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  • Che cosa accade ai cristiani nel Malawi?

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  • Che cosa accade ai cristiani nel Malawi?
  • Svegliatevi! 1973
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Svegliatevi! 1973
g73 22/8 pp. 17-19

Che cosa accade ai cristiani nel Malawi?

NEI mesi recenti la stampa mondiale ha ripetutamente richiamato l’attenzione sulla persecuzione dei cristiani nel Malawi. Questi cristiani, i testimoni di Geova, sono stati vittime di ciò che il Sunday Telegram di Londra del 14 gennaio 1973 definì “una delle più spietate persecuzioni religiose nella turbolenta storia dell’Africa”.

Coloro che leggono regolarmente la rivista Svegliatevi! sono a conoscenza di molti particolari di questa persecuzione, scoppiata più di recente nella seconda metà del 1972. L’edizione di Svegliatevi! dell’8 maggio conteneva un servizio completo su questo soggetto, intitolato “Cristiani fuggono la crudele persecuzione nel Malawi”.

Quel servizio riportava gli avvenimenti verificatisi fino ad alcuni mesi fa. Ma che cos’è accaduto da allora? Qual è ora la situazione per questi cristiani del Malawi?

Prima di riferire gli ultimi avvenimenti, un breve riassunto di quello che è accaduto nel Malawi può essere utile ai lettori che non sono a conoscenza della situazione.

Ondate di intensa persecuzione

L’intensa persecuzione dei testimoni di Geova in proporzioni nazionali cominciò nel Malawi nel 1967. Allora molti Testimoni furono selvaggiamente percossi e alcuni furono assassinati. Centinaia delle loro donne furono violentate, alcune più volte. Migliaia delle loro case, dei loro negozi e dei loro luoghi di adorazione furono saccheggiati e distrutti. La loro attività cristiana, incluse le loro pacifiche adunanze per studiare la Bibbia, fu proibita, come fu proibita tutta la loro letteratura.

L’anno scorso, il 1972, ci fu un’altra ondata di persecuzione. Questa volta fu anche più grave di quella del 1967. Le percosse, gli incendi, i saccheggi, gli atti di violenza carnale e gli assassinii furono di proporzioni molto più estese. I Testimoni furono privati dei loro mezzi di sussistenza e licenziati dagli impieghi. Fu realmente compiuto uno sforzo nazionale per distruggere i circa 23.000 testimoni di Geova del Malawi. Furono dunque costretti a fuggire per salvarsi la vita.

Tutto questo ebbe luogo come diretto risultato di provvedimenti ufficiali presi dal governo del Malawi formato da un solo partito. Matthew White, corrispondente di Financial Times di Londra, si trovava nel Malawi a quel tempo. Scrivendo da Blantyre, disse quanto segue, pubblicato in Financial Times il 31 ottobre:

“L’epurazione dei testimoni di Geova . . . ha sconvolto il paese più di qualsiasi altro avvenimento successivo all’indipendenza. Il provvedimento contro i settari cristiani . . . ha fatto seguito a una risoluzione presa al congresso annuale del Partito del Congresso del Malawi per privare i Testimoni dei loro mezzi di sussistenza e farli ‘cacciare’ dai loro villaggi se non si iscrivevano al partito”.

Queste risoluzioni furono approvate dal presidente del Malawi, dott. H. Kamuzu Banda, in un raduno nella città di Zomba il 17 settembre. Con quale risultato? Il corrispondente White riferisce:

“Considerando questo discorso come luce verde, squadre della Lega Giovanile del partito del Malawi e di Giovani Pionieri cominciarono le perquisizioni di casa in casa, cacciando e talvolta assalendo gli Africani che non potevano presentare o rifiutavano di comprare la tessera di associazione al partito. È difficile, forse impossibile, valutare l’intera portata di questa violenza . . .

“Ciò che qui stupisce molti — inclusi alcuni membri del Partito del Congresso nel Malawi — è che il presidente Banda lasciasse divenire completamente incontrollata l’ostilità”.

La brutalità degli attacchi ha suscitato un’ondata d’improvvise reazioni da parte di molte persone in ogni parte del mondo. La stampa di molte nazioni ha reagito similmente. Tipico delle numerose notizie riportate dai giornali fu questo commento del Times di Londra del 15 dicembre 1972:

“Hitler li mise nei campi di concentramento, sono stati perseguitati dietro la cortina di ferro, e sono stati perseguitati negli stati africani monopartitici. Il dott. Banda del Malawi proibì la setta nel 1967, e quest’anno i selvaggi attacchi dei suoi Giovani Pionieri — i cani da guardia del partito di Kamusu — ne hanno cacciato migliaia nei paesi circonvicini”.

