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  • g73 8/1 pp. 11-14
  • La “rivoluzione verde” sarà sufficiente?

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  • La “rivoluzione verde” sarà sufficiente?
  • Svegliatevi! 1973
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  • Non più ‘miracoli’
  • Aveva ragione Malthus?
  • Qual è la risposta?
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    Svegliatevi! 1973
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Altro
Svegliatevi! 1973
g73 8/1 pp. 11-14

La “rivoluzione verde” sarà sufficiente?

IL PROBLEMA della fame è oggi abbastanza grave. Ma gli esperti convengono che presto diverrà molto peggiore.

Perché? Perché c’è qualche altra cosa da considerare. E questo qualcosa è considerato il problema più grande di tutti.

Georg Borgstrom, professore di scienza alimentare all’Università di Stato del Michigan, dice di che cosa si tratta: “Chiunque pensi che l’attuale crisi mondiale delle proteine esploda e si risolva da sé dovrebbe ricordare che gli affamati del mondo si moltiplicano due volte più in fretta dei ben nutriti”.

Infatti, una recente relazione delle Nazioni Unite mostra che i popoli affamati del mondo aumentano in effetti due volte e mezzo più in fretta di quelli che sono ben nutriti. Così, mentre è vero che più persone mangiano meglio perché la popolazione nei paesi ‘prosperi’ aumenta, è anche vero che il numero delle persone nei paesi più poveri che non mangiano abbastanza cresce molto più in fretta. Questo è ciò che preoccupa massimamente le autorità quando parlano di “esplosione della popolazione”.

Nonostante la “rivoluzione verde”, il problema della fame non è dunque risolto. U.S. News & World Report del 6 marzo 1972 dichiara: “Il boom della popolazione del mondo non mostra nessun segno di rallentamento e può anche affrettarsi negli anni avvenire. . . . La popolazione cresce ora di 75 milioni l’anno, abbastanza da creare l’equivalente di un nuovo Bangladesh fra dodici mesi. . . . La crescita è così esplosiva che le autorità demografiche temono che la fame si diffonda in molti paesi del mondo sviluppato”.

L’attuale popolazione indiana di circa 570 milioni aumenta approssimativamente di 14 milioni l’anno. Riguardo a ciò il Times di New York dice: “A meno che non si riduca il ritmo in modo significativo l’India avrà un miliardo di persone per l’anno 2000, superando di gran lunga qualsiasi aumento della produzione alimentare”.

Comunque, un’altra fonte avverte che anche se l’India realizzasse gradualmente la “straordinaria impresa di ridurre il ritmo delle sue nascite a metà” negli anni avvenire, questo non sarebbe ancora abbastanza. La sua popolazione supererebbe comunque un miliardo verso l’anno 2000!

Non vogliamo dire che la terra non sia in grado di sostenere 31⁄2 o 4 miliardi di persone, o più. Le può sostenere. Ma la struttura economica, sociale e politica del mondo è così costituita da ridurre ogni anno sempre più persone a stridente povertà e fame.

Non più ‘miracoli’

Ciò che turba inoltre alcune autorità è la comprensione che i futuri grandi aumenti di produzione alimentare saranno più difficili da ottenere. Molta parte del miglior terreno nei paesi più poveri è già stata coltivata con i nuovi semi.

Ecco perché una riconosciuta autorità nel campo della “rivoluzione verde”, Lester R. Brown del Consiglio per lo Sviluppo Oltremare, dice: “Anche se abbiamo a breve scadenza un po’ di spazio che ci dà respiro reso possibile dalla ‘rivoluzione verde’, non possiamo continuare ad espandere per sempre la produzione alimentare. Ci sono certi limiti definiti all’aumento che possiamo ottenere nella produzione”. E il prof. Fraser dice in The People Problem:

“Temo che molti considerino il temporaneo miglioramento della crisi alimentare come un’indicazione che la scienza ci liberi sempre. . . .

“Ci sarà ulteriore miglioramento, ma non più salti notevoli di produzione. I genetisti . . . sono fermi nelle loro dichiarazioni che i futuri ‘miracoli’ non sono da attendere, mentre quelli attuali furono completamente predetti”.

