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  • g76 8/2 pp. 12-17
  • Pianeti interessanti per nostro godimento

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  • Pianeti interessanti per nostro godimento
  • Svegliatevi! 1976
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  • Le fasi di Venere
  • L’inafferrabile Mercurio
  • Giove e le sue lune
  • Il clima proibitivo di Marte
  • Eros, un’isoletta nello spazio
  • I meravigliosi anelli di Saturno
  • Sonde su altri pianeti
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    Svegliatevi! 1984
Altro
Svegliatevi! 1976
g76 8/2 pp. 12-17

Pianeti interessanti per nostro godimento

“CIAO! Sono contento che tu mi abbia invitato qui stasera. Non vedevo l’ora di osservare alcuni pianeti col telescopio”.a

“E sono lieto che tu sia potuto venire. È una bella serata limpida”.

“È questo il tuo telescopio? Sembra così piccolo. Mi aspettavo di vedere un lungo tubo in equilibrio su un alto treppiedi”.

“Sì, questo si chiama telescopio catadiottrico. Sebbene sia lungo solo ventitré centimetri, entro il tubo la traiettoria ottica va avanti e indietro così da avere una lunghezza focale di oltre un metro e venti”.

“Allora è così che funziona. . . . È abbastanza buio per cominciare?”

Le fasi di Venere

“Sì, questo è il momento migliore per vedere Venere, prima che il cielo sia proprio buio. Vedi quella stella luminosa laggiù a ovest?”

“Quella sì che è luminosa”.

“Sì, dopo il sole e la luna, Venere è l’oggetto più luminoso del cielo. Si vede anche alla piena luce del giorno sapendo dove guardare. Eccolo, lo vedo. Vuoi sederti e guardare?”

“Così questa è Venere. Guarda, somiglia alla luna quando non è ancora mezza. Perché?”

“Venere gira intorno al sole in un’orbita all’interno dell’orbita terrestre. Quindi spesso si trova fra noi e il sole. Naturalmente, solo metà di Venere è illuminata dal sole, e proprio ora possiamo vedere meno di metà della parte in cui è giorno. Quindi ora la vediamo nella fase crescente”.

“Allora mentre Venere si muove nella sua orbita, il suo aspetto cambia forma come fa la luna quando passa attraverso le sue fasi?”

“Esatto. Nella sua attuale posizione, Venere si avvicina maggiormente alla linea fra la terra e il sole. Se la guardassimo, diciamo, fra un mese, la falce di luce sarebbe più sottile. Ma, nello stesso tempo, si avvicina maggiormente alla terra, per cui al telescopio apparirà più grande. Proprio prima che passi davanti al sole, apparirà forse due volte più grande di adesso, ma sarà visibile solo la falce più sottile”.

“È senz’altro interessante. Com’è Venere?”

“Venere è quasi della stessa grandezza della terra. Ma nessuno ne ha mai visto la superficie, poiché è sempre coperta da dense nubi. Tuttavia, gli uomini hanno mandato su Venere sonde spaziali con strumenti che hanno rimandato segnali mentre venivano paracadutati sulla superficie. Là fa molto caldo, oltre 480 °C. Quindi su Venere non possono esserci né fiumi né laghi né oceani. La sua atmosfera è quasi cento volte più densa della nostra, ed è formata essenzialmente di anidride carbonica”.

“Non sembra un clima molto piacevole”.

“No, non vorresti passarci le vacanze. Anni fa, alcuni scienziati pensavano che su Venere ci fosse la vita, ma ora sappiamo che è impossibile”.

L’inafferrabile Mercurio

“Si sta facendo piuttosto buio adesso. Che cosa osserveremo? Possiamo vedere Mercurio?”

“Non stasera. Mercurio è anche più vicino al sole di Venere. Quindi non è quasi mai abbastanza lontano dal sole nel cielo per essere al di sopra dell’orizzonte quando è buio. In media, solo una volta o due all’anno è facile dargli un’occhiata. Ma ci sono due speciali occasioni in cui si può vedere chiaramente Mercurio. Una è quando la luce del sole è oscurata per alcuni minuti da un’eclissi solare totale. L’altra è quando Mercurio passa davanti al disco solare. Negli Stati Uniti questo non accadrà di nuovo che nel 2003. Tuttavia, il passaggio di Mercurio davanti al sole sarà visibile in Europa nel 1986 e nel 1993”.

“C’è un bel po’ da aspettare. Possiamo vedere qualche altra cosa questa sera?”

