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  • “Il lago di fuoco”: Letterale o simbolico?

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  • “Il lago di fuoco”: Letterale o simbolico?
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g77 8/12 pp. 27-28

Qual è la veduta della Bibbia?

“Il lago di fuoco”: Letterale o simbolico?

IL LIBRO biblico di Rivelazione menziona parecchie volte un “lago di fuoco”. Per esempio, riguardo a una “bestia selvaggia” e a un “falso profeta” simbolici leggiamo: “Mentre erano ancora viventi, furono entrambi scagliati nel lago di fuoco che brucia con zolfo”. (Riv. 19:20) Il capitolo successivo aggiunge l’idea del tormento, dicendo: “E il Diavolo . . . fu scagliato nel lago di fuoco e zolfo, dove erano già la bestia selvaggia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli”. — Riv. 20:10.

Molti credono che questo si riferisca a un effettivo ed eterno tormento cosciente nel fuoco letterale. Tuttavia, il libro di Rivelazione contiene molti “segni”, o simboli. (Riv. 1:1) È possibile che il lago di fuoco e i suoi tormenti siano simbolici? La Bibbia stessa ci fornisce sufficienti informazioni per trarre la conclusione corretta. In che modo?

Il libro di Rivelazione dà una definizione del lago di fuoco, dicendo: “E la morte e l’Ades furono scagliati nel lago di fuoco. Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco”. (Riv. 20:14; confronta 21:8). In che senso è “seconda” la morte lì menzionata?

Le Scritture dichiarano che “agli uomini è riservato di morire una volta per sempre, ma dopo ciò il giudizio”. (Ebr. 9:27) Questa morte “una volta per sempre” è dovuta al peccato che si eredita da Adamo. (Rom. 5:12) La seconda morte, però, differisce. In che modo?

Secondo la Bibbia il sacrificio espiatorio di Gesù Cristo rende possibile “una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. (Atti 24:15) La Bibbia predice che quelli che torneranno dai morti durante il regno millenario di Cristo avranno un periodo di “giudizio” che darà loro l’opportunità di ottenere la vita eterna. (Giov. 5:25-30; Atti 17:31) Ma per ottenere un giudizio favorevole gli uomini dovranno pentirsi e convertirsi dalle loro precedenti vie malvage. — Atti 3:19; 17:30.

Che dire di quelli che non si dispiacciono di peccare contro Dio e non sono disposti a mettere la propria vita in armonia con le giuste norme di Dio? Rivelazione 20:15 dice che “chiunque non fu trovato scritto nel libro della vita fu scagliato nel lago di fuoco”, che è la “seconda morte”. (Riv. 20:14) Che cosa vuol dire?

È chiaro che vuol dire morte per sempre, senza speranza di risurrezione. Continuando per sempre, questa morte differisce da ciò che Adamo recò sulla sua progenie. È un secondo tipo di morte, chiamato appropriatamente “seconda morte”.

Coloro che subiscono la seconda morte non possono essere consci di alcun tormento letterale nel fuoco vero e proprio. La Bibbia ci assicura che i morti sono “a riposo”, che “non sono consci di nulla”. (Giob. 3:13; Eccl. 9:5; Giov. 11:11-14) Come dobbiamo dunque capire i riferimenti scritturali al tormento di fuoco eterno?

La prima menzione di fuoco e zolfo nella Parola di Dio è in relazione alla distruzione di Sodoma e Gomorra. (Gen. 19:24) È interessante ciò che dice lo scrittore biblico Giuda, che “Sodoma e Gomorra e le città vicine . . . ci son poste davanti come esempio ammonitore, subendo la punizione giudiziaria del fuoco eterno”. (Giuda 7) Ma cosa accadde realmente a quelle città? Gesù stesso disse: “Nel giorno che Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo e li distrusse tutti”. (Luca 17:29) Per gli abitanti di Sodoma e Gomorra il fuoco e lo zolfo significarono morte. Il fuoco vero, letterale, smise di bruciare migliaia d’anni fa. Ma la condizione desolata delle città che furono distrutte sussiste ancor oggi.

Usando un linguaggio simile il profeta Isaia predisse circa la caduta di Edom: “I suoi torrenti si devono cambiare in pece, e la sua polvere in zolfo; e il suo paese deve divenire come pece ardente. Di notte e di giorno non sarà estinta; a tempo indefinito il suo fumo continuerà ad ascendere. Di generazione in generazione sarà inaridita; per i secoli dei secoli nessuno l’attraverserà”. (Isa. 34:5, 9, 10) Secondo la stessa profezia, però, le creature selvatiche del deserto dovevano andare ad abitare in quel paese devastato. (Isa. 34:11-17) Pertanto, il fuoco il cui fumo continua ad ascendere a tempo indefinito non può essere letterale. Rappresenta invece la distruzione totale e duratura di Edom, un tempo prospero.

In quanto al tormento, non lo si deve intendere alla lettera come un’esperienza cosciente di sofferenza. Parecchie volte la Versione dei Settanta greca delle Scritture Ebraiche usa la parola resa tormento (básanos) in riferimento alla morte. Per esempio, leggiamo: “E quando il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette un fallo, e io recherò la punizione [básanos, letteralmente “tormento”] dinanzi a lui, egli morrà”. (Ezec. 3:20) In seguito Dio disse a Ezechiele che “tutti gli uccisi che caddero di spada . . . hanno ricevuto la loro punizione [básanos]” e che coloro “che scendono uccisi nell’Ades . . . hanno ricevuto la loro punizione [básanos]”. (Ezec. 32:24, 30, Versione dei Settanta) La traduzione inglese della Settanta fatta da Bagster aggiunge una nota in calce su Ezechiele 3:20, dicendo: “Nel Vecchio Testamento básanos sembra significare punizione”. Ed è chiaro che la punizione o il tormento menzionato nelle scritture qui citate da Ezechiele è la morte.

Il significato scritturale del tormento è indicato ulteriormente dalle dichiarazioni che troviamo nel libro di Rivelazione circa la simbolica “Babilonia la Grande”. Leggiamo: “E udii un’altra voce dal cielo dire: ‘. . . Quanto [Babilonia la Grande] si glorificò e visse in vergognosa lussuria, tanto datele di tormento e cordoglio. . . . E i re della terra . . . piangeranno e si batteranno con dolore per lei, quando guarderanno il fumo del suo incendio, mentre staranno a distanza per timore del suo tormento’”. (Riv. 17:1-5; 18:4, 7, 9, 10) Che cosa significa il tormento infuocato di Babilonia la Grande? Un angelo spiega: “Così, con rapido lancio, Babilonia la gran città sarà scagliata giù, e non sarà più trovata”. (Riv. 18:21; confronta 17:16; 18:8, 15-17, 19). Ancora una volta, il tormento infuocato si riferisce alla distruzione e alla morte, e, nel caso di Babilonia, dura per sempre.

Che cos’ha dunque rivelato il nostro esame riguardo al lago di fuoco? Abbiamo appreso che riguardo a Sodoma, Gomorra ed Edom, il “fuoco eterno” fu simbolico e significò la distruzione totale di quelle città. Nella Bibbia anche il termine “tormento” viene usato in riferimento a distruzione e morte. Siccome le Scritture specificano che il lago di fuoco “significa la seconda morte” e i morti “non sono consci di nulla”, il fatto d’essere tormentati per sempre nel lago di fuoco si deve intendere in senso simbolico. Significa la distruzione completa ed eterna di tutti gli impenitenti oppositori di Dio che vi sono “scagliati”.

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