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  • g75 22/12 pp. 12-15
  • È colpa di Dio se c’è l’inquinamento?

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  • È colpa di Dio se c’è l’inquinamento?
  • Svegliatevi! 1975
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  • Considerazione divina per piante e animali
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Svegliatevi! 1975
g75 22/12 pp. 12-15

È colpa di Dio se c’è l’inquinamento?

UN BOSCO di sequoie maestose. Una cupa foresta equatoriale. Un vasto oceano azzurro che si scaglia con violenza contro il litorale roccioso. Un deserto rivestito di colore a primavera. Una catena di vette scintillanti che s’innalzano al di sopra di foreste verde cupo e luccicanti laghi blu. Scene che un tempo richiamavano alla mente dello spettatore ammirato il paradiso terrestre.

Ma ora una nuova generazione di uomini guarda l’aria sporca e offuscata, i fiumi intasati da rifiuti industriali, i laghi morti e il suolo avvelenato, i quartieri poveri delle grandi città somiglianti a luoghi di scarico delle immondizie e dice che Dio ne è responsabile.

L’inquinamento, dicono, esiste per colpa di Dio. Muovono la loro accusa partendo dalla dichiarazione della Bibbia contenuta in Genesi 1:28, che dice: “Dio li benedisse e Dio disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi ed empite la terra e soggiogatela, e tenete sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e ogni creatura vivente che si muove sopra la terra”.

Questa dichiarazione di Dio fu il principio dell’inquinamento, afferma lo storico inglese Arnold J. Toynbee, nell’articolo pubblicato in Horizon, Estate ’73, e ristampato in seguito quell’anno in Selezione (edizione inglese). Si intitolava “La genesi dell’inquinamento”. Ma Toynbee è solo uno degli ultimi di una lunga serie di simili accusatori.

Nella rivista Science del 10 marzo 1967, Lynn White junior disse, nell’articolo “Le basi storiche della crisi ecologica”: “Distruggendo l’animismo pagano, il cristianesimo permise di sfruttare la natura con uno spirito di indifferenza”. Egli sostenne che “il cristianesimo ha gran parte della colpa” nell’“aggravata crisi ecologica”.

L’articolo di White fu incluso in The Environmental Handbook, preparato nel 1970 dagli Amici della Terra. Quello stesso anno il Sierra Club pubblicò il suo manuale Ecotactics, e, alle pagine 82 e 83, disse: “Finora le aspirazioni dell’uomo sono state guidate dall’iddio di Genesi. Per la maggior parte, siamo stati fieri d’avere soggiogato il pianeta. Ora ci accorgiamo che le nostre aspirazioni ci hanno messo fuori strada e sono risultate distruttive”.

Ian McHarg dell’Università di Pennsylvania, nel suo libro Design with Nature, pubblicato nel 1971, disse: “In effetti, chi cerca l’autorizzazione per quelli che vorrebbero accrescere la radioattività, creare canali e porti con le bombe atomiche, impiegare veleni senza freno, o approvare la mentalità della ruspa, non potrebbe trovare migliore comando di questo (Genesi 1:28). Vi si trova il permesso e il comando di conquistare la natura, la minacciosa nemica di Geova”. Molti altri, inclusi alcuni ecclesiastici, si uniscono alla protesta e dicono che è colpa di Dio se c’è l’inquinamento.

La domanda importante è: Quando Dio disse alla prima coppia di soggiogare la terra e di dominarla, diede forse, come dice Toynbee, “l’autorizzazione ad Adamo ed Eva di farne quello che volevano”? Era questo il proposito di Geova? O era che l’uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, custodisse la terra, l’amministrasse per il benessere non solo dell’uomo ma anche delle piante e degli animali? Anziché muovere accuse azzardate per richiamare l’attenzione, chi ha giudizio vorrà prima conoscere i fatti. Come avverte la Bibbia: “Rispondere prima di avere ascoltato è stoltezza e vergogna”. — Prov. 18:13, versione di F. Nardoni.

Considerazione divina per piante e animali

Quando fu posto in Eden, l’uomo non ricevette l’autorizzazione di farne quello che voleva. Aveva dei limiti. Come dice la Bibbia, doveva ‘coltivarlo e averne cura’. Le piante non dovevano servire solo all’uomo. Furono date come cibo anche “a ogni bestia selvaggia della terra e a ogni creatura volatile dei cieli e a ogni cosa che si muove sopra la terra in cui è vita come un’anima”. — Gen. 2:15-17; 1:30.

