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  • g76 8/7 pp. 21-24
  • L’unione può salvare le chiese?

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  • L’unione può salvare le chiese?
  • Svegliatevi! 1976
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  • La dottrina è importante?
  • Dio che cosa richiede?
  • Che cosa attendersi nel prossimo futuro
  • L’unità che Dio approva
    Svegliatevi! 1984
  • L’unità della famiglia di Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
  • È l’unità mondiale un sogno?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
  • L’unità contraddistingue la vera adorazione
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2010
Altro
Svegliatevi! 1976
g76 8/7 pp. 21-24

L’unione può salvare le chiese?

L’UNIONE è considerata una cosa molto desiderabile; particolarmente, è considerata utile sul piano familiare. E riguardo all’armonia esistente fra coloro che hanno una comune base spirituale la Bibbia dice: “Ecco, come è buono e come è piacevole che i fratelli dimorino insieme in unità!” — Sal. 133:1.

Allora, non sarebbe una cosa buona incoraggiare l’unione delle religioni? Molti pensano di sì. Per esempio, il 20 gennaio 1974, papa Paolo VI chiese di pregare per l’unione di tutte le fedi “cristiane” nella Chiesa Cattolica Romana, e la riconciliazione fu il tema dell’“Anno Santo” cattolico del 1975. Inoltre, il convegno del Consiglio ecumenico delle Chiese tenuto nel 1975 aveva l’obiettivo di stabilire dei contatti tra i paesi e tra le fedi. Infatti, nel febbraio del 1975, nella cattedrale di S. Patrizio e nel Tempio EmanuEl di New York furono annunciati i progetti per considerare durante l’anno i problemi che causano rapporti tesi fra i seguaci delle rispettive fedi. E per la prima volta un rabbino ebreo parlò dal pulpito di quella cattedrale cattolica.

La maggioranza sa che molte organizzazioni religiose hanno ora difficoltà, quali diminuzione di membri e ristrettezze finanziarie. Certo, nella nostra comunità questi problemi possono non esistere, ma altrove ci sono. Pertanto, molti ecclesiastici incoraggiano l’unione delle religioni perché pensano senz’altro che questo favorirebbe gli interessi delle loro rispettive denominazioni. Ma è scritturalmente corretto unire varie religioni? E, se si conseguisse l’unione, salverebbe essa le chiese?

La dottrina è importante?

Non c’è dubbio che i compromessi in campo dottrinale favorirebbero l’unione delle religioni. Che cosa ne pensa la gente? Riassumendo i risultati di un sondaggio effettuato in un’area metropolitana degli Stati Uniti, il Journal di Milwaukee del 28 ottobre 1974 pubblicò un articolo intitolato “L’idea di ‘una sola vera fede’ sta perdendo terreno”. Delle 1.323 persone interrogate, quasi otto su dieci erano favorevoli a movimenti di unione delle fedi. Secondo un cattolico, “quello in cui si crede non è così importante come credere a qualcosa”. E una donna luterana fece questa osservazione: “Essenzialmente, crediamo tutti alle stesse cose. Non credo che l’interpretazione della dottrina abbia tanta importanza”.

Ciò nondimeno, il tentativo di conseguire l’unità religiosa mediante i compromessi in campo dottrinale non è sostenuto da nessun precedente biblico. Quando il profeta Mosè era sul monte Sinai per ricevere istruzioni da Dio, gli Israeliti cercarono di fondere l’adorazione di Geova Dio con le pratiche religiose degli Egiziani. Aaronne fece un vitello d’oro; e dicevano: “Questo è il tuo Dio, o Israele, che ti ha tratto fuori del paese d’Egitto”. Aaronne costruì un altare davanti al vitello e poi gridò: “Domani ci sarà festa a Geova”. Il giorno successivo, furono fatti olocausti e sacrifici di comunione. In seguito, il popolo mangiò e bevve, poi si alzò “per divertirsi”. Cosa pensò Geova Dio di tutto questo? Ne fu molto dispiaciuto. Dio non approvò certo il tentativo di mischiare la vera adorazione con la falsa religione. — Eso. 31:18–32:10.

Lungi dall’incoraggiare l’unità religiosa con altri, Dio, per mezzo di Mosè, disse al suo popolo dell’antichità: “Non devi concludere alcun patto con loro né coi loro dèi”. “Chi sacrifica ad altri dèi fuorché a Geova solo dev’essere votato alla distruzione”. (Eso. 23:32; 22:20) Inoltre, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, non fece mai compromesso con quelli che avevano errate idee religiose. Per esempio, Cristo dichiarò: “Guai a voi, scribi e Farisei, ipocriti! perché chiudete il regno dei cieli dinanzi agli uomini; poiché voi stessi non entrate e non lasciate entrare quelli che stanno per entrare”. — Matt. 23:13.

Dio che cosa richiede?

È ovvio che Dio non approva l’unità religiosa ‘a qualsiasi prezzo’. Che cosa richiede dunque Geova Dio da chi desidera essere approvato da Lui? “Quelli che l’adorano devono adorarlo con spirito e verità”, dichiarò Gesù Cristo. (Giov. 4:24) È chiaro che Geova Dio non accetta l’unità religiosa se non si tien conto della verità scritturale.