Furono fatti appelli perché si ponesse fine alla persecuzione. Ma essi non prevalsero. Quindi, come notò il Times, i testimoni di Geova furono costretti a fuggire dal Malawi per salvarsi la vita.

La controversia

In un articolo di fondo, l’Examiner di San Francisco del 17 ottobre disse dei testimoni di Geova: “Potreste considerarli cittadini modello. Pagano diligentemente le tasse, curano i malati, combattono l’analfabetismo. Ma rifiutano, per principio religioso, di comprare la tessera di associazione all’unico partito politico del Malawi”.

Pertanto, la causa immediata di questa persecuzione è il rifiuto di questi cristiani di iscriversi al partito politico che domina nel Malawi, il Partito del Congresso del Malawi. Non vogliono comprare la tessera del partito, com’è loro richiesto. Questo a motivo del loro atteggiamento neutrale basato sulla Bibbia rispetto alla politica.

A questo riguardo, fanno come fecero Gesù Cristo e i cristiani del primo secolo. Chiedetevi: A quale fazione politica, romana o giudaica, si uni Gesù? A quale fazione politica si unirono gli apostoli? La Bibbia è chiara su questo punto. Non si unirono a nessuna di esse. Rimasero neutrali, svolgendo pacificamente la loro attività cristiana come bravi cittadini osservanti della legge.

Nel tentativo di spiegare tali cose alle autorità, fu fatto ogni sforzo dai testimoni di Geova. Si impiegarono cablogrammi, lettere, telefonate e colloqui. Il Corpo Direttivo dei testimoni di Geova di Brooklyn, New York, trasmise per cablogramma una richiesta al dott. Banda domandandogli un incontro con i rappresentanti del Corpo Direttivo dei testimoni di Geova. Ma il governo del Malawi rispose semplicemente che qualsiasi informazione doveva essere inviata tramite il delegato del Malawi alle Nazioni Unite.

Questo fu fatto. Venne inviato al rappresentante presso le N.U. un memorandum di tredici pagine. Esso spiegava la posizione dei testimoni di Geova, e perché nessun governo deve temerli. In una sezione di questa lettera, sotto l’intestazione “Perché i testimoni di Geova rifiutano di comprare le tessere del partito”, era detto quanto segue:

“La posizione dei testimoni di Geova a questo riguardo è basata sull’insegnamento biblico e sulla loro coscienza. I testimoni di Geova assumono una posizione neutrale in tutti i paesi del mondo, non parteggiando per alcuno o non partecipando ad alcuna attività politica, per essere così più in grado di servire imparzialmente come ministri della buona notizia in rappresentanza del celeste regno di Geova Dio”.

Commentando il soggetto dell’impegno politico che deriverebbe dall’acquisto di tessere del partito, in questa parte pure si diceva:

“I testimoni di Geova rispettano o osservano le leggi di ciascun paese in cui risiedono, finché queste leggi non sono contrarie alla legge divina. Comunque, in quanto all’impegno politico, incluso l’acquisto di tessere d’associazione al partito politico, essi ritengono coscienziosamente che sarebbe contrario alle parole di nostro Signore Gesù riguardo ai suoi veri seguaci: ‘Essi non sono parte del mondo come io non sono parte del mondo’. (Giov. 17:16) Inoltre, Cristo disse, com’è scritto in Giovanni 18:36: ‘Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto’”.

Inoltre, la lettera del Corpo Direttivo al rappresentante del Malawi alle Nazioni Unite diceva quanto segue:

“I testimoni di Geova assumono la posizione dei primi cristiani. Il libro ‘Christianity and the Roman Government’ dichiara: ‘I cristiani erano stranieri e pellegrini nel mondo che li circondava; la loro cittadinanza era nel cielo; il regno a cui guardavano non era di questo mondo. La conseguente mancanza d’interesse per le attività pubbliche fu così dall’inizio un notevole aspetto del cristianesimo’.

“Sia permesso di dire, comunque, che i testimoni di Geova non hanno alcuna intenzione né alcun desiderio di intromettersi in ciò che fanno altri riguardo alla partecipazione alla politica. Essi non operano contro il governo del Malawi né contro il partito politico. Essi stessi rifiutano di partecipare ad attività politiche o di acquistare tessere di associazione politica, anche se ciò ha recato su di loro grande sofferenza, perché per i testimoni di Geova è questione di credenza basata sulla Bibbia e di coscienza”.

Comunque, fino a questo momento, il governo del Malawi non ha dato nessuna risposta. Non è stato permesso a nessuna delegazione di rappresentare i testimoni di Geova presso il presidente o presso altri funzionari di quel paese.

Ben più di 20.000 testimoni di Geova furono costretti a fuggire dal Malawi. La maggioranza di essi fuggirono nella vicina Zambia. Parecchie migliaia fuggirono nel Mozambico.

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