Anche nei recenti anni di massimo successo con la “rivoluzione verde”, la popolazione del mondo è cresciuta così in fretta che ha quasi cancellato l’aumento dei raccolti. E quando nei paesi più poveri verrà il tempo che la produzione per ettaro non potrà essere più aumentata mentre la popolazione continuerà a “esplodere”, che cosa si farà?

L’ingegnere chimico Norbert Olsen disse all’inizio del 1972: “Potrei lavorare 24 ore al giorno per creare fertilizzanti e nuovi modi di contribuire alla produzione alimentare e ancora non soddisferei il bisogno”. E Chemical Week del 15 marzo 1972 riferisce: “Un gruppo di quattro uomini dell’Istituto di Tecnologia del Massachusetts [concluse che] . . . solo rendendo stabile la popolazione e la produzione industriale l’uomo può sopravvivere oltre i prossimi 100 anni”.

In alcune zone, la crescente popolazione ha già dato luogo al costante depauperamento della vegetazione naturale. Si dice che il diboscamento e l’eccessivo impoverimento dei pascoli nell’India occidentale abbiano creato zone aride soggette a siccità prolungate. E molti appezzamenti di terreno sono stati divisi e suddivisi per generazioni entro nuclei familiari così spesso che non possono più essere divisi e coltivati in maniera economica.

Il Bulletin dell’Australia asserisce: “In meno di un secolo, l’estensione dei terreni improduttivi del mondo si è raddoppiata per la ‘coltivazione di regione desertiche’ (e la distruzione continua), mentre in ogni singolo continente gli agricoltori (e l’industria) minano le essenziali riserve capitali dell’acqua sotterranea per la coltivazione delle loro messi, a volte a un ritmo pericoloso”.

Aveva ragione Malthus?

The Bulletin conclude: “Si sta dimostrando che quel tenebroso, vecchio pessimista del diciottesimo secolo, Thomas Malthus, dopo tutto aveva ragione. Da che egli scrisse, estesi tratti di terreno sono stati aperti e la scienza ha aumentato la produzione in maniera spettacolare; tuttavia il netto risultato è più persone affamate che muoiono di quante non ce ne siano state prima”.

Il libro The Environmental Crisis pure dichiara: “Ci sono ora più persone affamate e indebolite su questo pianeta di quanti esseri umani non ci fossero nel 1850”. Nel 1850 c’era sulla terra un miliardo di persone!

Quante persone muoiono ora a causa della fame? Paul Ehrlich di Stanford dice: “Se prendiamo l’unica definizione intelligente della morte per fame — che una persona ha fame sino a morire se un’alimentazione adeguata le avesse assicurato la sopravvivenza — il livello dei decessi da attribuire alla morte per fame oggi nel mondo è dunque veramente colossale, all’incirca fra i 5 milioni e i 20 milioni di persone l’anno”. Queste sarebbero quasi 55.000 persone che muoiono ogni giorno di fame!

Naturalmente, alcuni funzionari obietterebbero a tale interpretazione della situazione. Ma si deve ricordare che poche autorità governative sono inclini ad ammettere che le persone nei loro paesi muoiono di fame. Tuttavia, tante persone che nei paesi poveri si registra che muoiono di qualche malattia in effetti muoiono come indiretto risultato della fame. Se avessero potuto avere un’alimentazione adeguata, non sarebbero morte prematuramente.

Ma che dire della “rivoluzione verde”? Gli osservatori preoccupati come Ehrlich ignorano forse i progressi fatti finora? Egli risponde:

“Abbiamo prodotto una generazione di agricoltori che possono coltivare mirabilmente lo Iowa; possono fare magnifiche presentazioni alla stampa; ma non possono calcolare e non comprendono qual è la situazione del mondo. . . .

“Si alzano nelle adunanze e dicono: ‘Ma, sapete, possiamo ottenere un alto rendimento da questo e un alto rendimento da quello’. Io rispondo: ‘Quando sarete in grado di dare da mangiare ai 3,5 miliardi di persone oggi viventi, tornate e parleremo di come dar da mangiare a 7 miliardi. Fino a quel momento, mettetevi a sedere e tacete, perché non state facendo nulla di buono’”.

