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  • g75 22/7 pp. 16-19
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  • Un mazzo ogni giorno
  • Svegliatevi! 1975
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  • Diciamo: “Grazie per la flora”
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Svegliatevi! 1975
g75 22/7 pp. 16-19

Un mazzo ogni giorno

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Rhodesia

AFRICA! Qual è il primo pensiero che vi viene in mente leggendo questa parola? Gli animali? Ebbene, se le domande che adulti e fanciulli fanno al viaggiatore che ha avuto la felice occasione di fare un viaggio in Africa significano qualche cosa, allora, sì, avete pensato agli animali. Quelli di casa chiedono ansiosamente: “Hai visto un leone? Un elefante? Un serpente?” Ma pochi domandano: “Quali bei fiori hai visto?”

La Rhodesia, situata nella parte centromeridionale dell’Africa, ha abbondanza sia di animali che di fiori, per cui, tanto per cambiare, facciamo una descrizione della vita vegetale, cominciando da un centro urbano.

Uno sguardo ai fiori coltivati

Una rapida veduta generale di quello che si può coltivare e viene coltivato fra le piante da fiore si ha al mercato dei fiori di Salisbury, in Cecil Square. Dall’altra parte della strada vi appare come una grande abbagliante macchia di colore, ma ora avvicinatevi. Secchi e mezzi barili colmi d’acqua contengono i fasci strettamente legati di variopinte bocche di leone; lupini color lavanda e rosa; calendule gialle e arancioni; e molti altri troppo numerosi per menzionarli. Alcuni dei fiori più esotici hanno una disposizione dei petali e delle foglie e una combinazione di colori che sono incredibili. Alcuni vi fanno pensare alla testa di un uccello dal lungo becco; altri vi danno l’impressione che siano artificiali tanto perfetto è il disegno nel più costoso velluto color porpora intenso.

I venditori africani fanno a gara l’uno con l’altro per avervi come clienti: “Guardi, signora, che bellissimi garofani! Li vuole bianchi? Rosa? Forse rossi?”

“Guardi, signore, i migliori fiordalisi, rossi, bianchi, rosa, azzurri! Anche le rose sono bellissime! Le compri ora. Costano poco, pochissimo!”

“Signorina, questi semprevivi durano parecchio e costano anche poco. Li vuole marroni, arancioni o gialli?”

Vi sono attraenti chioschi coperti, fatti di mattoni, ma la maggioranza dei venditori preferisce stare all’aperto, proprio vicino al marciapiede. Li vedrete lì ogni mese dell’anno, col sole o con la pioggia. Non avete nessuna scusa per non prenderne un mazzo ogni giorno.

Troppo costosi, forse? Allora sono sicuro che avrete una piacevole sorpresa. Ditemi che cosa vi piace di più. Una dozzina di belle rose rosa semiaperte, dalla forma perfetta? Benissimo. Il venditore dice che vuole solo 45 cents (500 lire). Non convenite che il prezzo è davvero ragionevole?

Vorrete vedere il parco cittadino, ma durante il tragitto notate i giardini delle case private. Sembrano tanti parchi in miniatura, e se avessimo il tempo di visitare in lungo e in largo questa città estesa, o qualsiasi altro centro, vedreste molte volte una scena simile in varie dimensioni. Secondo l’epoca dell’anno, vedrete alberi che saranno la delizia dei vostri occhi, come i Jacaranda purpurei dai fiori carnosi, la Poinciana regia di color rosso vivo e simile a merletti, il fragrante e vellutato frangipani, e la “fiamma africana”, dagli enormi fiori rosso-aranciati a forma di giglio.

C’è un’ampia varietà di siepi, ma quella preferita è l’ibisco verde vivo i cui fiori rosa o rossi danno l’impressione che qualcuno ve li abbia appuntati sopra proprio al posto giusto. Padroni di casa ingegnosi mascherano le sporgenze di roccia con giardini di aloe, e come siamo sorpresi dalla varietà apparentemente senza fine di cactus i cui fiori competono per bellezza con le rose! Sentieri e vialetti sono spesso bordati di graziosi arbusti, piante perenni, annue, o da una combinazione di piante che vi portano fino allo zerbino davanti alla porta principale con la scritta “Benvenuti”.

