BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g76 8/2 pp. 7-9
  • A caccia di animali nell’Africa Orientale

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • A caccia di animali nell’Africa Orientale
  • Svegliatevi! 1976
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Viaggio verso il luogo del safari
  • La cattura
  • Adattamento alla nuova vita
  • Animali
    Svegliatevi! 2015
  • Crudeltà verso gli animali: Cosa c’è di male?
    Svegliatevi! 1998
  • Gli animali vanno in paradiso?
    Bibbia: domande e risposte
  • Dio si interessa degli animali?
    Svegliatevi! 2011
Altro
Svegliatevi! 1976
g76 8/2 pp. 7-9

A caccia di animali nell’Africa Orientale

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nel Kenya

VI PIACE visitare uno zoo o una riserva di animali? E vi divertite a vedere animali di luoghi remoti o forse sognate il giorno in cui potrete vederli nel loro ambiente naturale? In tal caso, vi invitiamo a partecipare con noi a un safari nell’Africa Orientale per fare la selvaggia e pericolosa esperienza di prendere alcuni degli animali che ora vivono in molti parchi e zoo del mondo.

Siamo fortunati potendo andare insieme a un cacciatore che ha l’autorizzazione governativa e che, in questa occasione, deve soddisfare un’ordinazione comparativamente “piccola”: 12 elefanti, 5 rinoceronti, 30 zebre, 15 gnu, 27 giraffe e vari altri animali delle pianure. Il viaggio in questa regione durerà circa tre mesi e ovviamente bisogna fare molti preparativi perché abbia successo.

In questo tempo vivremo per così dire “allo stato selvaggio”, e quindi ci occorrono adeguate attrezzature per il campeggio, oltre a sufficienti provviste di cibo, utensili da cucina, cassette di pronto soccorso e, naturalmente, pezzi di ricambio per le Land Rover e i camion, fra cui molle, assali e molti pneumatici. Dobbiamo anche badare di portare vestiti adatti: I soliti abiti leggeri da safari (cachi, per confondersi con l’ambiente), un maglione per la sera (che anche in Africa può esser fredda), e stivali per proteggerci i piedi da serpenti, termiti e vari altri dudu (insetti) che a quanto pare provano molto piacere a morderci. Ci vuole anche un cappello adatto per ripararci dall’infuocato sole africano.

Fatti tutti questi necessari preparativi per noi e per gli uomini del gruppo non dobbiamo dimenticare gli animali che intendiamo prendere. Ci vogliono recinti adatti in cui mettere gli animali man mano che vengono presi, e, naturalmente, una volta che li abbiamo presi, dobbiamo dare loro cibo e acqua.

Prima di partire per il safari, dal suo leggero velivolo il nostro cacciatore ha già “localizzato” gli animali da prendere, quindi abbiamo buone probabilità di trovare quelli che vogliamo.

Viaggio verso il luogo del safari

La nostra comitiva di venti persone è formata di meccanici, alcuni che daranno da mangiare agli animali e ne avranno cura, un gruppo di otto persone che farà l’effettiva cattura, e noi. Diamo un bello spettacolo mentre avanziamo sobbalzando sul terreno accidentato. Alcune strade che percorriamo sono abbastanza buone, ma altre volte la pista somiglia di più al letto prosciugato di un fiume che a una strada.

È la stagione asciutta, e, di conseguenza, la nostra carovana solleva un’enorme nuvola di polvere per un lungo tratto dietro di noi. Come siamo grati alla fine di ogni giornata di poterci lavare per eliminare la polvere che si raccoglie negli occhi, negli orecchi e nel naso! Com’è anche piacevole gironzolare la sera attorno al fuoco del campo o anche solo starsene tranquillamente seduti dopo essere stati sballottati tutto il giorno nei nostri veicoli!

Uno dei rumori più comuni nelle pianure dell’Africa Orientale è uno strano fischio. Per lo straniero è un suono misterioso, ma il cacciatore spiega che è causato dal vento che soffia attraverso i baccelli dei semi dell’albero di acacia vuotati dagli insetti. Questo, e il canto dei grilli e delle locuste, oltre al tossire del leopardo e al brontolio del leone, sono ricordi che rendono indimenticabile il nostro viaggio.

