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  • È corretto pregare altri eccetto Dio?

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  • È corretto pregare altri eccetto Dio?
  • Svegliatevi! 1973
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Svegliatevi! 1973
g73 8/2 pp. 28-30

“La tua parola è verità”

È corretto pregare altri eccetto Dio?

IL SOGGETTO della preghiera si presenta in maniera preminente nelle Scritture, da Genesi fino a Rivelazione. Ma che cos’è esattamente la preghiera?

Fra le definizioni date della preghiera è che sia “parlare a Dio”. Mentre la preghiera vuol dire in realtà questo, ciò non vuol dire che ogni volta che si parli a Dio sia una preghiera. Per esempio, Adamo ed Eva, dopo aver peccato, parlarono a Dio, ma tale parlare non fu una preghiera. E quando Caino parlò a Dio dopo aver assassinato il suo giusto fratello Abele, non pregava. La preghiera è più che discorrere con Dio. Richiede devozione, fiducia, rispetto e senso di dipendenza da colui al quale la preghiera è rivolta.

Perché le preghiere siano esaudite, devono essere dette alla Persona giusta, nella maniera giusta e circa giuste ragioni. Prima c’è il bisogno di pregare la Persona giusta. È appropriato pregare altri eccetto Dio?

Secondo la New Catholic Encyclopedia: “Si pregano la Benedetta Vergine, gli angeli e i santi che sono in cielo, ma solo nel senso che possono intercedere presso Dio per noi. Si pregano Dio: ‘Abbi misericordia di noi’; i santi: ‘Pregate per noi’”. — Vol. 11, pag. 673.

Ma c’è qualche base scritturale per asserire che possiamo pregare Maria e altri ‘affinché intercedano presso Dio per noi’? No, non ce n’è. Non leggiamo in nessun luogo della Bibbia che i primi cristiani chiedessero agli angeli o ai conservi cristiani che eran morti (come Stefano e Giacomo) di intercedere per loro. — Atti 7:60; 12:2.

Una ragione per cui non pregarono i cristiani martirizzati era che sapevano che questi eran morti, e che i deceduti avrebbero dormito nella morte fino al ritorno di Cristo Gesù. Non disse Gesù ai suoi apostoli che sarebbe andato a preparare per loro un posto in cielo e che al ritorno ve li avrebbe portati? Certissimamente. (Giov. 14:2, 3) Per di più, leggiamo ripetute volte che i cristiani dormono nella morte finché Cristo ritorna: “Non tutti ci addormenteremo nella morte, ma tutti saremo mutati, in un momento, in un batter d’occhio, durante l’ultima tromba. Poiché la tromba suonerà, e i morti saranno destati incorruttibili, e noi saremo mutati”. (1 Cor. 15:51, 52) E di nuovo: “Se la nostra fede è che Gesù morì e sorse di nuovo, così anche quelli che si sono addormentati nella morte per mezzo di Gesù, Dio li condurrà con lui. Perché il Signore stesso scenderà dal cielo con una chiamata di comando, con voce di arcangelo e con tromba di Dio, e quelli che son morti unitamente a Cristo sorgeranno per primi”. (1 Tess. 4:14, 16) Così pure troviamo che si esprime l’apostolo Paolo, il quale spera di ricevere la ricompensa celeste non alla morte, ma “in quel giorno”. — 2 Tim. 4:8.

Quindi in tutto il tempo che questi fedeli cristiani furono addormentati nella morte sarebbe stato per certo vano che i vivi chiedessero loro di intercedere a proprio favore. Ma non leggiamo più e più volte che i cristiani sono incoraggiati a pregare gli uni per gli altri? Sì, ma questo mentre sono ancora vivi nella carne. L’apostolo Paolo non solo pregò per altri, ma anche chiese che gli altri pregassero per lui. Ai Tessalonicesi scrisse: “Fratelli, pregate per noi”. (2 Tess. 3:1) Incoraggiò i Filippesi: “Continuo a pregare, che il vostro amore abbondi sempre più in accurata conoscenza e pieno discernimento”. (Filip. 1:9) Anche il discepolo Giacomo consigliò: “Pregate gli uni per gli altri, affinché siate sanati. La supplicazione del giusto, quando opera, ha molta forza”. (Giac. 5:16) Notate che in tutti questi casi le preghiere sono per altri. Non sono rivolte a creature.