Giove e le sue lune

“Puntiamo il telescopio sui pianeti fuori dell’orbita terrestre, prima su Giove. Giove è il pianeta più grande del sistema solare, e anche se è a quasi 800 milioni di chilometri da noi, si distingue molto bene nel cielo”.

“Quanto è grande Giove?”

“Ha un diametro di circa 140.000 chilometri, pressappoco undici volte più grande di quello della terra, e solo circa un decimo del diametro del sole. Ecco, l’ho avvistato. Guarda e dimmi quello che vedi”.

“È un grande disco luminoso, come una luna piena. E al suo fianco ha varie stelle luminose”.

“Quelle sono alcune lune di Giove. Quattro di esse sono abbastanza luminose che si possono vedere con un piccolo telescopio. Giove ha una gran quantità di lune assai più piccole. La tredicesima è stata scoperta solo l’anno scorso. Ma le quattro che vedi sono note da quando Galileo per primo puntò il telescopio su Giove. Sono tutti corpi abbastanza grandi. Uno è anche più grande di Mercurio”.

“Noto che sono quasi in linea retta. Una è a sinistra e tre sono a destra”.

“Se domani sera guarderai di nuovo, le vedrai tutte in posizioni diverse. Sono situate a diverse distanze da Giove, e, perciò, girano intorno al pianeta a diverse velocità. Poiché vediamo le orbite di taglio, stanno sempre piuttosto in fila. Quanto a Giove stesso, fammi cambiare l’ingrandimento da 80 a 160. Hai detto che somiglia alla luna piena, ma ora noti nessuna differenza?”

“Sì, non appare pieno di crateri come la luna. Ma vedo alcune linee sottili attraverso di esso, o dovrei dire bande di colore più scuro, in fila con le lune. Che cosa le causa?”

“Probabilmente sono fasce di nubi, spinte attorno a Giove dai venti prevalenti, come gli alisei che abbiamo sulla terra. L’atmosfera di Giove è evidentemente molto fitta e densa. Gli astronomi vi hanno scoperto il gas metano e l’ammoniaca, oltre all’idrogeno. Le nubi possono essere cristalli di ammoniaca allo stato solido. Giacché la densità media di Giove è solo un quarto di quella terrestre, il pianeta dev’essere formato essenzialmente di gas. . . . Noti nient’altro sulla superficie?”

“Vuoi dire una macchia? Nell’emisfero inferiore?”

“Sì. Quella è la famosa ‘grande macchia rossa’ di Giove”.

“Che cos’è quella macchia, fumo o qualcos’altro?”

“Sono state formulate moltissime teorie, inclusa una secondo la quale si suppone sia un vulcano sotto le nubi. Ma non è probabile, poiché, a volte, la macchia si sposta considerevolmente, a est e a ovest. Non sembra sia ancorata a nulla di solido al di sotto. Probabilmente, la ‘grande macchia rossa’ è una gigantesca tempesta nell’atmosfera di Giove. Fu notata per la prima volta quasi cento anni fa. Cambia molto di grandezza, forma e colore, ma resta lì. Se la macchia è realmente una tempesta, è immensa, abbastanza grande da inghiottire tutta la terra”.

“Capisco perché Giove è così interessante per te. . . . Che cos’è quella stella rossastra là a sud-est? È forse Marte?”

Il clima proibitivo di Marte

“Sì. Marte è il nostro vicino più conosciuto dello spazio. Sebbene Venere si avvicini di più, in quanto a studi e pubblicità Marte ha avuto la parte del leone. La ragione è che quando Marte è più vicino a noi, è illuminato interamente dal sole e si può osservare e studiare con facilità. Devo avvertirti, però, che quando guardi Marte, puoi rimanere deluso, poiché in un piccolo telescopio non è così spettacolare come i pianeti più grandi. Tuttavia, ora è visibile una caratteristica che vale la pena di vedere. Ecco, guarda”.

“Sembra proprio piccolo. Ma il suo colore rosso risalta davvero. E da una parte c’è una distinta macchia bianca. È la calotta polare?”

“Sì. Nella sua attuale posizione, il polo sud di Marte è inclinato verso di noi, ed è lì che vedi la calotta polare. Marte, benché molto più piccolo della terra — ha un diametro di soli 6.500 chilometri circa — è sotto alcuni aspetti simile ad essa. Anzitutto, il suo asse è inclinato di circa 24 gradi rispetto al piano della sua orbita, quasi come la terra. Perciò, mentre gira intorno al sole Marte ha le stagioni, come le ha la terra. Un’altra somiglianza è che Marte ruota sul suo asse in sole ventiquattr’ore”.

