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  • g73 22/7 pp. 16-20
  • Meravigliosi tedofori di terra e di mare

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  • Meravigliosi tedofori di terra e di mare
  • Svegliatevi! 1973
  • Sottotitoli
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  • Un fenomeno che disorienta
  • Lanterne di creature terrestri
  • Funghi luminosi
  • Molti tedofori dei mari
  • Non una luce diversa
  • Perché sono così muniti?
  • “La luce della vita”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
  • Luce
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  • Insetti luminosi della Nuova Zelanda
    Svegliatevi! 1997
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    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
Altro
Svegliatevi! 1973
g73 22/7 pp. 16-20

Meravigliosi tedofori di terra e di mare

DAL CORRISPONDENTE DI “SVEGLIATEVI!” NELLE ISOLE BRITANNICHE

NON è umiliante pensare che, molto prima che l’intelligente uomo scoprisse come fare la luce artificiale, moltitudini di creature non pensanti di terra e di mare possedevano le loro proprie minuscole ma efficienti “lanterne”?

Riflettete per un momento su alcune di tali creature che dimorano nelle perpetue tenebre degli abissi oceanici. Immaginate di essere lì alla profondità, diciamo, di 1500 metri, guardando fuori del portello di una batisfera. Che cos’è questa minuscola luce che si avvicina? Mentre vi si accosta, senza dubbio per investigare la luce che viene dal vostro portello, percepite che è un pesce dall’aspetto strano. Che cosa fa? Certo, pesca! La sua canna da pesca è due volte la sua lunghezza e sporge fuori della sua bocca. Quella luce? Un organo luminoso in cima alla sua canna. Questa creatura è nota come pesce pescatore. Un altro pesce pescatore all’incirca alla stessa profondità ha la sua “esca”, un organo luminoso, dentro la bocca immediatamente dietro i denti.

C’è poi il pesce lanterna, così chiamato perché come una nave passeggeri che mostra di notte la luce dai suoi oblò, ha file di luci su ciascun fianco. Altri cacciatori degli abissi hanno luci frontali che permettono loro di gettare un raggio di luce a parecchi metri davanti a sé.

Un fenomeno che disorienta

Come possiamo descrivere, però, questo misterioso fenomeno mediante cui le creature marine (e altri esseri viventi) possono generare la loro propria luce? Tecnicamente è chiamata bioluminescenza, che è la proprietà degli organismi viventi di emettere luce senza calore. Questo si compie grazie all’azione reciproca di una sostanza chimica chiamata luciferina e dell’enzima luciferasi.

Avete mai sentito parlare dei “mari che bruciano”? Per quanto questa espressione sembri strana, si riferisce a parecchie “baie di fuoco” nella “Bahía Fosforescente” (Baia fosforescente) di Portorico e nei pressi. Il “fuoco” è causato da innumerevoli minuscole creature chiamate dinoflagellati, che creano l’illusione di un mare che brucia emettendo scintille di luce chimica. Secondo la Società Geografica Nazionale, questo è uno dei pochi luoghi al mondo dove si trova questo fenomeno.

Si può chiedere come mai tali moltitudini di queste minuscole creature sono in grado di congregarsi così strettamente insieme nonostante l’azione dispersiva delle maree e dei venti. La risposta sta nel fatto che queste protette baie hanno maree assai moderate, mentre i collegamenti marini con i Caraibi sono stretti. Pertanto, le calme condizioni di queste baie insieme alle loro acque ricche di vitamine incoraggiano l’espansione del numero di questi microorganismi. Così abbiamo queste “baie di fuoco”, che emettono bagliori nelle tenebre, grazie a minuscole creature che possiedono i loro propri sistemi luminosi.

Lanterne di creature terrestri

Anche creature terrestri hanno le loro piccole lanterne, in alcuni casi una specie di luminosità. Fra queste sono i vermi, i centopiedi, le lucciole e vari insetti. Le lucciole comprendono le rimarchevoli lucciole neozelandesi, le larve di un moscerino. Normalmente vivono sulle volte di caverne umide, dove tessono tele alle quali sospendono sottili fili con gocce di muco appiccicoso. Quando poi tutto è pronto, queste lucciole accendono le loro luci, a una a una o a due a due per cominciare, poi all’unisono, operando come un faro che si accende e si spegne, si accende e si spegne. A quale scopo? Per evitar di morire di fame. Gli insetti volano dentro per investigare la luce intermittente, restano impigliati nella rete da pesca delle lucciole, e vengono mangiati.

