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  • Festival Internazionale della Canzone di Rio
  • Svegliatevi! 1971
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Svegliatevi! 1971
g71 8/11 pp. 11-12

Festival Internazionale della Canzone di Rio

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Brasile

TANTO sole, spiagge belle e invitanti, una baia spettacolare con alti monti nello sfondo: ecco qualche cosa che farebbe venire a molti la voglia di cantare! Sia che il clima e il panorama abbiano o meno a che fare con questo, a Rio de Janeiro e venuto all’esistenza un festival mondiale della musica. Il suo scopo? Promuovere migliore comprensione fra i popoli di tutte le nazioni per mezzo della musica. In che cosa consiste?

Il Festival Internazionale della Canzone Popolare, istituito circa cinque anni fa, segue i criteri generali di altri noti festival, come quello di San Remo, in Italia. Comunque, l’idea era di farne non un festival “chiuso”, ma un festival con il maggior numero possibile di persone presenti, persone che non fossero solo osservatori ma partecipanti, cantando liberamente le loro canzoni preferite.

Ma, dove tenere il Quinto Festival? Un luogo ideale era la Palestra Maracañazinho, all’ombra del suo colossale omonimo, lo Stadio Maracaña, il più grande del mondo. La palestra può comodamente ospitare oltre 30.000 persone a sedere. E sarebbero stati necessari tutti i posti, giacché la popolarità di questo festival è aumentata col passare di ogni anno. Perché si tenesse l’anno scorso, però, il festival doveva affrontare il problema mondiale della scadente qualità della musica. Sarebbe il festival stato in grado di far fronte a questa sfida?

Il festival si svolge in due parti, quella nazionale e quella internazionale. La parte nazionale si tenne dal 15 al 18 ottobre 1970, e in essa fu scelta una canzone per rappresentare il Brasile nella parte internazionale, che si svolse alcuni giorni dopo, dal 22 al 25 ottobre. L’anno scorso furono rappresentate circa trentacinque nazioni, che coprivano un largo raggio, dall’Argentina alla Iugoslavia, e includevano Ungheria, Giappone, Svezia, Stati Uniti, ecc.

L’anno scorso il festival fu direttamente trasmesso via satellite in parecchi paesi con la televisione a colori. Si suppone che fosse visto da circa 350 milioni di persone. Ma avrebbero realmente voluto vederlo tante persone? David Raskin, presidente dell’Associazione Americana dei Compositori e Parolieri, espresse la sua veduta, dicendo: “Possibilmente, il più alto elogio che si potrebbe fare al Festival della Canzone di Rio è quello di dire che un gran numero di compositori americani avrebbero voluto vederlo negli Stati Uniti”.

Scelta delle migliori canzoni

Per il Festival della Canzone di Rio si fa una precedente selezione di musica. Poi, in due diverse sere, viene presentato un gruppo di una ventina di canzoni, una per ciascun paese rappresentato. Fra le trentacinque canzoni presentate nel 1970, ne furono scelte venti per la presentazione finale. Di queste, sono scelte le migliori dieci. Sono offerti premi in denaro e trofei, essendo il trofeo principale un “Gallo d’oro”, il simbolo del festival. Prima, durante e dopo la presentazione delle canzoni c’è uno spettacolo, in cui è eseguita in genere bella musica da cantanti e direttori d’orchestra ospiti i quali sono spesso giudici della gara.

La scelta delle migliori canzoni è affidata a una giuria internazionale che include direttori d’orchestra, musicisti, cantanti, critici musicali, ecc. La scelta della giuria, comunque, non corrisponde sempre alla scelta della gente. L’anno scorso fu dunque organizzata a sorte un’altra giuria, una giuria “popolare” che sceglie le canzoni secondo i gusti generali della gente.

Nel 1970 le due giurie andarono molto vicine nella loro scelta, benché prevalga l’opinione della giuria ufficiale. Secondo il desiderio di molti, le canzoni vincenti erano di tipo romantico. Una ballata argentina su un povero contadino vinse inaspettatamente il “Gallo d’oro”, seguita da una romantica melodia della Iugoslavia. Il Brasile arrivò terzo con un valzer ‘soul’, pezzo pieno di contrasti e con molte urla. Furono offerti trofei anche al migliore cantante, compositore, paroliere, direttore d’orchestra, strumentista e al migliore complesso.

Come far fronte alla decadenza nella musica

Non c’è dubbio che la musica ha un profondo effetto sulle persone, specialmente sui giovani. Ora c’è la tendenza a preferire musica rumorosa, ‘calda’, con un forte ritmo. Purché il suono o il ritmo piaccia loro, alcuni giovani non si preoccuperanno probabilmente che le parole esprimano le loro idee e credenze. I giovani cristiani, comunque, dovrebbero ricordare che la musica popolare ha i suoi pericoli. Primo, c’è il pericolo dell’“adorazione degli eroi”. Cantanti e suonatori non sono eroi, ma i giovani inesperti hanno la tendenza a considerarli proprio così. Pertanto, quando i famosi cantanti Jimi Hendrix e Janis Joplin morirono recentemente, si suppone per abuso di droga, fu avanzata la proposta di dare il loro nome a due trofei del festival. Comunque, parecchi giudici di minorenni, radunati a simposio al tempo del festival, definirono ciò “la glorificazione di deplorevoli esempi”.

In secondo luogo, che cosa dicono le parole? Esprimono pensieri impudichi e immorali? Hanno qualche legame con la falsa religione, come certa “bossa nova” e altra musica brasiliana? “Aquarius”, canzone molto popolare qualche tempo fa, glorificava l’astrologia, forma di divinazione che ha le sue radici nella pagana religione babilonese e pratica condannata nella Bibbia. (Isa. 47:13, 14; Riv. 18:21-23) Pertanto, le canzoni di questa specie non si addicono al vero cristiano.

I giovani dovrebbero anche ricordare che la musica non è la cosa più importante della vita. Che dire dunque del tempo e del denaro spesi ad acquistare dischi, ad ascoltare tutti quelli più recenti? Il vero cristiano dev’essere equilibrato anche in quanto alla musica.

Il Quinto Festival Internazionale della Canzone Popolare non evitò la generale tendenza decadente nella musica. Pertanto, Wilson Simonal, notissimo cantante brasiliano che aveva presieduto il precedente festival, disse: “Il Quinto Festival della Canzone è stato così scadente, così scadente, che non credo si terrà il Sesto”.

Molti pensarono che egli esagerasse, ma ovviamente si riferiva ad alcune canzoni presentate sia nella parte nazionale che in quella internazionale. Nonostante la decadenza nella musica, come singoli possiamo ancora scegliere e ascoltare bella musica.

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