Un altro aspetto essenziale della vera adorazione è che accetti Gesù Cristo, il Figlio di Dio. “Io sono la via e la verità e la vita”, disse Gesù. “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Giov. 14:6) Tuttavia, anche se le sette divise della cristianità conseguissero una presunta unità nel nome di Cristo, non si potrebbe supporre che ciò avesse l’approvazione di Geova Dio o di Gesù. Perché no? Cristo dichiarò: “Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: ‘Signore, Signore, non abbiamo profetizzato in nome tuo, e in nome tuo espulso demoni, e in nome tuo compiuto molte opere potenti?’ E io confesserò quindi loro: Non vi ho mai conosciuti! Andatevene da me, operatori d’illegalità”. — Matt. 7:21-23.

Un altro punto da considerare è che le religioni della cristianità, come pure altre fedi, si sono rese parte di questo mondo. Per esempio, un ecclesiastico cattolico è favorevole a un ecumenismo così estremo da approvare “l’accordo e l’intervento in problemi essenziali come la guerra e la pace, la classificazione etnica e il nazionalismo, i diritti delle minoranze, lo sviluppo dell’uomo e la povertà”. Ma il cristianesimo deve forse immischiarsi in questioni secolari come guerra e nazionalismo? Secondo il suo fondatore, Gesù Cristo, no. Dei suoi seguaci egli disse: “Essi non sono parte del mondo come io non sono parte del mondo”. — Giov. 17:16; vedere Giacomo 1:27; 4:4.

Verso la fine della sua vita terrena, Gesù Cristo poté dire in preghiera a Dio: “Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere”. (Giov. 17:26) Gesù usò liberamente il nome divino, Geova, ma oggi quelli che sono cristiani solo di nome rifiutano in genere di usarlo nelle loro traduzioni della Bibbia e in altri modi. D’altronde, i veri cristiani prendono a cuore le parole: “‘Voi siete dunque miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘e io sono Dio’”. (Isa. 43:12) Geova Dio vuole che il suo nome sia dichiarato in tutta la terra, e i testimoni di Geova sono gli unici a compiere tale opera, come la compì Gesù che fece conoscere il nome del Padre suo. — Eso. 9:16.

Il proposito di Geova riguardo al suo regno è in stretta relazione con il suo nome. Allorché fu sulla terra, Gesù Cristo andò di luogo in luogo predicando il messaggio del Regno e in un’occasione disse: “Anche ad altre città devo dichiarare la buona notizia del regno di Dio, perché per questo sono stato mandato”. (Luca 4:43; 8:1) Così oggi solo i testimoni di Geova dichiarano la buona notizia che Dio ha stabilito il suo regno insediando il Re Gesù Cristo su un trono celeste. Essi soli adempiono la profezia di Gesù: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. — Matt. 24:14.

All’infuori dei testimoni di Geova, non c’è nessuna organizzazione religiosa che dichiara il nome di Dio e dà testimonianza al regno celeste da Lui stabilito. Pertanto, anche su questo i testimoni di Geova non hanno nulla in comune con altri gruppi religiosi e non potranno mai cercare alcuna associazione con loro. Queste organizzazioni non sostengono le cose che sostengono i testimoni di Geova.

Che cosa attendersi nel prossimo futuro

Ma c’è un’altra importante ragione per evitare di unirsi a queste altre fedi. La Bibbia mostra che proprio entro questa generazione accadrà a queste religioni qualcosa di molto drammatico, qualcosa di assolutamente irreversibile. L’unione delle religioni non può salvare le chiese dalla distruzione. Considerate quanto segue:

Il libro biblico di Rivelazione menziona una donna simbolica, Babilonia la Grande, “con la quale han commesso fornicazione i re della terra [l’elemento politico di questo mondo]”. (Riv. 17:1, 2, 5) Il libro di Rivelazione si riferisce all’elemento politico anche quando parla di una figurativa “bestia selvaggia” e di “dieci corna”. Ci è detto: “Queste odieranno la meretrice [Babilonia la Grande] e la renderanno devastata e nuda, e mangeranno le sue carni e la bruceranno completamente col fuoco”. (Riv. 17:12, 16) Compare anche l’elemento commerciale nella profezia, poiché sono descritti “i commercianti viaggiatori della terra” che “piangono e fanno cordoglio” per la distruzione di Babilonia la Grande. (Riv. 18:11) Giacché è facile riconoscere in questa profezia l’elemento commerciale e quello politico, è molto evidente che Babilonia la Grande rappresenta l’impero mondiale della falsa religione.

Ma che cosa significa questo? Significa che l’impero mondiale della falsa religione sta per essere distrutto. La profezia biblica indica che questo avverrà nel nostro giorno. (Matt. 24:34) Perciò, chi crede alla Bibbia non si occupa di movimenti ecumenici, di fusioni fra le chiese e dell’unione delle varie religioni. Sarebbe davvero inutile.

Invece, le persone sincere agiscono nel modo corretto ubbidendo al comando dato da una voce celeste. Riguardo alla condannata Babilonia la Grande, essa dice: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”. — Riv. 18:4.

La crescente apatia verso la religione fa capire facilmente che molti non si affliggeranno troppo quando sarà distrutto il falso impero religioso del mondo. Certo, la distruzione di Babilonia la Grande è inevitabile, “perché Geova Dio, che l’ha giudicata, è forte”. (Riv. 18:8) Quindi, l’unità religiosa non può salvare le chiese. Ma vi incoraggiamo a praticare la vera adorazione e a ottenere l’approvazione di Geova, un Dio “di atti di salvezza”. — Sal. 68:20.

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