Riferendosi a queste lucciole, la Biblioteca della Natura di Life scrive: “Uno stellato universo sotterraneo è creato sulle volte di un fiume sotterraneo nelle caverne di Waitomo della Nuova Zelanda dal bagliore di migliaia di larve luminose che filano fili di seta che lasciano pendere come reti da pesca. Gli insetti attratti dalla luce delle larve rimangono impigliati ai fili e quindi sono avvolti. Le larve crescono divenendo vere lampiridi noctiluche”.

Si dice che la luce che questi tedofori emettono sia senza parallelo per freddezza, poiché irradia solo una parte su 80.000 del calore diffuso dalla fiamma di una candela di pari luminosità. Veramente una luce “fredda”.

Le lucciole sono forse i tedofori più affascinanti di tutti. Nelle calde notti estive, in molti luoghi, si manifestano in una maniera che diletta l’occhio umano. Ma chi può spiegare la loro misteriosa capacità di far funzionare i loro meccanismi luminosi infine all’unisono? Ci si chiede se, forse, usano qualche specie di codice o segnale che, non udito e non visto dall’uomo, consenta loro di agire così concordemente. La scienza ha tentato di fornire le risposte, ma senza soddisfacente successo!

Tra altri insetti che sono luminosi si trovano i collemboli e i coleotteri che possono appartenere o al gruppo degli elateridi o al gruppo delle lampiridi noctiluche. Né dobbiamo trascurare il cosiddetto verme della ferrovia, che ha relazione col gruppo delle lucciole. Ha una fila di luci giallo-verdastre a ciascun fianco del corpo, e anche, appropriatamente, una luce rossa sulla testa!

Funghi luminosi

Anche certe piante hanno le loro minuscole lanterne. Notevole fra queste è una specie di funghi luminosi, alcuni dei quali si trovano sui tronchi fradici delle foreste asiatiche. Alla luce del giorno sembrano molto comuni, di notte emettono un misterioso ma bel bagliore, con colori che variano dall’azzurro verdastro al giallo arancio. Questa luce è così brillante che si dice sia tanto forte quanto una piccola lampada notturna.

Quelli che hanno attraversato una foresta di notte dopo un forte rovescio di pioggia possono ben essersi sorpresi vedendo emettere dal legno sia vivo che morto un bagliore luminoso. Queste luci vengono anche dai funghi che crescono sul legname.

Molti tedofori dei mari

Eppure, se potessimo solo dare uno sguardo ad alcune indicibili moltitudini di affascinanti tedofori che dimorano nei mari e negli oceani, noteremmo che questa misteriosa proprietà organica di emettere qualche grado di luce non si limita a un ordine di creature marine, ma si trova in una sorprendente varietà di creature viventi, mobili e immobili.

Quanto è grande, inoltre, la gamma delle proporzioni, essendo ciascuna creatura in grado di emettere qualche grado di luce! In certe occasioni, i viaggiatori via mare hanno notato con sentita meraviglia minuscole creature marine pullulare in splendida profusione, che rilucevano e scintillavano come milioni di piccole lanterne, illuminando il mare fino a considerevole profondità. Fra tali creature ce ne sono alcune così minuscole da essere invisibili a occhio nudo quando non emettono luce.

Ma più grandi animali marini, come le meduse, i ctenofori, crostacei, vermi, stelle serpentine, molluschi, architeutidi, e così via, pure emettono luce. Quindi, indipendentemente da queste creature natatrici, ci sono anche le pennatule (specie di polipi) e le idre luminose (pure simili ai polipi) che si attaccano alle rocce e alle colonne.