“È questa la ragione per cui alcuni pensano che ci possa essere la vita su Marte?”

“Forse sì, ma sotto altri aspetti Marte è assai diverso dalla terra. La sua atmosfera ha una densità che è meno dell’uno per cento di quella della nostra, ed è essenzialmente formata di anidride carbonica. Su Marte c’è poca o nessuna acqua, così la calotta polare che vedi non è ghiaccio comune, ma anidride carbonica solida, ciò che chiamiamo ghiaccio secco. Ora nell’emisfero meridionale di Marte è estate, e la calotta polare si sta restringendo. Con ventiquattr’ore di sole al giorno, in quattro settimane sarà sparita”.

“Dev’essere proprio freddo perché si formi il ghiaccio secco. Ma nelle zone temperate di Marte non fa più caldo?”

“Sì, la temperatura più alta registrata dalle sonde spaziali sull’equatore di Marte è stata di circa 15 °C, ma di notte scende a circa 70 gradi sotto zero, anche in piena estate”.

“Che clima proibitivo! I pianeti sono davvero affascinanti. Ora che cosa vedremo?”

Eros, un’isoletta nello spazio

“Nel nostro sistema solare ci sono tante cose affascinanti. Vedi quelle due stelle luminose, una sopra l’altra? Quelli sono i Gemelli, Castore e Polluce. In linea diagonale in basso a destra di quella inferiore, c’è un’altra stella, non tanto luminosa. Gli astronomi la chiamano Kappa Geminorum. Ieri sera l’ho vista al telescopio insieme ad altre due stelle meno luminose, una a sinistra e l’altra sotto di essa, che formavano un triangolo rettangolo con la Kappa all’angolo retto. Ora guardala e dimmi quello che vedi”.

“Vedo la stella luminosa e le altre due stelle dove hai detto tu, ma c’è una quarta stella in linea fra le due più fioche”.

“Esatto. Ieri sera non c’era, per cui dev’essere un pianeta. Ricorda che una differenza fondamentale fra una stella e un pianeta è che una stella sta in un posto fisso nel cielo, anno dopo anno, ma il pianeta si muove”.

“Che pianeta è?”

“È uno dei pianetini, o asteroidi, e si chiama Eros. È del tutto eccezionale in quanto si avvicina alla terra, e si muove nel cielo con rapidità. Come hai detto tu, proprio ora appare sulla linea retta fra le due stelle. Ma si muove così rapidamente che tra un’ora non sarà più in fila con le altre”.

“Non ha la forma di disco, come gli altri pianeti. Se non si muovesse, non si potrebbe distinguere da una stella”.

“È piccolissimo, e non è neppure rotondo. Si calcola che Eros sia lungo 35 chilometri e largo 16 chilometri. Di conseguenza, ogni cinque ore compie un giro di rotazione sul suo asse, passando attraverso un ciclo regolare di luminosità e oscurità ogni due ore e mezzo. Eros è realmente solo un’isola nello spazio, grande quanto un’isola dei Caraibi”.

“Eros si avvicina spesso?”

“No, in realtà è raro poter vedere un pianeta così piccolo. Se Eros fosse confinato alla regione fra Marte e Giove, dov’è la maggioranza degli asteroidi, non lo vedremmo mai. Ma ha un’orbita che al perielio, cioè nel punto più vicino al sole, lo porta assai vicino all’orbita terrestre. Questo mese capita che lo incontriamo, a soli 22 milioni di chilometri. Ma passeranno ottantun anni prima che torni così vicino”.

“Vedo che un astronomo deve avere molta pazienza. Ma com’è volato il tempo questa sera! Abbiamo tempo di guardare qualche altra cosa?”

I meravigliosi anelli di Saturno

“C’è ancora una cosa che ho lasciata per ultima. Lascia che ti mostri quello che per me è lo spettacolo più bello dei cieli. È Saturno. Metterò l’ingrandimento a 80. Eccolo, con i suoi anelli per farsi ammirare”.

“Oh! Che vista stupenda! Fa davvero impressione. Ma vedo solo un anello. Hai detto anelli?”

“Sì. Raddoppiamo l’ingrandimento. Ecco, torna a guardare, e vedi se riesci a scorgere un anello interno e uno esterno, con un sottile spazio nero fra loro”.