Questo fa venire in mente la predizione fatta parecchi anni fa da due agronomi, William e Paul Paddock. Nel loro libro Famine—1975! dichiarano che a metà degli anni settanta la carestia mondiale sarebbe stata inevitabile. Ma poi ebbe inizio la “rivoluzione verde” con il suo iniziale ottimismo e molti sminuirono tali predizioni di carestia.

Ora, comunque, le autorità non sono propense a schernire. Un funzionario dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite fa questa realistica stima: “Non lo sappiamo ancora con certezza. . . . Potremmo ancora scoprire che i Paddock non si sbagliavano, che semplicemente erano stati prematuri nelle loro date”.

Molti la pensano come Ehrlich che dice: “Ritengo che l’effettiva data sia un gioco di parole. . . . Propendo francamente verso uno spaventoso pessimismo. La gente mi dice: ‘Quali pensa che siano le nostre probabilità [di evitare la carestia mondiale]?’ Rispondo che ora le nostre probabilità di successo siano del 2 per cento, e che se lavoriamo proprio duramente potremmo farle salire al 3 per cento”.

È significativo il fatto che tali sinistre predizioni siano espresse ora, in mezzo alla “rivoluzione verde”. Inoltre, gli scorsi pochi anni hanno visto condizioni relativamente favorevoli. Vi sono periodiche siccità, come quelle che ci furono in India nel 1965 e nel 1966. Poiché la popolazione mondiale, specialmente quella dei poveri, è tanto aumentata da allora, simili siccità recherebbero in futuro immense catastrofi.

Qual è la risposta?

No,la “rivoluzione verde” non è la risposta ai problemi della fame in questo mondo. E non sono soltanto gli esperti di agricoltura a riconoscerlo. Una fonte molto più alta, il Creatore dell’uomo, Geova Dio, dice che non è la risposta.

La stessa Parola di Dio, le Sacre Scritture, contengono molte profezie che ci dicono quali cose ha in serbo il futuro. La profezia biblica chiama il nostro tempo “ultimi giorni”. (2 Tim. 3:1) Provvede molte indicazioni che contrassegnano questo significativo tempo della storia umana. Un’indicazione predetta era che ci sarebbe stata “penuria di viveri . . . in un luogo dopo l’altro”. — Matt. 24:7.

Quindi, qualunque successo abbiano i nuovi tipi di grani sarà di breve durata. Il presente sistema di dominio fra le nazioni non potrà fermare per molto tempo la penuria di viveri.

Ma la penuria di viveri sarà fermata e presto! Geova Dio garantisce nella sua Parola che risolverà permanentemente i problemi del genere umano, incluso quello della fame.

Anzitutto, ci vuole una nuova amministrazione per governare questa terra e i suoi popoli. Divisivo nazionalismo, egoistico commercialismo e funeste guerre devono essere eliminati così che si possano debitamente sfruttare le risorse della terra.

Come Dio farà questo? Intervenendo direttamente nelle attività umane. La sua Parola promette che eliminerà con la forza tutte le disposizioni governative ed economiche di questo presente sistema di cose. Ciò preparerà il terreno a un ordine interamente nuovo qui sulla terra. Quel nuovo ordine sarà amministrato dal celeste governo per cui Gesù Cristo insegnò ai suoi seguaci a pregare, il regno di Dio. Infatti, quel regno celeste è ciò che Dio impiegherà per ‘stritolare e far finire tutti questi regni’ esistenti oggi. — Dan. 2:44; Matt. 6:9, 10.

Sotto il dominio del Regno di Dio, è promesso ai popoli allora viventi sulla terra “un banchetto di piatti ben oliati” in un’èra in cui “nazione non alzerà la spada contro nazione né impareranno più la guerra”. Questo celeste governo di Dio assicura la giusta distribuzione della ricchezza della terra. — Isa. 25:6; 2:4.

Perciò, non vi fate ingannare dai suggerimenti che gli uomini risolveranno l’odierno enorme problema alimentare. Non lo risolveranno. Non gli scienziati e la loro “rivoluzione verde”, ma il “Fattore del cielo e della terra” è Colui che soddisferà i bisogni di tutto il genere umano. (Sal. 146:6, 7) Quando? La sua Parola promette: presto! In realtà, entro questa stessa generazione il regno di Dio dominerà senza rivali, per l’eterna benedizione di tutti quelli che adorano il vero Dio. — Matt. 24:34.

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