Ora, unendo tutti in uno i giardini di queste case avrete una descrizione del parco cittadino, e che sorprendente armonia! Esperti orticultori e i loro aiutanti, osservando le leggi messe in moto alla creazione, hanno appreso quando, dove e come fioriranno certe piante e certi fiori. Sono perciò in grado di presentarci un panorama di disegni colorati come potrebbe fare un artista con i colori a olio. In qualsiasi stagione dell’anno vi attendono sempre nel parco brillanti e allegre disposizioni floreali.

Facendo la spesa nel centro cittadino, è piacevole trovarsi davanti cespugli, aloe e fiori in ogni luogo possibile, in cassette sui davanzali, nel cordone rialzato del marciapiede fra il passaggio pedonale e la strada, in vasi e vasche enormi posti in vestiboli e ridotti. E se tornate fra tre o quattro mesi lo spettacolo sarebbe diverso ma altrettanto bello. Pare che, mentre una pianta dà un vistoso spettacolo, un’altra aspetti dietro le quinte il suo turno di venire alla ribalta.

Le essenziali strutture delle centrali elettriche con il loro sgradevole groviglio di fili e acciaio, e i serbatoi in cemento per l’approvvigionamento dell’acqua, frequentemente poco piacevoli a vedersi, sono abbelliti, se non nascosti, da rampicanti verdi o fioriti, da bougainvillea color arancio o rosso, che si arrampicano direttamente sulle strutture o s’attaccano all’alta cinta di protezione che le circonda.

I seimilacinquecento chilometri di strade asfaltate della Rhodesia sono resi piacevoli per gli automobilisti da appezzamenti coltivati di Poinsettia di color rosso vivo, alberi di Callistemone e melograni in fiore. Tutto questo rallegra la vista dei passeggeri, ma, nello stesso tempo, non distrae il conducente.

Se volete fare un picnic al lato della strada, ci sono piazzuole dove fermarsi, con tavole e panche robuste sotto ombrosi alberi di fico, msasa e acacia, o altri alberi indigeni.

Visita agli amici africani

Ma svoltiamo sulle strade coperte di ghiaia e vedrete l’Africa che immaginavate. Mentre entriamo in quello che si chiama Tribal Trust Land vediamo sparsi lungo la strada aggruppamenti di capanne di pali e fango col tetto di paglia. Potremmo fermarci in uno qualsiasi di questi “villaggi” e gli abitanti ci farebbero un’ottima accoglienza, ma poiché non comprendiamo la loro lingua e non c’è sempre qualcuno che capisca la nostra, proseguiremo finché non arriveremo a una scuola. Allora un insegnante acconsentirà forse ad accompagnarci per farci da interprete e da guida.

Oh, avete notato il baobab? “Non è molto bello!” dite. È vero, a volte durante l’anno somiglia a una gigantesca rapa capovolta con le radici verso il cielo, ma in altri periodi, quando spuntano le foglie e i grandi fiori bianchi, è assai presentabile, ed è nelle condizioni migliori (così vi diranno i bambini) quando produce il duro frutto a forma di noce di cocco contenente una polpa bianca commestibile.

Se vi attirano l’ombra e la bellezza, guardate laggiù nel pascolo. Quello è un caprifico, e se notate i venti o più bovini che sono sotto i suoi rami fronzuti capirete quanto dev’essere grande. Non ve ne raccomando il frutto se i vermi vi fanno senso.

Il basso, lungo edificio di mattoni cotti al sole a cui ci avviciniamo è la scuola, e non pensate che i bambini hanno fatto un buon lavoro abbellendola con quei graziosi cespugli di margherite? Comunque, sono gli orti a ricevere le maggiori cure. Ricordando che non c’è acqua corrente, e che spesso bisogna andare a prendere l’acqua molto lontano, capiremo perché quello che serve a riempire lo stomaco viene prima di quello che fa la delizia degli occhi.

Voglio presentarvi il direttore, il sig. Mubata. Ci suggerisce di lasciare ora l’auto e di fare una camminata di venti minuti per arrivare al villaggio del suo amico. Promette che la passeggiata sarà istruttiva dal punto di vista botanico e che voi signore riceverete un mazzo di fiori, il più singolare della vostra vita! Il suo solo rammarico è che in questa stagione non c’è l’Agapanto africano. È diventato il fiore nazionale della Rhodesia, e ha sei petali rossi allungati protesi verso l’alto come lingue di fuoco.

