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  • Il fiume gigante dell’Africa Centrale

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  • Il fiume gigante dell’Africa Centrale
  • Svegliatevi! 1973
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Viaggio per risalire il fiume
  • Viaggio in battello fluviale
  • Paese intatto
  • Commercianti del fiume
  • Il boato delle cascate Stanley
  • Avanti verso le sorgenti
  • Il maestoso Rio delle Amazzoni: via d’acqua vitale per milioni di persone
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Svegliatevi! 1973
g73 8/4 pp. 24-27

Il fiume gigante dell’Africa Centrale

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nella Repubblica di Zaïre

SI MUOVE quasi silenziosamente, mentre si snoda fra la rigogliosa vegetazione tropicale. La sua ondulante superficie scura riflette i raggi dell’abbagliante sole africano. Questo non è un serpente della giungla, ma il secondo dei più lunghi fiumi del continente africano e il sesto dei più lunghi del mondo.

Questo è il potente corso d’acqua a molti noto come il fiume Congo. Il fiume fu rinominato Zaïre (si pronuncia za.IIR) nello scorso anno dalla Repubblica di Zaïre. Lungi dall’essere un gorgogliante ruscello, questo fiume gigante versa alla sua foce ampia più di sei chilometri oltre 38.000 metri cubi d’acqua al secondo. In termini di portata d’acqua, è superato solo dal rio delle Amazzoni del Brasile.

Viaggio per risalire il fiume

Per conoscere questa meraviglia naturale, venite con me in un viaggio per risalire il fiume. Ci farà percorrere circa 4.800 chilometri, e vedrete gli scenari che affascinarono il dott. Livingstone e il sig. Stanley, noti esploratori del diciannovesimo secolo. È veramente il paradiso di un esploratore.

Prima di iniziare il viaggio, notate come la corrente del fiume è forte alla sua foce. Spingendosi instancabilmente al largo dell’azzurro Atlantico, ha lasciato pochissimo delta ma ha scavato nella scogliera continentale un canyon di circa 1.200 metri, e le sue acque scure si distinguono a un chilometro e mezzo dalla costa.

La prima tappa del nostro viaggio ci porta dalla foce del fiume a circa centotrenta chilometri nell’interno alla città portuale di Matadi. A questo punto dobbiamo sbarcare, poiché i monti Cristallo presentano al corso del fiume una barriera naturale. Le spumeggianti acque precipitano in una serie di trenta o più cateratte collettivamente note come Cascate di Livingstone. In solo più di trecentoventi chilometri dalla città capitale di Kinshasa a Matadi, il fiume si abbassa di oltre duecentoquaranta metri. Parte di questa energia naturale è ora catturata dalle turbine di una centrale idroelettrica, ma queste cateratte sono anche la ragione per cui fino a circa cent’anni fa si conobbe poco delle sorgenti del fiume. Oggi si usa un collegamento ferroviario per trasbordare fra questi due punti passeggeri e merci.

Appena superate le prime rapide giungiamo al centro governativo di Kinshasa, una città molto moderna sparsa su un basso promontorio sabbioso. Oltre questa ampia distesa del fiume è l’affaccendata città di Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo, paese il cui confine è delimitato dal fiume per parecchie centinaia di chilometri.

Viaggio in battello fluviale

Per la seconda tappa del nostro viaggio, vorremo scendere di buon’ora all’attracco del battello per prendere una delle imbarcazioni basse a forma di zattera. Si carica ogni cosa, poiché questi battelli portano non solo persone (dalla prima alla terza classe) ma anche merci e veicoli di ogni genere. Lance sono pure legate ai fianchi, o davanti e di dietro, perché siano spinte o rimorchiate alle loro destinazioni. Molte merci importate come oli combustibili e manufatti percorrono il loro lungo viaggio risalendo il fiume, mentre i battelli riportano le ricchezze del bacino in forma di gomma, legno, caffè, noci di palma e prodotti agricoli.

Partiti dal luogo d’attracco, cominciamo ad avanzare costantemente contro la corrente ora lenta, che si intesse fra le migliaia di isole coperte di giungla nel fiume. Queste e le ingannevoli correnti fluviali sfidano la capacità di navigare del più esperto capitano e dell’equipaggio. Si calcola che, mentre il fiume stesso può accogliere battelli da carico per circa 2.700 chilometri della sua lunghezza, le acque navigabili aumentano fino a oltre 12.870 chilometri quando si uniscono a quelle dei suoi tributari. A volte il fiume si allarga da sedici a ventiquattro chilometri.

Paese intatto

Che scenari vediamo lungo il percorso! Progressivamente sentiamo di lasciarci dietro la maggior parte di ciò che chiamiamo civilizzazione. Solo le città fluviali di Mbandaka e Kisangani, e alcuni altri paesi crescenti situati nella giungla, ci rammentano i passi compiuti dal paese nel ventesimo secolo. Gran parte dello scenario è rimasto intatto col passar del tempo.

“Mbote!” “Jambo!” Questi sono i soliti saluti dei nativi allorché giungiamo ai porti d’attracco lungo il percorso. A ogni villaggio che passa, gruppi di ragazzini nudi corrono alla sponda del fiume, mostrando smaglianti denti bianchi mentre ridono e gridano con eccitazione. In distanza vediamo parecchie case di fango o coperte di rami di alberi di palma, ciascuna con il suo delimitato orto di granturco, manioca, ananas e banani.

