 1950. Per rallegrare la monotonia del lungo inverno settentrionale, si organizzò che i ragazzi costruissero modelli di neve, per divertimento o per esercizio. Mentre la festa diventava più grande, i padri della città videro grandi possibilità nel servirsene per rendere popolare Sapporo. Ora la festa è cresciuta come una palla di neve, raggiungendo proporzioni gigantesche.

Una solida piattaforma di neve è costruita per ciascuna esposizione e a questa base sono ancorate impalcature di legno. Queste devono essere forti, perché una valanga di mille tonnellate di neve e ghiaccio può essere pericolosa per l’osservatore! Parecchi anni fa, una copia dell’arca di Noè crollò durante la costruzione e dovette essere rifatta di nuovo. Se i costruttori avessero semplicemente seguìto le indicazioni del libro biblico di Genesi, invece dell’immaginario modello del film “La Bibbia”, avrebbero costruito senza dubbio un’arca più forte. Ma almeno gli animali furono rappresentazioni piacevolmente accurate, aderenti alla vita reale.

Per l’esposizione del 1970, la storia antica fu rappresentata con belle rappresentazioni “scolpite”, alte quattordici metri e larghe trenta, del tempio rupestre di Abu Simbel in Egitto, che si dice fosse costruito da Ramses II a celebrazione della sua conquista del Sudan. Questo era completo di faraoni, leoni alati e geroglifici, i quali sembravano così incomprensibili per i Giapponesi come la scrittura giapponese lo sembra agli estranei.

La storia moderna fu rappresentata in un’altra esposizione, in un luogo dove il visitatore poteva fare i suoi ‘primi grandi passi’ fra i crateri lunari, ma con i piedi ben piantati sulla neve anziché sulla polvere lunare. Accanto, due astronauti di neve, un modulo lunare di neve e un razzo Apollo 11 di neve davano realismo alla scena.

Gioia dei ragazzi fra neve e ghiaccio

Comunque, la “neve” è principalmente la gioia dei ragazzi. Difatti, raffigurati con la neve, ci sono qui molti racconti, del Giappone e dell’Occidente, che sono stati più volte raccontati ai ragazzi per secoli. Un’esposizione, che si estende per l’ampiezza del parco cittadino, raffigura la principessa Biancaneve che arriva nello “scintillante palazzo del Principe”. Ella viene col treno “pallottola”, accompagnata dai nani, due dei quali a cavalcioni sul treno. Un tremendo Gulliver, che pesa probabilmente duemila tonnellate, giace disteso attraverso il parco. Modelli di neve dei ragazzi fanno sport invernali, mentre ragazzi veri con berretti e maglie a colori vivaci si raggruppano intorno ai suoi piedi per farsi fare la fotografia.

Nella successiva parte del parco c’è un Urashima Taro con i capelli e il viso bianchi, il Rip Van Winkle del Giappone, in groppa a una tartaruga tutta bianca di cento tonnellate del folclore giapponese.

Intorno ai modelli più grandi sono disposte molte esposizioni più piccole, compresi animali domestici, volpi, tassi e orsi. Come piace ai bambini abbracciare questi animali a grandezza naturale e salire sul loro dorso di ghiaccio!

Come variazione, un intero isolato ha esposizioni fatte solo di ghiaccio! Notevole fra queste è una pagoda a sette ordini, con la sua struttura a forma di ghiacciuoli, che scintilla a notte di luci colorate. Vicino, delicatamente e abilmente cesellati in blocchi di ghiaccio, ci sono una casa colonica, un granaio e animali campestri. C’è inoltre una nave di tesori e un vero e proprio serraglio di ghiaccio: rane, un pinguino, un cammello, un cobra, un cigno, un gatto “nero”, un orso (sicuramente legato al recinto), un granchio, una tartaruga e cani artici.

Demoliti gli dèi e gli uomini di neve

Poiché il Giappone è un paese buddista, una mostruosa statua di Budda del Bosatsu-Hanka, alta undici metri, è esposta preminentemente nel parco centrale. Ma anche “Budda”, sebbene squisitamente scolpito all’esterno, è all’interno esattamente come qualsiasi altra immagine, solo un po’ più fredda a Sapporo. Egli è abbastanza solido da sopportare la maggioranza delle tempeste, quantunque un fubuki (una tormenta) durante la festa possa essere sferzante per i suoi visitatori. E se la soffice neve si accumula nei suoi occhi e nei suoi orecchi, gli autocarri e le scale dei pompieri sono a disposizione per lavarla e spazzolarla via. Per quattro gelidi giorni e per quattro illuminate notti, Budda regna insieme ai suoi compagni dèi ed è esposto.

Dopo questi quattro transitori giorni di gloria, tutte le esposizioni di dèi e uomini e altre cose devono esser demolite, poiché sarebbero un pericolo per i bambini e per altri passanti se si lasciassero decomporre per opera degli elementi. Già, la mattina dopo la festa, “Budda” ha perduto un dito. Presto, gli operai sono occupati con piccone e pala, distruggendo lui e i suoi compagni dalla testa ai piedi. A volte questi “dèi” ricevono elargizione di congedo di vino sakè, versato fra i loro denti di ghiaccio per placarli contro i colpi dei picconi e delle pale degli uomini.

In un certo senso, quest’opera di demolizione di “Budda” rappresenta ciò che molti riflessivi cittadini di Sapporo ora stanno facendo. Questa città, e invero l’intera isola di Hokkaido spazzata dalla neve, sta mostrando d’essere uno dei più fruttuosi campi della testimonianza del Regno in Giappone. Mentre i testimoni di Geova predicano con la Sacra Bibbia a queste persone umili, molte di esse hanno compreso che “Budda”, per quanto piacevolmente scolpito, è tuttavia solo un idolo, e che, come la Bibbia dichiara, “l’idolo non è nulla nel mondo”. (1 Cor. 8:4; Sal. 115:4-8) Nel loro cuore essi demoliscono l’idea di “Budda”, così completamente come gli operai demoliscono gli dèi della festa della neve.

Benché la festa della neve porti molte sorprendenti e graziose opere d’arte, queste sono fatte dagli uomini e durano solo pochi giorni. E può alcuna di queste paragonarsi minimamente alla bellezza del paesaggio nevoso che Geova porta ogni inverno in tutto il paese? Egli ha fatto questo per migliaia di anni. I modelli di neve, come gli dèi che alcuni di essi rappresentano, vengono e vanno, ma i magnifici cicli della meravigliosa disposizione terrena di Geova continueranno per sempre, con piacevole diletto di quelli che lo amano. Sarà come egli promise molto tempo fa, ai giorni di Noè: “Tutti i giorni che la terra durerà, sementa e mietitura, e freddo e caldo, ed estate e inverno, e giorno e notte, non cesseranno mai”. — Gen. 8:22.

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