Alcuni pesci delle profondità, come abbiamo notato, hanno luci al ventre e ai fianchi. Fra alcuni, per esempio il calamaro e il gambero, sono visibili definiti organi luminosi di considerevole complessità, che contengono gruppi di cellule fotogeniche, nonché lenti, riflettori e schermi, i quali operano tutti in armonia fra loro per trasformare ciascun organo luminoso in una bella lanterna. Sia che questi organi luminosi si trovino nella testa, lungo i fianchi o nel ventre, in gruppi o in file (come bottoni perlacei) o singolarmente, i pesci sono evidentemente in grado di accenderli e spegnerli a volontà.

Non una luce diversa

Potete chiedere: È questa misteriosa luminosità o luce che tante specie di creature viventi emettono diversa da altre specie di luce? Apparentemente no, secondo il prof. E. Newton Harvey, che scrive: “I suoi colori possono essere rosso, giallo, verde o azzurro, e il suo spettro una continua breve striscia in queste varie parti di luce visibile. Non si producono radiazioni infrarosse, ultraviolette o penetranti”.

E com’è efficiente questa luce! L’uomo, nonostante tutta la sua ingegnosità e le imprese del ventesimo secolo in molti campi dell’attività scientifica, non può nemmeno avvicinarsi all’efficienza della luce emessa da questi tedofori. Come mai? Perché si dice che la luce o luminosità di queste creature viventi è luce “fredda”, il che significa che mentre possono creare nel proprio corpo luce a volontà, possono far questo senza perdere più di un’infinitesima piccola frazione del calore del proprio corpo. Utilizzano l’energia necessaria per produrre la luce con tale efficienza che non se ne converte quasi nulla in calore.

Perché sono così muniti?

Ma, per quali scopi circa quaranta diversi ordini di vita animale (nel senso più ampio) e anche due gruppi di piante (funghi e batteri) sono stati muniti di tale affascinante dispositivo di luce di vari scintillanti colori? Dopo molta ricerca gli scienziati non possono ancora essere troppo sicuri. Comunque, credono che la ragione principale sia quella di illuminare la loro via.

A sostegno di questa teoria gli scienziati citano il rimarchevole pesce lucciola delle isole Banda in Indonesia. Sotto ciascun occhio questo pesce ha una tasca piena di batteri luminosi. Questi risplendono così brillantemente che insieme sembrano simili ai due fari di un’automobile. Quando il pesce lo desidera spegne ciascun faro abbassando una membrana nera, come una palpebra, su ciascuna tasca. Comunque, non sembra ragionevole supporre che l’emissione di luce fra alcune creature marine, specie i pesci delle profondità, sia necessaria per illuminare la loro via negli oscuri abissi dove la luce solare non penetra mai.

È anche possibile che queste creature usino la loro luce quando si accoppiano, come un segnale per il sesso opposto, particolarmente perché i maschi e le femmine di ciascuna specie di terra e di mare si dice che abbiano un caratteristico bagliore che li aiuta a trovare quelli del sesso opposto. In realtà, si pensa che alcuni tedofori usino le loro lanterne solo durante la stagione dell’accoppiamento.

A sostegno di questa teoria si possono citare le lucciole delle Bermuda. Trascorrono la maggior parte della loro vita in fondo al mare. Poi, durante certi mesi e durante una luna piena, misteriosamente stimolate da qualche istinto, vengono in banchi alla superficie del mare facendo una brillante mostra di bagliori luminosi. Quindi si accoppiano. Ma non in qualsiasi tempo! No, davvero! L’atto di venire alla superficie del mare e di accoppiarsi deve compiersi circa cinquantacinque minuti dopo il tramonto del sole!

Inoltre, i pesci delle profondità usano apparentemente i loro bagliori luminosi dentro la bocca o vicino a essa o a penzoloni di fronte a loro per attrarre creature più piccole per cibarsi. È anche possibile che questi e altri tedofori degli abissi marini si servano della loro luce per spaventare o scacciare animali predatori che immaginano di banchettarvi.

Ma, in realtà, ci sono molte cose sulla luce di queste creature viventi che l’uomo deve ancora imparare. I segreti della loro luce “fredda” non si comprendono ancora pienamente, né l’uomo la può produrre altrettanto efficientemente. Davvero, la luce di questi meravigliosi tedofori viventi di terra e di mare è l’evidenza di un Meraviglioso Creatore.

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