La legge che in seguito Dio diede alla nazione d’Israele indicò come l’uomo doveva ‘soggiogare’ la terra. Non doveva sfruttarla fino all’esaurimento, ma, invece, ogni settimo anno doveva essere “un sabato di riposo completo per la terra”. Non si doveva raccogliere nulla di ciò che cresceva da sé. Si doveva lasciare ai poveri e “al tuo animale domestico e alla bestia selvaggia che è nella tua terra”. — Lev. 25:3-7.

Oggi si afferma che oltre ottocento specie e sottospecie di vita sono sull’orlo dell’estinzione. È questo che Dio si propose dicendo all’uomo di dominare? Altre leggi che Dio diede a Israele mostrano l’interesse del Creatore per la vita animale. Ad esempio, non si doveva mettere la museruola al toro che trebbiava il grano, poiché aveva diritto di mangiare un po’ di frumento. Non si dovevano aggiogare insieme all’aratro un toro e un asino: non era giusto nel riguardi dell’animale più piccolo e più debole. Si doveva aiutare la bestia da soma che si trovava in difficoltà anche se il suo padrone era un nemico, e anche se era giorno di sabato. — Deut. 25:4; 22:10; Eso. 23:4, 5; Luca 14:5.

E quando ci è detto che Dio riveste i gigli del campo di bellezza e gloria superiore perfino a quella del re Salomone, non sembra certo che fosse data ai distruttori l’autorizzazione divina, non vi pare? Le tattiche della guerra moderna di usare defolianti e di bruciare e distruggere tutto prima di cedere un territorio al nemico non hanno l’approvazione divina. — Matt. 6:28, 29.

I fatti mostrano dunque che l’accusa dei critici della Bibbia secondo cui l’inquinamento terrestre è da attribuire a Dio è un’accusa infondata. Che dire poi della soluzione offerta come rimedio da questi stessi critici? È ragionevole?

Politeismo e inquinamento

Coloro che danno a Dio la colpa dell’inquinamento ribadiscono tutti lo stesso tema, dicendo che, siccome la crisi ecologica è dovuta a una causa religiosa, anche il rimedio dev’essere religioso. Dicono che il monoteismo giudeo-cristiano, cioè la credenza in un solo Dio, si deve sostituire con il politeismo o l’animismo, la credenza che molti dèi abitino colli, fiumi, alberi, uccelli e animali e che si debbano adorare tutti questi dèi.

Lynn White junior dice che gli animisti, prima di abbattere un albero, minare un monte, sbarrare un ruscello, placavano gli spiriti che ne avevano la sorveglianza. McHarg dice che il cacciatore indiano faceva lunghe scuse all’orso prima di ucciderlo, spiegandogli che aveva bisogno della pelle e della carne. Ma nonostante lo spirito devoto degli animisti, alla fine l’albero era abbattuto, il monte era fatto saltare, il ruscello era sbarrato e l’orso era ucciso, se rimaneva lì sino alla fine del discorso. — Si paragoni Romani 1:20-23.

Oggi buddisti, indù e scintoisti adorano miriadi di dèi, rendendo omaggio a animali, piante, sole, tuono, vento, rocce, ecc. L’adorazione politeistica ha forse aiutato a purificare la terra? Ebbene, considerate un esempio. Un articolo sull’induismo pubblicato nell’edizione dell’Encyclopædia Britannica del 1971 dice: “Tutti i fiumi e i colli sono più o meno divini, e l’estrema santità del Gange . . . non ha bisogno d’essere accentuata”. Tale “estrema santità” ha impedito forse l’inquinamento del fiume Gange?

No. Un giornalista indiano disse a un visitatore della “Città Santa” di Benares, situata sul Gange: “Tutto quello che ci vuole a Benares è uno stomaco forte e mente aperta”. Un recente articolo del Times di New York mostra come alcuni Indiani “vorrebbero che lungo le rive del Gange si prestasse più attenzione a semplici misure igieniche che a complesse devozioni”. È davvero un fiume inquinato.

Né lo scintoismo e altre religioni animistiche hanno protetto il moderno Giappone dall’esteso inquinamento. Una notizia distribuita nel 1974 dalla United Press International dice: “Oggi il governo giapponese è impegnato in una guerra a oltranza per purificare l’ambiente”. La religione politeistica non ha impedito l’inquinamento. Non è certo la soluzione del problema.

La causa dell’inquinamento e il rimedio

Essenzialmente, l’inquinamento terrestre è avvenuto per due ragioni: l’ignoranza e l’avidità da parte del genere umano.