Laggiù, vedete il vecchio che sta in piedi sulla sua piccola canoa? Forse sta pensando a dove può meglio prendere la cena per questa sera. E al di sopra di noi, un paio di pappagalli grigi con le code dalle piume rosso vivace scendono a precipizio, chiamandosi l’un l’altro con suono rauco. Mentre percorriamo l’ansa un coccodrillo scende silenziosamente dalla sponda in cerca di preda.

Oggi siamo fortunati di vedere un gruppo di ippopotami che guazzano felicemente nelle acque fangose. E in distanza, uno d’essi nuota affiorando alla superficie solo con gli occhi e gli orecchi come se fossero un periscopio. Mentre nuota senza preoccuparsi, ci torna alla mente la descrizione che Geova fece dell’ippopotamo a Giobbe: “Se il fiume si fa violento, non corre per il panico”. — Giob. 40:23.

Animali e uccelli di una grande varietà dimorano nel bacino equatoriale di questo grande fiume. E mentre continuiamo a risalire la corrente gli alberi e la sottostante vegetazione sono così lussureggianti che la brillante luce solare a mezzogiorno assume tinte sfumate quando guardiamo nelle ombre delle sponde densamente boschive.

Commercianti del fiume

Ma che c’è davanti? Sembra un convoglio di piroghe o di canoe appartenente ai Lokeles, una delle più di duecento tribù che vivono in Zaïre. Questa gente è vissuta per secoli o nelle canoe o nelle capanne lungo il fiume. Sono commercianti che percorrono il fiume vendendo cibo e merce di molte specie a quelli che viaggiano sul fiume.

Per rendere il commercio più facile, alcuni cercano di attaccare le loro piccole barche al fianco del più veloce battello fluviale. Date uno sguardo a quella piroga accanto. Potete vedere che la piroga stessa è in effetti un tronco scavato, un lungo fusto diritto scavato con ore di colpi d’ascia. La maggioranza sono manovrate con una pagaia, ma alcune di quelle più grandi hanno oggi motori fuoribordo e filano come torpedini nelle acque scure, portando a volte fino a oltre quaranta o cinquanta persone. Sono mezzi di trasporto fluviale. In un paese dove i ponti grandi son pochi, il viaggio in canoa è per molti un fatto quotidiano.

Il boato delle cascate Stanley

Giunti a Kisangani, proprio sotto le cascate Stanley, abbiamo fatto un viaggio di oltre milleseicento chilometri in battello fluviale eppure non siamo ancora arrivati alla metà del fiume. Qui il nostro battello tornerà indietro dopo aver rifatto il carico, poiché l’ulteriore percorso per risalire il fiume è bloccato da parecchie cateratte che formano le cascate Stanley. Anche a questo punto, molto a monte circa 17.000 metri cubi d’acqua al secondo emettono boati e tuoni dalle faglie rocciose, parecchie volte più delle cascate del Niagara nell’America Settentrionale.

Ma venite, vi mostrerò una veduta che non vorrete perdere. Lungo le cascate dimorano i Wagenias, che intrappolano il pesce in un modo insolito. Sfidando le rapide correnti, fissano una rete di pali ai crepacci delle rocce a cui attaccano cesti di forma conica fatti di legno e liane, con un diametro di forse un metro e ottanta centimetri. Due volte al giorno i Wagenias ispezionano le loro trappole per raccogliere il pesce che si trova nei cesti e vi è mantenuto dalla rapida corrente del fiume. Non manifestando alcun timore, essi vanno con le loro canoe nelle turbinose correnti e si tuffano direttamente nelle acque che ribollono, e i loro muscoli neri come l’ebano si tendono nella presa della preda.

Avanti verso le sorgenti

Lasciate le cascate Stanley, continuiamo a risalire il fiume, ma ora viaggiamo quasi verso sud. Descrivendo una curva come una gigantesca scimitarra, il corso del fiume va prima a nord-est, quindi volta verso est attraversando l’equatore e in seguito piega a sud.

Siccome il bacino fluviale riceve le piogge stagionali da entrambe le parti dell’equatore in tempi diversi, si evitano gli eccessi di piene e secche che subiscono molti altri fiumi grandi. La sua proporzione fra scarsità e piena va da 1 a 3 (il che significa poca fluttuazione stagionale del livello dell’acqua e della portata), in paragone con quella da 1 a 20 del Mississippi negli Stati Uniti e da 1 a 48 per il Nilo.

Oltre le cascate Stanley il fiume è stato localmente noto come Lualaba. Estendendosi nell’interno di Zaïre, giunge nelle vicinanze di Lubumbashi (precedente Elizabethville). Comunque, le sorgenti più distanti cominciano a nord-est della Zambia.

Il fiume gigante dell’Africa Centrale! Questo è il potente Congo, ora noto come il fiume Zaïre, nominato secondo il paese che grandemente ne dipende per le sue necessità quotidiane. È veramente una meraviglia senza fine e un’altra testimonianza alla sapienza e alla potenza dinamica di un intelligente Creatore.

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