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  • È un’usanza cristiana?

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  • È un’usanza cristiana?
  • Svegliatevi! 1978
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Svegliatevi! 1978
g78 22/2 pp. 19-21

È un’usanza cristiana?

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in El Salvador

ERA una sera calda, umida, tipica dei tropici. Mia moglie e io eravamo diretti a casa quando, girando l’angolo, udimmo qualcosa che interruppe i nostri pensieri e la nostra conversazione. Si sentivano certi rumori che facevano pensare a una festa.

Giunti vicino alla casa da cui provenivano, notammo i soliti segni di baldoria. Alcuni erano divenuti chiassosi e turbolenti per il troppo bere. Sul marciapiede di fronte a casa degli uomini discutevano.

Ma questa riunione aveva qualcosa di diverso. Tutti i presenti erano vestiti di nero. Avevamo attraversato la strada per evitare la folla quando il nostro sguardo fu attratto da qualcosa dentro la casa. A un’estremità della stanza c’era una piccola bara, sembrava quella di un bambino. Corone di fiori coprivano la bara. Qualcuno vi aveva messo davanti delle candele.

Tutto questo ci incuriosì. Notando evidentemente la nostra espressione perplessa, un uomo che camminava dalla nostra parte della strada si avvicinò e spiegò: “Es una vela”, che vuol dire: “È una veglia”. E aggiunse: “Staranno lì tutta la notte”.

Questo suscitò in noi molte domande. Ci chiedevamo: A che serve stare svegli tutta la notte in presenza di un morto? Perché ornare la bara con corone di fiori e mettervi accanto delle candele accese? Poiché qualcuno era morto, era appropriato fare cordoglio gozzovigliando? Le veglie notturne per i morti sono un’usanza cristiana?

Alcune risposte

Quella sera tornammo a casa decisi a trovare le risposte. Nel corso delle nostre ricerche intervistammo alcune persone qui a El Salvador, oltre a consultare alcuni libri. Che cosa scoprimmo?

L’Enciclopedia Ilustrada Cumbre, in spagnolo, osserva che lo scopo della veglia è di stare con la famiglia del defunto e rendere omaggio a lui. Il corpo non è sempre nella bara. A volte è lasciato sul letto di morte. Oggetti religiosi e candele accese circondano di solito il cadavere. Qualche volta durante la veglia si bruciano erbe o incenso oltre a disporre dei fiori attorno alla bara. Come nel caso della veglia che vedemmo, spesso il padrone di casa provvede da mangiare e da bere ai presenti che fanno cordoglio.

Scoprimmo che le usanze seguite durante la veglia variano alquanto da zona a zona. Per esempio, in alcuni paesi dell’America Latina se il morto è un bambino lo mettono su una sedia, vestito da angioletto. Questo perché credono che l’“anima immortale” del piccolo andrà subito in cielo. Sullo stesso tono, nel quotidiano El Diario de Hoy di El Salvador leggemmo:

“In alcune comunità di El Salvador e dell’America Centrale quando muore qualcuno, specialmente se si tratta di un bambino, si fanno i fuochi artificiali e si cantano canzoni allegre al suono di chitarre e violini. Si fanno tamales e paste, servite insieme a bevande alcoliche. . . . Gli abitanti di queste comunità credono che i bambini volino immediatamente in cielo e si trasformino in ‘angioletti di Dio’. Secondo i bene informati, l’usanza di cantare a una veglia o in occasione della sepoltura è un raro miscuglio di cristianesimo con sconosciute tradizioni locali [indiane]”.

Origine non cristiana

Quest’ultima espressione, “un raro miscuglio di cristianesimo con sconosciute tradizioni locali [indiane]”, metteva in risalto un punto importante. Le veglie non sono di origine cristiana. Questo è confermato dal seguente brano dell’Encyclopædia Britannica riguardo alle veglie in Inghilterra:

“Pare che l’usanza, per quanto riguarda l’Inghilterra, fosse più antica del cristianesimo, e fosse dapprima osservata soprattutto dai Celti. Ebbe senz’altro un’origine superstiziosa, il timore che gli spiriti maligni danneggiassero o anche rimuovessero il corpo, unita forse al desiderio pratico di tener lontani ratti e altri animali nocivi. . . . Con l’avvento del cristianesimo si aggiunse la preghiera alla semplice veglia, caratterizzata fino a quel momento da formali canti funebri e dal racconto della vita del morto. Di regola il cadavere, con un piatto di sale sul petto, era messo sotto la tavola, mentre sopra c’erano i liquori per chi faceva la veglia. Queste veglie private finirono ben presto col trasformarsi in gozzoviglie”.

Non solo le veglie sono di origine non cristiana, ma anche le cerimonie che le accompagnano, come le corone di fiori e le candele accese, oltre alla strana usanza di vestire da “angioletti” i piccoli morti, sono contrarie al cristianesimo. Perché? Perché queste cose fanno pensare che l’individuo abbia un’anima immortale che continua a vivere dopo la morte.

La Bibbia, però, presenta la morte sotto una luce interamente diversa. Le parole che Gesù disse riguardo a un suo amico che era morto sono rivelatrici. Leggiamo: “‘Lazzaro, il nostro amico, è andato a riposare, ma io vado a svegliarlo dal sonno’. Perciò i discepoli gli dissero: ‘Signore, se è andato a riposare, sarà sanato’. Gesù aveva comunque parlato della sua morte. Ma essi immaginavano che parlasse del riposo del sonno. Allora, perciò, Gesù disse loro apertamente: ‘Lazzaro è morto’”. — Giov. 11:11-14.

Gesù paragonò la morte al sonno. Mentre sono addormentate, le persone sono inconsce; allo stesso modo la Bibbia ci assicura: “In quanto ai morti, non sono consci di nulla”. — Eccl. 9:5; Giob. 3:11-13; Sal. 146:3, 4.

Significa questo che non potremo mai più rivedere i nostri cari morti? Al contrario, Gesù promise: “Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori”. (Giov. 5:28, 29) Durante il suo ministero terreno, Gesù dimostrò il proprio potere a questo riguardo. La Bibbia narra tre risurrezioni che egli compì. (Luca 7:11-17; 8:41, 42, 49-56; Giov. 11:1-44) Fatto interessante, quando i deceduti furono risuscitati tornarono alla vita come persone umane. Gesù dimostrava così la certezza della speranza della risurrezione, anziché la sopravvivenza di un’anima immortale in qualche reame invisibile.

La nostra ricerca era stata davvero rivelatrice. Riassumendo, apprendemmo che le veglie notturne per i morti ebbero origine dalla religione precristiana non basata sulla Bibbia. Inoltre, questa usanza incoraggia la falsa idea che alla morte un’anima immortale continui a vivere in un reame invisibile. Alle veglie vengono anche violati i principi biblici, perché spesso si eccede nel bere e ci si abbandona a una condotta sfrenata. — Rom. 13:13, 14; 1 Piet. 4:3.

Naturalmente, è bene visitare i parenti del defunto per confortarli e aiutarli. Sarà da decidere personalmente in quale momento fare queste visite. Tuttavia, l’osservanza di lunghi periodi di lutto e le veglie notturne non sono usanze cristiane.

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