Molti uomini non hanno inquinato deliberatamente la terra. Gli oceani, per esempio, sono diventati veri e propri luoghi di scarico solo perché l’uomo è stato vittima per secoli dell’errata veduta che la loro capacità di disperdere i rifiuti sia inesauribile. Il capitano Jacques-Yves Cousteau, esperto di oceanografia, dice: “Gettiamo ora ogni mese tanti milioni di tonnellate di rifiuti velenosi nel mare brulicante di vita che forse tra vent’anni, forse prima, gli oceani avranno ricevuto la ferita mortale e cominceranno a morire”. L’ignoranza dell’uomo comincia a ripercuotersi su di lui.

L’avidità è stata ovviamente la maggiore causa dell’inquinamento. La gente ha continuato a chiedere molto di più di quello che era necessario e la tecnologia si è sforzata di soddisfare questa domanda. Così le fabbriche han continuato a lavorare, scaricando nei corsi d’acqua i rifiuti e vomitando nell’atmosfera fumo saturo di particelle. Il traffico automobilistico congestiona più che mai le reti stradali, contaminando l’aria che respiriamo. L’attuale modo di vivere dell’uomo ha trasformato in “necessità” molte cose un tempo considerate lussi. L’inquinamento che ne deriva non finirà probabilmente finché dura questo sistema.

Chi cita Genesi 1:28 e incolpa Dio dell’inquinamento mostra di ignorare le molte ammonizioni di Geova d’aver cura della terra e delle piante e degli animali. Soggiogare non significa necessariamente opprimere. Il dominio non dev’essere distruttivo. Le erbacce sono utili in molti campi, ma non negli orti. Leoni e tigri vanno bene nelle giungle, ma non nelle strade delle città. Non possiamo tenere sotto controllo le erbacce e coltivare lattuga senza sterminare uccelli e api? Non possiamo tenere sotto controllo e usare le popolazioni animali senza spingerle sull’orlo dell’estinzione? Dobbiamo deificare i corsi d’acqua per avere acqua pura, o adorare il vento per avere aria pulita, o inchinarci ai monti per avere suolo incontaminato?

La genesi dell’inquinamento non è il mandato che Geova diede all’uomo di custodire la terra. Piuttosto, gli abitanti della terra diventano moralmente inquinati prima di inquinare l’ambiente fisico. È un declino morale, un inquinamento prodotto dall’avidità in persone ignoranti. Si tratta di causa ed effetto. La causa sono le persone inquinate; l’effetto, l’ambiente inquinato. Il rimedio consiste nell’educare e nel purificare la gente, poi seguirà la purificazione dell’ambiente. Eliminate la causa e scompare anche l’effetto.

Si miete quello che si semina. Ma oggi va di moda negarlo, dare la colpa a qualche altra cosa, sottrarsi alla responsabilità personale. I delinquenti dicono che non è colpa loro, è colpa della società. Quelli che hanno provocato l’inquinamento dicono che non è colpa loro, è colpa di Dio. Così la follia continua.

Inoltre, in una società ateistica e imbevuta di scienza, è di moda dare la colpa a Dio. E se così facendo questi uomini empi riescono a dare alla cosa una veste dotta e a far uscire le calunnie dalle labbra di persone importanti, tanto meglio. Alcuni anni fa eminenti ecclesiastici dichiararono che Dio era morto. Ora, in effetti, lo risuscitano per farne il proprio capro espiatorio dando l’idea, con le loro opinioni, che la colpa dei problemi ecologici dell’uomo sia Sua. Funzionerà? È giustificata? No di certo!

I bassifondi e gli scarichi di immondizie, le regioni aride soggette a prolungate siccità, i fiumi fetidi, i laghi morenti, gli oceani avvelenati, il suolo malato, l’aria sporca e piena di fumo e la lista sempre più lunga di specie in pericolo, tutte queste cose tradiscono l’ignoranza e l’avidità dell’uomo. Ammettete tutto questo inquinamento, vedetelo per quello che è e riconoscete che se c’è l’inquinamento la colpa è dell’uomo!

Ma non perdetevi d’animo, voi che amate Dio e tutto ciò che ha fatto! I cieli proclamano ancora la gloria di Dio, e le meraviglie della terra parlano ancora della sua eterna potenza e maestà. Traete incoraggiamento da ciò che Geova dice del nostro tempo: “È giunta l’ora della tua ira, il tempo . . . di annientare coloro che distruggono la terra”. (Apoc. 11:18, La Bibbia di Gerusalemme) Com’è rincorante sapere che presto Dio adempirà il suo proposito originale e farà in modo che la terra sia giustamente soggiogata, a sua gloria e per il bene duraturo di tutta la creazione!

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