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  • g78 8/12 pp. 3-5
  • Famiglie in crisi, società in sfacelo

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  • Famiglie in crisi, società in sfacelo
  • Svegliatevi! 1978
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • La famiglia nella storia
  • La chiave della felicità familiare
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    Svegliatevi! 1980
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
  • Esiste un segreto per avere una famiglia felice?
    Il segreto della felicità familiare
Altro
Svegliatevi! 1978
g78 8/12 pp. 3-5

Famiglie in crisi, società in sfacelo

NEGLI Stati Uniti oltre metà dei reati gravi sono commessi da ragazzi dai 10 ai 17 anni. Omicidio, rapina, rapina a mano armata, furto con scasso, furto di automobili, sì, ogni tipo di reato è commesso anche dai ragazzi. I reati commessi da ragazzi aumentano due volte più in fretta di quelli commessi dagli adulti, e le ragazze sono sempre più spesso coinvolte in reati violenti. Dal 1970 al 1975, le ragazze che avevano avuto a che fare con la polizia crebbero del 40 per cento, in paragone con il 24 per cento dei ragazzi.

Le corti minorili e le leggi che si applicano ai giovani criminali ne fanno una classe privilegiata. Essi sono rimessi in libertà dalle corti con la stessa rapidità con cui vi sono portati, per tornare a infierire su bambini, vecchi, zoppi e ciechi, o, in bande e armati di coltelli e pistole, su chiunque. Tutti i giorni ci sentiamo dire che la punizione non scoraggia il delitto. Tuttavia quando essa manca i delinquenti minorili perdono ogni ritegno. Un 12enne specializzato nel rapinare donne anziane disse in seguito: “Ero giovane e sapevo che non avrei preso molto. Perché allora preoccuparmi?” Un altro ragazzo, di 15 anni, rammenta perché sparò a un uomo: “Fu una cosa da nulla. Non ci pensai. . . . Ero giovane. A quell’epoca avrei potuto prendere 18 mesi al massimo”.

Ci sono senz’altro vari fattori che hanno causato questa moderna epidemia di giovani criminali. La rivista Time dell’11 luglio 1977 pubblicò un articolo intitolato “La piaga della delinquenza minorile” che diceva: “L’elemento più importante è la crisi della famiglia”. Un giudice, che tiene mille processi di minorenni all’anno avrebbe detto: “Cerchiamo soluzioni rapide, ma la stabilità familiare è la soluzione a lungo termine”.

Molti asseriscono che la televisione contribuisca in notevole misura ai reati violenti. I suoi programmi sono saturi di sesso, violenza e omicidio e senz’altro influiscono negativamente sui giovani spettatori. Tuttavia, nella rivista TV Guide del 28 gennaio 1978 fu pubblicato un interessante articolo. Fra l’altro, diceva: “La televisione giapponese somiglia moltissimo alla nostra, con tutta la violenza e il resto”. “I Giapponesi sono attaccati alla TV come noi”. “La TV giapponese manda in onda ogni settimana programmi abbastanza violenti da trasformare l’intera generazione dei giovani di quella nazione in omicidi, drogati e sadici. Stranamente, però, questo non accade”. La rivista cita le dichiarazioni di altri: “La televisione non ha questo effetto sui giovani giapponesi”. “In Giappone non è possibile mettere in relazione la violenza alla TV con la criminalità, perché c’è così poca criminalità”.

E perché? Per rispondere, l’articolo cita le parole del dott. Iwao: “Gli strumenti d’informazione non hanno lo stesso effetto in Giappone. La famiglia è ancora troppo forte, ed esercita troppa influenza sulla vita e sulla condotta dei giovani. In Giappone, se un familiare, anche un giovane, commette un reato, l’atto reca disonore su tutti i componenti della famiglia. Questo contribuisce parecchio a scoraggiare il cattivo comportamento”. La famiglia è troppo forte. Rende immune dal virus della violenza alla televisione. Non si deve recare disonore sulla famiglia. Questo ci fa rammentare il proverbio della Bibbia: “Il ragazzo lasciato senza freno farà vergogna a sua madre”. — Prov. 29:15.

