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  • Le corti canadesi si oppongono alla discriminazione

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  • Le corti canadesi si oppongono alla discriminazione
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    Svegliatevi! 1977
Altro
Svegliatevi! 1976
g76 22/9 pp. 16-21

Le corti canadesi si oppongono alla discriminazione

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Canada

A NESSUNO piace essere vittima della discriminazione. Sono state fatte molte leggi per abolirla. Malgrado ciò, ogni tanto qualche autorità locale tenta di impedire l’applicazione di tali leggi contro la discriminazione. Questo accadde non molto tempo fa quando una minoranza religiosa della Columbia Britannica, in Canada, si accinse a costruire un luogo di riunione, bello ma modesto.

Avevano comprato un appezzamento di terreno di tre ettari in una zona rurale di Surrey, un bel comune vicino a Vancouver. Si proponevano di costruire un edificio della capienza di 1.800 persone da impiegare come sala di assemblea in cui parecchi gruppi o congregazioni avrebbero tenuto speciali adunanze.

Il piano regolatore locale avrebbe consentito la costruzione di tale luogo di adorazione? Fu un piacere apprendere che si potevano costruire chiese o sale di assemblea in qualsiasi parte del distretto. E il 3 gennaio 1974 il capo ispettore addetto alle costruzioni scrisse loro, fornendo l’elenco dei documenti necessari per ottenere la licenza di costruzione.

Pieni di entusiasmo cominciarono a preparare i progetti architettonici e tecnici. In aprile erano pronti, con una spesa di oltre 34.000 dollari. I progetti furono presentati immediatamente, chiedendo la licenza di costruzione. Ma l’entusiasmo cedette ben presto il posto alla delusione. La licenza non fu accordata e l’ispettore delle costruzioni non chiese ulteriori progetti. Perché questo indugio?

Nuovo piano regolatore!

La risposta giunse in maggio, quando il consiglio del Distretto di Surrey ordinò di differire la concessione della licenza “in attesa di un possibile emendamento della legge”. Il proposto emendamento N. 4294 menzionava una nuova zona detta “P-3” (servizi pubblici N. 3), affermando che chiese e sale di assemblea dovevano essere costruite solo in tale zona.

Ma tale zona non esisteva da nessuna parte! Era una zona immaginaria che non corrispondeva ad alcun terreno! Se le chiese si potevano costruire solo nella Zona P-3, la legge avrebbe proibito del tutto simili costruzioni! Perché un consiglio municipale voleva fare una tal cosa?

La risposta fu data alle udienze pubbliche tenute il 10 e il 24 giugno 1974. Fu subito evidente che certi vicini della zona non volevano la sala delle assemblee. La loro obiezione era che ci sarebbero stati problemi di traffico, di parcheggio e di igiene. Tuttavia nei progetti presentati questi problemi erano stati presi adeguatamente in considerazione e tutte le norme erano state osservate.

L. Kleyn, urbanista del comune, tentò di giustificare la restrizione imposta dicendo che la proprietà di una chiesa, essendo più grande della proprietà residenziale di una sola famiglia, avrebbe creato difficoltà nell’ubicazione delle strade. Tuttavia sostenne che ospedali, scuole e altri edifici di pubblica o semipubblica utilità potevano ancora essere permessi senza restrizioni.

Ma ospedali o scuole non avrebbero ostacolato la costruzione di una nuova strada quanto una chiesa? Perché vietare le chiese pur permettendo altri grandi edifici pubblici? Nel corso del dibattito fu chiaro che cosa si nascondeva dietro queste contraddizioni quando l’amministratore del municipio disse: ‘Un quartiere non deve essere costretto a tollerare una religione che non vuole’.

Il sindaco affermò inoltre che tutti i vicini avrebbero dovuto essere informati se si intendeva costruire un edificio religioso e avere la possibilità di partecipare a un’udienza pubblica per opporvisi. Ma Richard Babcock, illustre esperto di problemi urbanistici, nel suo libro The Zoning Game, dice che a tali udienze si segue la norma di dar retta a chi grida di più e che si fa un processo in base a quello che dicono i vicini. Tali udienze favorirebbero la discriminazione nei riguardi delle minoranze e farebbero sparire i loro edifici religiosi!

Ben consapevoli di questa minaccia, alcuni altri gruppi religiosi oltre ai testimoni di Geova, che erano le vittime in questo caso, furono presenti alle adunanze pubbliche. Tutti riconobbero la minaccia alla libertà religiosa che si nascondeva dietro le melliflue parole delle autorità municipali.

L’ecclesiastico della Gospel Chapel di North Surrey disse, a quanto si afferma, che le proposte udienze del quartiere preparavano il terreno a ‘decisioni basate sul pregiudizio religioso dove gente bigotta avrebbe potuto esercitare la sua influenza’. Un portavoce dei Cavalieri di Colombo, cattolici romani, pure protestò contro questo tentativo di ‘architettare il male per mezzo della legge’ dicendo: ‘Abbiamo combattuto due guerre mondiali per proteggere la nostra libertà civile e religiosa’.

Ma tutto fu vano. L’11 luglio 1974 la legge N. 4294 fu adottata. Dopo ciò l’ispettore responsabile delle costruzioni scrisse: “A causa della recente adozione della zona P-3 . . . siamo perciò nell’impossibilità di rilasciare la licenza di costruzione”.

Quindi le autorità municipali avevano fatto spendere inutilmente ai testimoni di Geova più di 34.000 dollari oltre a un’incalcolabile quantità di tempo e di energie. Benché si cercasse un altro posto per costruire, pareva non ci fosse nulla di disponibile. Cos’altro si poteva fare? Dopo aver consultato un avvocato, si giunse alla decisione di intentare un’azione legale.

In tribunale!

Circa sei mesi dopo la causa fu dibattuta davanti al giudice Ruttan, magistrato anziano della Corte Suprema della Columbia Britannica. Ci volle un giorno e mezzo per dibattere la causa fino in fondo. Durante il dibattimento il giudice Ruttan avrebbe detto: ‘L’effetto dell’udienza pubblica è di permettere ai vicini di decidere se sorgerà o no una chiesa. Si apre così la porta all’arbitrio e alla discriminazione per il fatto che “a loro non piace quella religione o quella gente”’.

L’11 febbraio 1975 fu emanata la sua decisione di quattordici pagine. Il giudice Ruttan scrisse sulla nuova legge:

“È errato definirla legge di ‘zonizzazione’ perché non crea nessuna zona . . . creare una classificazione di zona senza indicare una zona specifica conduce inevitabilmente alla discriminazione individuale e ciò deve rendere la proposta legge di zonizzazione priva di senso e invalidata come ultra vires [oltre l’autorità legale del consiglio di Surrey]”.

Quindi egli ordinò al Distretto di Surrey di rilasciare la licenza per costruire una sala di assemblea dei testimoni di Geova.

Ma il consiglio di Surrey non si sarebbe fatto distogliere facilmente dalla sua decisione discriminatoria. Esso fece ricorso alla Corte d’Appello della Columbia Britannica, e questo comportò un ulteriore rinvio! Il legale dei testimoni di Geova presentò una mozione chiedendo un’udienza immediata in considerazione del vertiginoso aumento dei costi di costruzione. La corte ordinò di fissare l’appello per le prime date che si fossero rese disponibili.

Pertanto, il 5 giugno 1975 il legale del Distretto di Surrey cominciò la sua arringa davanti a tre giudici della Corte d’Appello della Columbia Britannica. Risulta che durante il dibattimento, il presidente della corte Farris fece notare all’avvocato che ‘nel comune sono state costruite settantanove chiese senza alcuna difficoltà. Tutt’a un tratto le chiese non si possono più costruire! Questi richiedenti hanno soddisfatto tutte le esigenze, dopo di che il consiglio [di Surrey] dice arbitrariamente: “No, non potete costruire!” È una decisione veramente arbitraria. . . . Il diritto di costruire una chiesa è subordinato ai capricci del consiglio’.

Il giudice Seaton aggiunse: ‘Vi siete messi sui corni di un dilemma. Avete avuto bisogno della scala per arrampicarvici; ora volete che vi aiutiamo a venire giù’.

La giornata stava per terminare e l’altra parte ebbe appena il tempo di parlare in breve su un solo punto, riservando l’argomento principale per la mattina successiva. Ma i giudici non si preoccuparono neppure di chiederlo! Invece, la mattina dopo emisero un giudizio unanime a favore dei testimoni di Geova, pronunciando lì per lì un parere orale senza perdere altro tempo. Il giudice Seaton disse:

“Non c’era terreno nella zona P-3 quando il consiglio disse, o si proponeva di dire: ‘Si possono costruire chiese solo nelle zone P-3’. Credo che dobbiamo esaminare la Legge municipale per vedere se autorizza il comune a proibire la costruzione di chiese, perché questo è ciò che si propone tale legge.

“La nostra sezione 702(1) (b) . . . non autorizza il comune a proibire la costruzione di chiese nel comune”.

Ora avrebbero potuto costruire? Con un’ordinanza della corte, le autorità di Surrey ricevettero “l’ordine di rilasciare la licenza per costruire . . . in conformità alla domanda per cui erano stati presentati progetti dettagliati”. Fu quindi inviato un telegramma all’ufficio del municipio di Surrey comunicando che i testimoni di Geova si sarebbero presentati il martedì 10 giugno a ritirare la licenza di costruzione come aveva stabilito l’ordinanza della corte. Me le cose non sarebbero andate così.

Un altro ostacolo

Il consiglio del Distretto di Surrey si riunì di nuovo il lunedì 9 giugno e discusse apertamente quali provvedimenti poteva prendere per impedire la costruzione della sala malgrado l’ordinanza della corte. Un osservatore prese nota delle seguenti osservazioni:

Consigliere Millar: ‘C’è qualche altro modo per opporci? . . . Costruiranno un locale per 1.800 persone su un campo igienicamente pericoloso’.

Amministratore Closkey: ‘Il nostro ispettore sanitario l’ha già approvato; non credo che possiamo farci niente’.

Sindaco Vander Zalm: ‘Credo che potremmo costituire una Commissione sanitaria’.

Pertanto il sindaco suggerì che il consiglio, autonominatosi ‘Commissione sanitaria’, poteva ancora opporsi al progetto di costruzione. Ma non tutti i consiglieri furono d’accordo:

Consigliere Beale: ‘Credo che ci stiamo aggrappando a una pagliuzza. Non vorrei sostenere un’azione punitiva di questa natura’.

Consigliere O’Brien-Bell: ‘Passeremo per stupidi . . . ci stiamo aggrappando a una pagliuzza. Abbiamo fatto fare l’esame da un competente ispettore sanitario da noi stessi nominato che ha preso una decisione in merito. Allora non vi ha trovato nulla che non andasse’.

Ma altri insisterono:

Sindaco: ‘Penso che dovremmo costituire il consiglio in Commissione sanitaria. Potremmo tenere una riunione fra due settimane per considerare la questione’.

Amministratore Closkey: ‘In questo telegramma in cui si richiede la licenza, il loro legale dice che se non rilasciamo la licenza saremo considerati colpevoli di oltraggio alla corte’.

Consigliere McKitka: ‘Cosa prenderemo? Due giorni di prigione?

L’oltraggio alla corte, il rifiuto di ubbidire a un’ordinanza della corte, è una faccenda seria punibile con la multa o il carcere. L’11 giugno l’ordinanza della corte fu trasmessa all’ispettore responsabile delle costruzioni. Egli rilasciò la licenza di costruzione, ma non secondo i progetti approvati dalla Corte Suprema. Invece la licenza era “soggetta a revisione e approvazione da parte della Commissione sanitaria locale della rete di eliminazione delle acque di scolo”.

Ma “Commissione sanitaria locale” era solo un altro titolo assunto da certi consiglieri municipali di Surrey, ovviamente prevenuti! Quindi il 13 giugno il legale dei testimoni di Geova comunicò al consiglio di Surrey che la clausola aggiunta alla licenza era illegale e il comune poteva essere accusato di oltraggio alla corte. Contemporaneamente, furono portate sul posto le ruspe che cominciarono a preparare il terreno per la costruzione.

Quattro giorni dopo fu consegnata al sindaco e ai consiglieri di Surrey una citazione per oltraggio alla corte, tranne che ai due che avevano votato contro la costituzione di una “Commissione sanitaria”. L’istanza per oltraggio alla corte fu considerata dal giudice Anderson il 20 giugno 1975.

Dopo avere esaminato a fondo gli argomenti evasivi dell’avvocato del comune, il giudice Anderson, a quanto risulta, osservò che ‘non c’era la minima prova che vi fosse bisogno di emanare le risoluzioni emanate dal Consiglio il lunedì 9 giugno 1975, a parte l’intento di impedire la costruzione dell’edificio’. Il giudice Anderson perciò concluse:

“È superfluo dire che i consiglieri non devono fare nulla direttamente o indirettamente che abbia l’effetto di infastidire o molestare i richiedenti o impedir loro di procedere in modo legale alla costruzione del loro edificio. Sono sicuro che con la buona volontà e il buon senso di tutti gli interessati, tutti i problemi potranno essere risolti per il mutuo beneficio dei richiedenti e del Distretto di Surrey. La domanda è aggiornata sine die [a giorno indeterminato]”.

Aggiornando in questo modo l’istanza, l’azione legale rimase nelle sue mani. Se fossero stati ‘infastiditi o molestati’, essi potevano subito riaprire il caso davanti allo stesso giudice. Ora avrebbero potuto costruire?

Il risultato

La risposta si ebbe alla successiva riunione del consiglio tenuta il 23 giugno. Il giornale The Columbian riferì:

“Il sindaco Bill Vander Zalm ha suggerito al consiglio di lasciar perdere e di consentire ai testimoni di Geova di risolvere qualsiasi problema con la Commissione sanitaria di confine.

“Poi il consiglio ha votato per annullare la clausola e ritirarsi dalla scena”.

Che ne era stato della “Commissione sanitaria” di Surrey?

“In precedenza, il consiglio si era riunito come commissione sanitaria, secondo il previsto, e la seduta era stata aggiornata immediatamente senza discutere.

“Fu la più breve riunione di una commissione sanitaria che si fosse mai tenuta”.

Il consiglio del Distretto di Surrey ‘lasciò perdere’ e ‘si ritirò dalla scena’. I testimoni di Geova apprezzarono molto l’ottima cooperazione che ricevettero in seguito dai dipendenti e dagli ispettori del Dipartimento per l’edilizia durante la costruzione. Dopo essere stati impediti così a lungo, i volontari si impegnarono nei lavori di costruzione con grande entusiasmo e l’edificio fu ultimato in sette mesi circa!

Notando il rapido progredire dei lavori, tre vicini si avvicinarono e dissero: “Vi abbiamo osservati e siamo rimasti così colpiti da quanto abbiamo visto che siamo dovuti venire a vedere da vicino”. Un’altra persona abitante nelle vicinanze offrì il suo aiuto gratis e lavorò con impegno e strenuamente. Ora egli è gratuitamente assistito mediante uno studio biblico a domicilio. E un’altra persona ebbe parole di apprezzamento per l’azione legale e offrì spontaneamente una considerevole somma per le spese.

I testimoni di Geova della zona di Vancouver sono lieti di dare il benvenuto a tutti nella loro nuova bella sala delle assemblee. Quando il 13 marzo di quest’anno ci fu la dedicazione di questa bella costruzione, essi ebbero il piacere di vedere presenti 2.480 persone della zona di Vancouver per partecipare alla loro gioia. Essi sanno che sarà utile alla comunità, ma, soprattutto, è un centro di adorazione del vero Dio, Geova.

[Immagine a pagina 17]

Disegno artistico della Sala delle Assemblee dei Testimoni di Geova, Surrey, Columbia Britannica

[Immagini a pagina 18]

Court rules

I Testimoni hanno diritto alla chiesa

THE PROVINCE June 7, 1975

Appello favorevole ai Testimoni per la sala a Surrey

THE VANCOUVER SUN, June 7, 1975

THE COLUMBIAN, June 12, 1975

Surrey sfida apertamente la decisione relativa ai Testimoni

‘Clausola restrittiva’ nella licenza dei Testimoni

THE PROVINCE, June 12, 1975

[Immagine a pagina 19]

Il consiglio di Surrey lascia il passo ai progetti dei Testimoni

THE COLUMBIAN, June 24, 1975

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