Conseguenze del terremoto in Turchia
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Turchia
IL TERREMOTO che il 24 novembre 1976 devastò la regione del lago di Van nella Turchia orientale fu il peggiore nella storia della Turchia in quasi quarant’anni. Fu di 7,6 gradi della scala Richter e colpì un’area di circa 800 chilometri quadrati. Interessò almeno 120 città e villaggi. Alcune vittime, isolate da venti centimetri di neve che bloccavano le strette strade di montagna, ricevettero pochissimi soccorsi. Quindi, dei circa 30.000-50.000 senzatetto, moltissimi soffrirono il freddo e la fame in temperature sotto zero.
Non più tardi del 7 dicembre scorso, le autorità governative dissero che vi erano stati 3.790 morti. Ma secondo altre fonti, è possibile che ci siano stati ben 7.000 morti nella zona disastrata, dove la situazione era complicata non solo dal freddo gelido ma anche da problemi connessi alle operazioni di soccorso e di assistenza.
Secondo le notizie giunte dalla zona, le operazioni di soccorso effettuate primariamente dall’esercito turco sono state seriamente ostacolate dalle penurie di benzina, dalla mancanza di forniture mediche e, ciò che forse è la cosa peggiore, dalla corruzione e dal caos esistente nella distribuzione di coperte, viveri, tende, ospedali da campo, stufe e combustibili donati da vari paesi. Camion carichi di scorte indispensabili provenienti da altre parti della Turchia si sono “persi” per strada. Le affermazioni secondo cui i ricchi e gli influenti sono stati gli unici a beneficiare realmente degli aiuti sono state confermate da giornalisti stranieri e da Turchi impegnati nelle operazioni di soccorso nella zona stessa del terremoto.
Molti Turchi hanno espresso la loro disapprovazione per gli abusi avvenuti nelle operazioni di assistenza e di distribuzione. Ma molto più significativi sono stati gli sforzi compiuti da tante persone per assistere i bisognosi che si sono trovati in difficoltà dopo la catastrofe del lago di Van. Sebbene nessun testimone di Geova abiti in quella zona, o sia stato direttamente colpito dal terremoto, essi sono partecipi delle sofferenze dei loro simili e cercano specialmente di recare loro il “conforto delle Scritture”. — Rom. 15:4.