La famiglia nella storia

Nella II Parte della Story of Civilization (La storia della civiltà) di Will Durant, viene indicato che nell’antica Grecia il decadimento morale distrusse la famiglia. Prostituzione, omosessualità, danze di donne nude, tutto era accettato. La vita ateniese era rappresentata negli spettacoli come un susseguirsi di banalità, seduzione e adulterio, ciò che fa venire in mente gli odierni sceneggiati televisivi a puntate. Man mano che aumentava l’emancipazione femminile, le donne si ribellavano alla maternità indiscriminata. Le nascite erano limitate con l’aborto, punibile solo se procurato senza il consenso del marito o dietro istigazione del seduttore della donna. Dopo avere descritto queste condizioni, Durant continua: “Abbiamo cercato di mostrare che la causa essenziale della conquista romana della Grecia fu la disgregazione della civiltà greca dall’interno. Nessuna grande nazione è mai conquistata finché non si distrugge da sola”. — Pagg. 567, 568, 659.

Nella III Parte della sua storia, Durant parla della forza della famiglia nell’epoca romana, come essa temprò il carattere romano e rese forte l’impero permettendogli di conquistare il mondo. Ma col passare dei secoli la vita familiare si indebolì e la forza dell’Impero scemò. A pag. 364 si legge sull’erosione della famiglia: “La contraccezione era praticata sia nelle forme meccaniche che in quelle chimiche. Se questi metodi fallivano c’erano molti mezzi per abortire. I filosofi e la legge condannavano l’aborto, ma le migliori famiglie lo praticavano. ‘Le donne povere’, dice Giovenale, ‘sopportano i pericoli del parto, . . . ma quante volte un letto dorato accoglie una donna incinta? Così grande è la bravura e così potenti sono i farmaci di chi procura gli aborti!’ Nondimeno, egli dice al marito: ‘Rallegrati; dalle la medicina . . . perché se partorisce il bambino potresti trovarti padre di un Etiope’”.

Tuttavia, nel mondo romano in disfacimento, “le famiglie ebree conducevano una vita esemplare, e le piccole comunità cristiane infastidivano con la loro devozione e la loro modestia il mondo pagano dedito ai piaceri”. (Pag. 366) Le comunità ebraiche seguivano i princìpi biblici inerenti alla vita familiare, come li seguivano anche le famiglie cristiane. Oggi quella ‘esemplare vita familiare’ non è tanto evidente. Il Times di New York, in un servizio sulla ‘Crisi nella famiglia ebrea ortodossa’, diceva:

“Nelle famiglie ebreo-americane ortodosse, nonostante il loro attaccamento alla tradizione, si nota ora un aumento di rapporti sessuali preconiugali, alcolismo, abuso di droga, crisi della famiglia numerosa, ribellione dei giovani e, in particolare, un aumento di divorzi. Il rabbino Wurzburger ha detto che secondo un recente sondaggio effettuato nella corte religiosa dei divorzi (Beth Din), quattro matrimoni ebrei su dieci vengono sciolti. Sebbene la percentuale sia alquanto inferiore fra le famiglie ortodosse, il rabbino Wurzburger definisce la tendenza ‘la più formidabile minaccia alla sopravvivenza ebraica che ci si presenti oggi’. . . . le deviazioni erano trattate tradizionalmente nell’ambito di una sicura struttura familiare e comunitaria, con generale accordo su ciò ch’è giusto e ciò ch’è sbagliato. Ora tale autorità unilaterale pare si stia indebolendo più in fretta che mai, e i capi non sanno con certezza che cosa la sostituirà”.

Nulla la sostituirà. La Grecia non trovò nulla con cui sostituirla. Roma non trovò nulla. Questo mondo attuale sta attraversando una simile crisi morale ed erosione della stabilità familiare. La storia parla chiaro: con l’erosione della famiglia, le comunità e le nazioni perdono la loro forza. The World Book Encyclopedia (1978), alla voce “Famiglia” (Vol. 7, pag. 24), riassume così la cosa:

“La famiglia è la più antica istituzione umana. Sotto molti aspetti è la più importante. È il nucleo più fondamentale della società. Intere civiltà sono sopravvissute o scomparse, secondo che la vita familiare fosse forte o debole. Le famiglie sono esistite sin dai tempi più antichi, ed esisteranno senz’altro finché ci saranno uomini in vita sulla terra”.

Basilarmente, la crisi della vita familiare nell’odierna società è la causa fondamentale della criminalità dilagante fra i giovani.

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