La nostra guida vi offre il primo fiore per il vostro mazzolino, la digitale. Con sei bei fiori di un rosa delicato a forma di calice, tutti su un solo stelo, è quasi un mazzo in se stesso. Vi si aggiungono questo pisello odoroso giallo-rosa e un rametto di lupino color lavanda, tutti selvatici, naturalmente.

Il sig. Mubata dice che forse ammirate questo fiore color malva a cinque petali chiamato “erba degli asini”, ma personalmente vorrebbe vederlo sparire perché è un vero e proprio flagello nell’orto.

Ecco altre due gemme floreali: Questo ibisco ha cinque petali rotondi rosso-aranciati. Anni fa ne misi uno in un libro; il fiore è sparito da lungo tempo ma la viva impronta colorata è ancora lì nelle pagine. Come descrivereste questa genziana selvatica? Come una piccola stella di mare rosa con un nastrino giallo sporgente dal centro?

Guardate queste Poinsettia purpuree. Quanti fiori potete contare su uno stelo? Dodici! Fanno pensare a una bocca di leone dipinta di viola, ma mi rendo conto che non hanno nessuna parentela con quel fiore.

A questo punto voglio farvi una domanda: Quanti di questi fiori avevate individuati prima che la nostra guida li raccogliesse e ve li offrisse? Uno? Due? Questo è quello che io pensavo. Quella che può apparire una monotona distesa di campagna comincia realmente a vivere con l’aiuto di uno che abita in quella zona (e l’ama). Grazie, sig. Mubata!

Questa mezza dozzina di edifici rotondi formano il villaggio dell’amico del nostro insegnante. Venite, ci fanno segno di entrare nella capanna che funge da cucina.

Non vedete le moderne comodità che forse conoscete. Ciò nondimeno, quello che c’è qui va bene per la massaia africana. Proprio al centro della stanza vi è un focolare per cucinare. Da ambo i lati della porta sono stati costruiti dei sedili di fango, ricoperti di sterco di mucca che dà loro un aspetto lucido e levigato. Il pavimento ha una simile superficie lustra. E non arricciate il naso, poiché se non vi avessi detto com’è stata ottenuta una superficie così liscia e cerea avreste provato solo ammirazione.

Da cavicchi infilati nelle pareti pendono asce, zappe, finimenti di cuoio per i buoi, pannocchie essiccate di granturco, cucchiai di legno e un calendario illustrato. E vedete quello che vedo io? Un mazzo di fiori selvatici simili ai vostri. La padrona di casa dice che, no, non li ha raccolti per noi, poiché, dopo tutto, non sapeva del nostro arrivo. È stata la sua figlioletta a raccogliere i fiori questa mattina quando è andata a fare la legna.

Ora che stiamo tornando in città, vorrei chiedervi se avete notato quell’appezzamento d’erba verde, grande quanto un fazzoletto da tasca, vicino alla capanna principale nel villaggio del nostro ospite? Sapete che non piove da oltre due mesi e che la sola ragione per cui l’erba è così lussureggiante è che la massaia e i suoi figli sono andati ogni giorno a prendere l’acqua a un lontano pozzo per irrigare quel praticello? E non è stato piacevole vedere quelle rose muschiate, presso la capanna del vecchio nonno, le tagete vicino alla capanna dove conservano il granturco, e le cosmee e gli astri che crescono a profusione al limitare del villaggio? Com’è stato gentile il sig. Mubata a presentarci ai suoi amici, coi quali avevamo un interesse comune, i fiori.

Diciamo: “Grazie per la flora”

Speriamo davvero che questo furtivo sguardo al mondo della flora vi sia piaciuto. La prossima volta che vedete un animale che vi entusiasma, non mancate di guardare i fiori e i cespugli che ha ai piedi e l’albero o il rampicante che gli fa ombra e ne sarete doppiamente entusiasti.

Veramente, non c’è una razza di uomini che non ami la bellezza degli alberi, dei cespugli e dei fiori e questo è giusto e appropriato, perché la varietà della vegetazione è un dono del Grande Creatore. In Rhodesia siamo grati d’averne così in abbondanza.

“Ogni cosa egli ha fatto bella a suo tempo. Perfino il tempo indefinito ha posto nel loro cuore, affinché il genere umano non trovi mai l’opera che il vero Dio ha fatta dall’inizio alla fine”. — Eccl. 3:11.

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