Infine arriviamo al luogo dove stabiliremo un campo semipermanente e dove metteremo gli animali nei recinti, man mano che verranno presi. Bisogna abituarli gradualmente al cibo domestico per prepararli alle loro nuove dimore nei molti zoo lontani dall’Africa nativa.

La cattura

Nei pressi del campo la vista e il rumore degli animali aumentano di giorno in giorno mentre i recinti si riempiono gradualmente di animali catturati. Poiché l’effettiva cattura degli animali può essere molto pericolosa, nessuna persona inesperta potrà parteciparvi. Ma sentiranno con piacere le molte esperienze e i pericoli incontrati quando ne faremo il racconto al campo.

Riuscite a immaginarvi mentre inseguite un rinoceronte, o un veloce gnu, correndo su terreno sconosciuto, girando, svoltando, schivando i molti cespugli e formicai (poiché sarebbe disastroso urtarvi contro), cercando di lanciare il lazo attorno al collo della preda? Preso l’animale al collo, gli uomini devono rapidamente legargli le zampe e allentare la corda al collo. Altrimenti alcuni animali potrebbero essere danneggiati e diventare perfino ciechi. Oppure vi piacerebbe cercar di afferrare per la coda una zebra o una giraffa in corsa?

Si fa un’attenta selezione degli animali da catturare, perché non siano né troppo vecchi né troppo giovani. I giovani richiedono troppe cure e l’animale vecchio non si adatta mai alla nuova vita e alimentazione. Quindi diamo la caccia a quelli un po’ cresciuti. Ci sono diverse opinioni sull’animale più pericoloso da catturare. Per alcuni il peggiore è il rinoceronte; per altri, l’elefante, e la maggioranza converrà che il bufalo è un formidabile avversario, infido e imprevedibile. Secondo il cacciatore che accompagniamo l’elefante è il più pericoloso, poiché per catturarlo si deve separare quello prescelto dal branco, cosa non facile quando i giovani sono sorvegliati con grande attenzione da molte “zie” e dalle madri.

Arriva il giorno in cui abbiamo preso tutti gli animali ordinati e possiamo accingerci al viaggio di ritorno. Per la maggioranza degli inesperti questa sembrerebbe la fine della storia. Ma per gli animali è solo l’inizio.

Adattamento alla nuova vita

Nelle prossime tredici settimane gli animali avranno bisogno di speciali cure mentre li abitueremo al cibo domestico come erba medica, avena e orzo. In questo tempo devono abituarsi alle piccole gabbie nelle quali saranno spediti alle varie destinazioni. Vi si riesce invogliandoli ad avvicinarsi sempre più alle gabbie con il cibo, tanto che alla fine vi entrano e ne escono liberamente e senza paura. Alla fine del periodo di quarantena e di acclimatazione gli animali sembrano contenti della loro nuova vita e sono pronti per essere trasportati alla loro nuova dimora, dove recheranno felicità e piacere a giovani e vecchi, forse anche a voi!

Chi partecipa a un safari di questo genere è in grado di apprezzare ancora di più quanto lavoro ci vuole per portare vivi nel proprio paese questi meravigliosi animali. Mentre siamo grati a chi ci ha permesso di vedere queste meraviglie, la nostra massima gratitudine va a Colui che ‘creò tutte le cose’, Colui che diede all’uomo una dimora così interessante e dilettevole, questo meraviglioso pianeta terrestre con le sue varietà di vita animale apparentemente senza fine. — Riv. 4:11.

Attendiamo anche il tempo in cui non sarà più necessario tenere tali animali in gabbia per vederli da vicino. La Parola di Dio, la Bibbia, ci dice che verrà il tempo in cui si potrà camminare fra loro senza paura e provare anche maggior piacere in queste creature, opera di un amorevole Creatore.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi