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  • ‘Non seguite la folla per fini empi’
  • Svegliatevi! 1975
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  • Risultati del seguire la folla
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Altro
Svegliatevi! 1975
g75 8/8 pp. 5-7

‘Non seguite la folla per fini empi’

LE dimostrazioni pubbliche e le proteste di massa sono all’ordine del giorno, particolarmente nelle nazioni di quella che è detta “cristianità”. Vi partecipano molti cittadini che normalmente sono tranquilli e non aggressivi, e perfino ecclesiastici si sono dati da fare per promuovere e attuare queste forme di protesta, la pressione esercitata con la forza del numero.

Indubbiamente vi sono ingiustizie e una grande percentuale di queste azioni di massa presenta qualche valido motivo di lagnanza. Spesso i partecipanti ritengono che questo sia il solo modo per farsi ascoltare.

Ma è saggio partecipare a tali dimostrazioni pubbliche? Molte sono cominciate abbastanza pacificamente. Ma sono finite con la violenza o i tumulti. Perché?

Vi è una “psicologia di massa” che dà ai singoli un senso di anonimato. Poiché in mezzo alla folla la loro identità non risalta così nettamente, le persone si sentono libere di fare quello che normalmente non si sognerebbero neppure. Ma chi partecipa a un’azione di massa condivide la colpa di qualsiasi cosa facciano la massa o quelli che ne fanno parte.

Funzionari o giudici sono pure stati spinti sotto la pressione della folla a non tener conto della legge e della loro propria coscienza. Per evitare che avvenisse questo nell’antico Israele, la legge di Dio che ora è contenuta nella Bibbia diceva: “Non devi seguire la folla per fini empi; e non devi attestare in una controversia in modo da volgerti con la folla per pervertire il diritto”. — Eso. 23:2.

Questo comando era rivolto primariamente ai giudici e ai testimoni nelle cause, per il fatto che potevano essere influenzati dalla folla a emanare un giudizio pervertito o a rendere falsa testimonianza. Similmente, si applicava a quelli che cospiravano insieme per fare pressione sui giudici o su uomini che occupavano cariche amministrative.

Risultati del seguire la folla

Il più evidente esempio del “seguire la folla per fini empi” fu quanto avvenne al processo di Gesù Cristo. I capi sacerdoti istigarono una turba e fomentarono tra il popolo un acceso spirito di odio verso Gesù. Quindi, dinanzi all’Alta Corte giudaica, molti furono pronti ad attestare il falso per pervertire il diritto. Infine, Cristo fu condotto davanti a Pilato, che esercitava la funzione di giudice con poteri di vita e di morte. — Matt. 26:47, 59-61.

Pilato voleva liberare Gesù, ma la folla ne chiese a gran voce la morte. (Giov. 18:29-32, 38-40) Mentre i Giudei odiavano in genere il dominio romano, la “psicologia” di massa rese popolare acclamare Cesare come re e chiedere il sangue di Cristo. (Giov. 19:12-16) Pilato avrebbe dovuto sostenere il diritto, ma per timore seguì la folla. La questione però non poteva essere chiusa e dimenticata alla leggera. Tutti coloro che vi erano coinvolti dovevano rendere conto della loro colpa per lo spargimento di sangue. Solo cinquantadue giorni dopo, a causa della colpa nazionale, molti “furono compunti nel cuore” quando l’apostolo Pietro disse loro: “Sappia per certo tutta la casa d’Israele che Dio l’ha fatto Signore e Cristo, questo Gesù che voi avete messo al palo”. (Atti 2:36, 37) Il peso dell’omicidio gravava sulla folla, collettivamente e individualmente!

In quanto al codardo Pilato, fu in seguito rimosso dalla carica di governatore romano e morì in esilio. Gerusalemme pagò cara la colpa dello spargimento di sangue quando la sua precedente “amicizia” con Cesare si dimostrò falsa, finendo nella lotta e nella finale distruzione di Gerusalemme ad opera degli eserciti romani nel 70 E.V.

C’è un altro efficace rimedio?

Comunque, vi sono alcune situazioni interamente diverse, come quando un gruppo subisce delle ingiustizie. A parte la pressione esercitata dal gruppo, come possono dunque i suoi componenti farsi ascoltare? Quale altro rimedio c’è?

Per risolvere il dilemma di un individuo, o di un gruppo, in molte parti del mondo si può fare ricorso alla legge. Ma che dire se i normali rimedi legali non sono efficaci? Forse i politici non saranno spinti a fare i cambiamenti desiderati e i giudici non amministreranno la giustizia per avidità o codardia. Quindi un gruppo di minoranza non riceverà quello che considera giusto e imparziale.

Ebbene, il ragionamento umano può far pensare che sia meglio ricorrere alla pressione di massa. A causa di tale pressione un giudice o magistrato può ritenere sia conveniente seguire la folla. Ma tali tattiche tendono solo a un ulteriore declino della legge, generalmente a fare un’altra ingiustizia a un altro settore della società.

In effetti, in questo presente sistema di cose non c’è nessuna prospettiva di ottenere piena e completa giustizia, com’è avvenuto in tutta la storia. Quand’è che i gruppi di minoranza sono stati completamente felici? Nonostante le proteste di massa e le insurrezioni, continua lo stesso vecchio sistema, con oppressioni e ingiustizie. Questo avviene perché il mondo è fondamentalmente malvagio, corrotto, non avendo origine da Dio. (1 Giov. 5:19; Gal. 1:4) Oggi, quando lamentele, dimostrazioni, proteste, scioperi, tumulti e violenza sono al culmine, è tempo che Dio intervenga per mettere le cose a posto. Lo ha promesso e presto lo farà. Nel frattempo, che cosa possono fare quelli che desiderano vera rettitudine e giustizia?

Dio dice alle persone oneste e sincere: “Se possibile, per quanto dipende da voi, siate pacifici con tutti gli uomini”. (Rom. 12:18) Ai cristiani dà il comando: “Ogni anima sia sottoposta alle autorità superiori”. (Rom. 13:1) Se le autorità esistenti abusano del loro potere, non è compito del cristiano cercar di rovesciarle. Né rientra nelle competenze dei cristiani sostenere, promuovere o attuare dimostrazioni, proteste di massa o scioperi.

I cristiani non sono stolti seguendo questa condotta. Solo non si impegnano in imprese deludenti cercando di fare quello che solo Dio può fare e farà. Si attengono al comando biblico: “Taci dinanzi a Geova e aspettalo con ardente desiderio. Non ti mostrare acceso ad alcuno che ha successo nella sua via, all’uomo che esegue le sue idee. Lascia stare l’ira e abbandona il furore; non ti mostrare acceso solo per fare il male. Poiché i malfattori stessi saranno stroncati, ma quelli che sperano in Geova sono coloro che possederanno la terra”. — Sal. 37:7-9.

Non si tratta di aspettare tutta una vita o — adesso — neppure molti anni. Oggi vediamo praticare da ogni parte l’ingiustizia, in tutta la terra. Questo presagisce sicuramente l’intervento di Dio, come vide lo stesso re Davide: “Ho visto il malvagio fare il tiranno e distendersi come albero lussureggiante in suolo natio. Eppure passava via, e non c’era; e lo cercavo, e non si trovava”. (Sal. 37:35, 36) Invece di ricorrere dunque a tattiche mondane, confidate in Dio.

Se acquistiamo conoscenza del proposito di Dio, delle sue vie e di ciò che richiede, saremo protetti dall’errore di seguire la folla, i cui fini non recano lode a Dio, bensì accrescono solo l’agitazione e le difficoltà nei critici “ultimi giorni” di questo sistema di cose. — 2 Tim. 3:1-5.

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