Il solo che Dio ha autorizzato nei cieli onde interceda a nostro favore è Gesù Cristo. Egli ha le necessarie credenziali per la ragione che sacrificò la propria vita a nostro favore. (Ebr. 7:25-27) Se facciamo le nostre richieste nel suo nome, Gesù ci assicurò che Dio ci esaudirà. (Giov. 16:23, 24) Disse inoltre che “nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Giov. 14:6) E come ci dice l’ispirato apostolo Paolo: “Vi è un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”. Essendo questa la maniera stabilita da Dio, sarebbe un affronto per Cristo chiedere che altri intercedano a nostro favore come se il canale stabilito da Dio non fosse sufficiente. — 1 Tim. 2:5, 6.

Posto che Gesù Cristo è il canale mediante cui rivolgerci a Dio e che egli intercede inoltre per noi, significa questo che lo possiamo pregare direttamente? Secondo la New Catholic Encyclopedia, “in alcune occasioni, . . . le preghiere sono immediatamente rivolte a Cristo . . . La prima preghiera rivolta a Cristo che si conosca è quella di S. Stefano: ‘Signore Gesù, ricevi il mio spirito . . . Signore, non imputare loro questo peccato’ (Atti 7:60)”.

Che dire di questa asserzione? Giustificano le parole di Stefano che a volte preghiamo direttamente Gesù? No, non lo giustificano. Perché no? Perché egli pronunciò quelle parole a causa delle circostanze nelle quali si trovava. Dopo che Stefano aveva dato la sua lunga testimonianza al Sinedrio, fu minacciato. Senza dubbio per rafforzarlo, Dio gli fece vedere una visione celeste, come anche leggiamo: “Ma egli [Stefano], essendo pieno di spirito santo, guardò fisso in cielo, e scorse la gloria di Dio e Gesù in piedi alla destra di Dio, e disse: ‘Ecco, vedo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo in piedi alla destra di Dio’”. Avendo visto nella visione il Signore Gesù Cristo, Stefano evidentemente si sentì libero di rivolgergli quale nominato Capo della congregazione cristiana la richiesta, dicendo: “Signore Gesù, ricevi il mio spirito”. — Atti 7:54-59.

Così Stefano non rivolgeva a Gesù un’espressione di preghiera nel modo in cui di solito pregava Geova Dio. Faceva una richiesta a colui che vedeva nella visione. Che questa sia la conclusione corretta può comprendersi dal fatto che il solo altro caso in cui una tale espressione è rivolta al risuscitato Signore Gesù Cristo è quello che ha luogo in una situazione simile. L’apostolo Giovanni, nel libro di Rivelazione, narra che vide in visione Gesù e l’udì dire: “Io, Gesù, ho mandato il mio angelo a rendervi testimonianza di queste cose per le congregazioni”. Gesù aggiunse inoltre: “Colui che rende testimonianza di queste cose dice: ‘Sì; vengo presto’”. Avendo udito Gesù dire queste parole, Giovanni rispose: “Amen! Vieni, Signore Gesù”. — Riv. 22:16, 20.

Vediamo dunque che le Scritture non ci autorizzano a chiedere agli angeli, a Maria madre di Gesù né a qualsiasi altro santo che è nei cieli di pregare Dio per noi. C’è un solo canale mediante cui possiamo rivolgerci al Padre, quello di Gesù Cristo, ed egli solo può intercedere per noi. E il solo al quale le nostre preghiere si possono rivolgere è Geova Dio. Ciò avviene perché “effettivamente c’è per noi un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per lui; e c’è un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale son tutte le cose e noi per mezzo di lui”. — 1 Cor. 8:6.

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