“Sì, ora vedo i due anelli. Quello interno è più luminoso. Devono essere di enorme grandezza”.

“Sì, davvero: più grandi di qualsiasi altra cosa nella famiglia di pianeti del sole. Benché Saturno stesso sia un po’ più piccolo di Giove, i suoi anelli hanno un diametro di 270.000 chilometri. E con un telescopio più grande, si può vedere un terzo anello, molto più debole, all’interno di quelli che vediamo qui”.

“Che magnifico spettacolo!”

“Gli anelli di Saturno non hanno uguale in tutto l’universo visibile. Mentre il pianeta fa un giro intorno al sole ogni trent’anni, l’angolo a cui vediamo gli anelli passa attraverso delle fasi. Per quindici anni, li vediamo da sud, come ora, e poi, per un periodo simile, da nord. E due volte in una rivoluzione, li vediamo proprio di taglio. Quando ciò accade, non se ne sospetterebbe l’esistenza. Gli anelli sono eccezionalmente sottili, avendo uno spessore di non più di sedici chilometri. E sono perfettamente circolari e assolutamente piatti e uniformi, come si vede con i telescopi più grandi”.

“Di che cosa sono fatti gli anelli?”

“Non possono essere di alcunché di solido, poiché se lo fossero, il bordo esterno si muoverebbe più rapidamente di quello interno. Il fatto è, tuttavia, che le parti interne degli anelli si muovono più in fretta. Questo è proprio ciò che si attenderebbe da satelliti a distanze corrispondenti da Saturno. Perciò gli anelli di Saturno devono essere formati di miliardi o trilioni di particelle, ciascuna delle quali ruota nella sua orbita attorno a Saturno. A giudicare dalla massa e dal potere riflettente degli anelli, le particelle devono essere minuscole, forse fini come polvere”.

“Ma come fecero tanti miliardi di particelle a trovarsi lì in una formazione così sorprendente? Come fanno a rimanere in orbite stabili, senza subire collisioni che distruggerebbero gli anelli?”

“Nessuno ne ha la più pallida idea. Secondo me questo è un altro esempio di ciò che vediamo così spesso nella creazione vegetale e animale della Terra. È come se il Creatore, Geova, provasse diletto a dimostrare non solo la sua enorme potenza e intelligenza, ma anche la sua immaginazione infinitamente varia, poiché progettò sia la creazione animata che quella inanimata con una così grande varietà. Pensa all’amorevole considerazione del Creatore nel porre l’uomo sulla terra, un pianeta con un’atmosfera così pulita, e nel concedergli l’intelligenza e la curiosità di inventare telescopi e di puntarli verso il cielo”.

“Vuoi dire che gli anelli di Saturno e tutte queste altre cose meravigliose che ho osservato questa sera furono messe là solo perché gli uomini le studiassero e vi provassero piacere?”

“Solo Dio sa perché fece tutte queste cose. Ma dal punto di vista dell’uomo, poteva esserci una ragione migliore? Ciò che hai visto dell’universo fisico non ti riempie di timore reverenziale verso il suo grande Creatore? Non siamo commossi e pieni di apprezzamento per l’amore che ci ha mostrato provvedendoci tali cose in cui provare piacere, insieme ad altre benedizioni della vita?”

“Senz’altro. Ma quello che ho imparato questa sera ha suscitato in me un paio di domande. Molte generazioni di astronomi non hanno forse solo scalfito la superficie di ciò che si deve imparare sull’universo? E giacché molti fenomeni di cui hai parlato accadono così di rado, forse una o due volte in una vita, non ti senti defraudato, per così dire, per il fatto che non puoi vivere abbastanza a lungo per vedere tutte le meraviglie della creazione?”

“Questa è una ragione di più per cui non ha senso che Dio facesse l’uomo per vivere solo alcune decine di anni. Ma, pur vivendo mille volte tanto non finiremmo mai di osservare e studiare i meravigliosi cieli creati da Geova. Com’è dunque ragionevole la veduta biblica che Dio pose l’uomo sulla terra perché vivesse in eterno”. — Riv. 21:4.

“Certo, mi hai dato molto su cui pensare. Grazie per questa indimenticabile serata”.

[Nota in calce]

a La descrizione dei pianeti contenuta in questo articolo si basa su effettive osservazioni fatte negli ultimi anni con un piccolo telescopio. Naturalmente, bisogna capire che di rado sarebbero visibili tutti contemporaneamente.

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