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  • Date la priorità alla preghiera?

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  • Date la priorità alla preghiera?
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Svegliatevi! 1971
g71 8/8 pp. 27-29

“La tua parola è verità”

Date la priorità alla preghiera?

LA PRIORITÀ è definita come qualche cosa “che viene prima in ordine d’importanza; posto di preferenza assegnato a qualsiasi cosa che le dia diritto per prima alle risorse necessarie”. Durante la seconda guerra mondiale il termine “priorità” fu usato molto; la priorità era data a tutte le industrie che erano essenziali per lo sforzo bellico.

Dare la priorità alla preghiera significa quindi riconoscerne l’importanza. Significa dedicarle tempo, prendendo il tempo da altre cose d’importanza minore.

Oggi i ministri cristiani odono spesso la lamentela che le persone sono troppo occupate anche per ascoltare il messaggio del regno di Dio. Ma sono tutte queste persone effettivamente tanto occupate da non ascoltare un breve sermone biblico? Niente affatto, se ne hanno il desiderio! Si tratta di ciò che pensano sia più importante per loro. Molti danno la priorità al divertimento perché sono “amanti dei piaceri anziché amanti di Dio”. — 2 Tim. 3:4.

Qui è una lezione per i dedicati cristiani quando si tratta della preghiera. Se sei un dedicato cristiano, naturalmente sai di dover dedicare del tempo alla preghiera; che dovresti prendere il tempo di pregare prima di ciascun pasto; che dovresti cominciare e finire ciascun giorno con la preghiera al tuo Fattore, oltre a pregare in altre occasioni. Ma fai questo sempre? O ti trovi ad andare a lavorare la mattina senza aver prima preso il tempo di parlare a Dio, per ringraziarlo del riposo della notte, per la luce di un altro giorno, e per tutte le benedizioni che ti sono dinanzi, sia spiritualmente che materialmente, per non parlare di chiedere a Dio sapienza e forza per il giorno e la sua benedizione sugli interessi della sua opera in tutto il mondo?

È vero che, preparandoti per il lavoro, ci sono certe cose che semplicemente devi fare: fare il bagno o lavarti, pettinarti e forse raderti; mangiare qualche cosa e arrivare in tempo per prendere l’autobus, sai che non aspetta. Queste cose sono essenziali per provvedere “cose eccellenti dinanzi a tutti gli uomini”. (Rom. 12:17) Facendo queste cose necessarie di giorno in giorno, sai ormai quanto tempo ci vuole. Non potresti dunque alzarti un po’ prima per avere del tempo ogni mattina per parlare con Dio e per fare almeno una breve considerazione della scrittura biblica del giorno e del suo commento come sono pubblicati nella rivista Torre di Guardia? Ciò facendo, presteresti ascolto al consiglio dell’apostolo di ‘riscattare il tempo opportuno, perché i giorni sono malvagi’. — Efes. 5:16.

Gesù Cristo, il perfetto Figlio di Dio, quando fu sulla terra apprezzò il valore e la necessità della preghiera. I Vangeli ci narrano che al tempo del suo battesimo pregò, che trascorse intere notti nella preghiera e che l’ultimo giorno del suo ministero terreno pregò ripetute volte. Ed egli insegnò ai suoi seguaci come pregare e li esortò: “Vigilate e pregate di continuo”. — Matt. 26:41.

Che le si debba dare la priorità significa essere consci delle nostre necessità spirituali. (Matt. 5:3) Dobbiamo parlare a Dio quotidianamente. ‘In tutte le nostre vie dobbiamo riconoscerlo perché egli diriga i nostri sentieri’. (Prov. 3:5, 6) Dobbiamo di continuo tener presente il principio espresso in Salmo 127:1: “Salvo che Geova stesso edifichi la casa, non serve a nulla che vi abbiano lavorato duramente i suoi edificatori. Salvo che Geova stesso guardi la città, non serve a nulla che sia stata sveglia la guardia”. Sì, abbiamo bisogno d’essere di continuo consci del fatto che ‘i nostri tempi sono nella mano di Dio’. — Sal. 31:15.

La preghiera è il miglior modo in cui possiamo tenerci stretti al nostro Fattore, nostro Datore di vita, nostro Sostenitore e nostro Giudice, Geova Dio. Mediante la preghiera possiamo essere aiutati a camminare modestamente con il nostro Dio. (Mic. 6:8) Nella misura in cui ‘perseveriamo nella preghiera’, in tale misura Geova Dio ci sarà vicino. (Rom. 12:12; 1 Tess. 5:17) In tale misura saremo rafforzati in due dei più essenziali aspetti della nostra vita cristiana. Quali sono questi aspetti?

D’altra parte, più ci teniamo vicini a Geova Dio mediante la preghiera, più temeremo di dispiacergli. Questo timore è il principio della sapienza, poiché ci aiuterà a dipartirci dal male, sì, ci rafforzerà per resistere alla tentazione. E d’altra parte, più ci teniamo vicini a Geova Dio, più lo conosceremo e lo ameremo e più avremo zelo per osservare i suoi comandamenti, poiché questo è ciò che significa l’amore di Dio, come mostra anche l’apostolo Giovanni. — Prov. 8:13; 9:10; 1 Giov. 5:2, 3.

Se in effetti diamo alle nostre preghiere a Geova la priorità rispetto alle altre cose, avremo quindi il tempo per includervi lode e rendimento di grazie, non limitandole solo alle richieste che faremo a Dio. I salmi ci forniscono buoni esempi sotto questo aspetto, poiché mentre, strettamente parlando, essi sono canti, molti d’essi sono anche, in sostanza, preghiere di lode e di rendimento di grazie oltre che richieste.

Per esempio, il Salmo 136 ci comanda: “Rendete grazie a Geova, poiché egli è buono: poiché la sua amorevole benignità è a tempo indefinito rendete grazie al Dio degli dèi . . . rendete grazie al Signore dei signori. . . . Rendete grazie all’Iddio dei cieli”. — Sal. 136:1-3, 26.

E rivolgendoci a Geova Dio con richieste, petizioni e supplicazioni, cerchiamo di non essere mai così arditi da chiedere o da comandare a Dio. Cerchiamo di non predicare o di fare la morale a Lui. No, noi supplichiamo, e la nostra attitudine dev’essere uguale a quella di Gesù, che disse: “Non come io voglio, bensì come vuoi tu”. — Matt. 26:39.

Se diamo alle nostre preghiere la priorità saremo in grado di rivolgere con ragione le nostre richieste perché Dio le esaudisca. Questo può avvenire poiché vi è implicato il suo nome, o perché sappiamo che egli è un Dio che prova diletto nella misericordia, nella giustizia e nell’amorevole benignità. (Eso. 34:6, 7; Dan. 9:16-19) O possiamo supplicare che ci perdoni perché abbiamo ereditato il peccato dai nostri genitori, come fece anche il re Davide. — Sal. 51:1-5.

E quando preghiamo cerchiamo di usare parole scelte e un linguaggio scelto, ricordando a chi parliamo, all’Altissimo, al Sovrano Governatore dell’universo. Il riconoscimento di questo fatto ci indurrà anche a rivolgerci a lui con vera umiltà e con il massimo rispetto possibile. E nel fare le nostre richieste cerchiamo di non dire mai “ripetutamente le stesse cose”, come fanno le persone che non credono nella Bibbia. — Matt. 6:7.

Né dovremmo esser simili al vecchio che pregò: “Dio benedici me e mia moglie, mio figlio Giovanni e sua moglie; noi quattro e nessun altro”. No, ma abbiamo una veduta più ampia. Vogliamo pregare per la santificazione del nome di Dio, per la venuta del suo regno e perché si faccia sulla terra la sua volontà. E vorremo ricordare anche ‘l’intera associazione dei nostri fratelli’ in ogni parte del mondo. — 1 Piet. 5:9; Matt. 6:9, 10.

Se riconosciamo che ciò che la Parola di Dio dice è vero, daremo alla preghiera la priorità, non trascurandola mai. Renderemo le nostre preghiere così comprensive come dovrebbero essere e le diremo con le eccellenti parole che meritano.

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