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  • Come combattere l’ipoglicemia
  • Svegliatevi! 1979
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  • Il corpo ha bisogno di zucchero
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  • Ipoglicemia funzionale
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Svegliatevi! 1979
g79 8/1 pp. 5-8

Come combattere l’ipoglicemia

UN UOMO va dal medico perché non sta bene. Si sente “giù”, debole, e ogni tanto ha le vertigini. Negli ultimi tempi è anche diventato più nervoso e irritabile, e prova un accresciuto senso di ansia e paura. A volte il cuore gli batte troppo in fretta ed egli comincia a sudare freddo. Cos’è che non va?

Forse egli è uno dei tanti che soffrono di ipoglicemia. Questo termine medico indica il disturbo che insorge quando il livello dello zucchero nel sangue si abbassa al di sotto dei valori normali. Tuttavia i suoi sintomi sono così vari che può essere scambiata per tante altre malattie. E nello stesso tempo, molte altre malattie possono essere scambiate per essa.

Che cos’è l’ipoglicemia, e come si può riconoscere con maggior certezza? Quali ne sono le cause? E come si può combattere?

Il corpo ha bisogno di zucchero

Per essere sano il corpo ha bisogno della giusta quantità di zucchero. Lo zucchero fornisce energia alle cellule del corpo. Quando il livello dello zucchero nel sangue si abbassa troppo, come in seguito a uno di molteplici disturbi, il corpo si trova in difficoltà e reagisce di conseguenza.

Il sistema nervoso centrale — il cervello e il midollo spinale — risente seriamente dell’abbassamento del livello dello zucchero nel sangue. Senza questo “carburante” il cervello non può funzionare; senza cervello non si può vivere.

Ma che tipo di zucchero è necessario al corpo? Si tratta di uno zucchero chiamato glucosio. Non è il comune zucchero da tavola, e rispetto a quello il suo potere dolcificante è solo la metà. Da dove prende il corpo il glucosio che il torrente sanguigno trasporta alle cellule del corpo? Il corpo ricava il glucosio dai carboidrati, una delle tre principali classi di alimenti essenziali alla vita, essendo proteine e grassi le altre due.

Alcuni carboidrati sono zuccheri semplici che, mangiando, vengono facilmente assorbiti dal torrente sanguigno. Un esempio di ciò è uno zucchero poco dolce presente nello sciroppo di granturco. Lo zucchero comune è anch’esso un carboidrato, ma dev’essere digerito (decomposto) dal corpo per ottenerne il glucosio.

Il corpo fabbrica glucosio anche con molti altri carboidrati contenuti in alimenti quali riso, farina d’avena, fagioli di Lima, pane bianco e integrale e prugne. Tutti questi cibi contengono un’alta percentuale di carboidrati. Anche granturco, patate, banane, mele, arance e pompelmi contengono sensibili quantità di carboidrati.

Sintomi

L’ipoglicemia è accompagnata da vari sintomi. La persona può sentirsi debole e avere la pressione sanguigna più alta e il battito cardiaco accelerato. Può essere più nervosa, apprensiva e cominciare a sudare senza alcuna ragione apparente. Può avere inoltre mal di testa, vertigini, intorpidimento, incapacità di coordinare i movimenti, tremori, fame e stentare a parlare. Nei casi gravi l’ipoglicemia può causare convulsioni e coma, e, a volte, la morte.

Questo non vuol dire tuttavia che chi ha alcuni di questi sintomi soffra per forza di ipoglicemia. Possono essere causati da molti altri disturbi fisici. Inoltre, da un esame del sangue può risultare che il tasso del glucosio è basso senza però che sussista l’ipoglicemia. Gli studi rivelano infatti che molti hanno regolarmente un tasso inferiore a quello considerato “normale” senza alcun sintomo di ipoglicemia.

I medici fanno pure notare che esistono due tipi di ipoglicemia. Il più comune è l’ipoglicemia funzionale e dipende dall’esagerata reazione del corpo al mangiare. L’altro tipo è detto ipoglicemia organica, e dipende da un’anomalia fisica.

Ipoglicemia funzionale

Un modo per stabilire se si tratta di ipoglicemia funzionale è questo: I sintomi coincidono regolarmente con l’abbassamento del tasso di glucosio, di solito tre-cinque ore dopo aver mangiato?

E per non fraintendere il disturbo, è importante sapere che in un individuo normale la quantità di zucchero presente nel sangue varia anche in diverse ore della giornata. Dipende in larga misura dal cibo consumato. Quando si mangia, una ghiandola chiamata pancreas comincia a produrre insulina. L’insulina aiuta il corpo a utilizzare lo zucchero, a “bruciarlo”, convertendo lo zucchero in energia.

Di solito la quantità di zucchero (glucosio) presente nel sangue aumenta per alcune ore dopo i pasti, specie dopo pasti ricchi di carboidrati. Per reazione, e per far scendere il glucosio ai valori normali, il pancreas secerne insulina. Con l’insulina al lavoro, nel giro di poche ore lo zucchero presente nel sangue scende a livelli più normali. Ma in questo processo il tasso dello zucchero può scendere per un po’ al di sotto del normale se il pancreas secerne molta più insulina del necessario. Questo non è raro, e, nella maggioranza dei casi, non sarà accompagnato da sintomi di ipoglicemia.

Tuttavia, nelle persone affette da ipoglicemia funzionale, il pancreas è eccessivamente sensibile ai carboidrati e produce troppa insulina. Questa eccessiva produzione di insulina abbassa troppo il tasso del glucosio, e il corpo, a sua volta, produce sintomi come quelli descritti sopra.

È difficile diagnosticare l’ipoglicemia funzionale; tuttavia i medici affermano che probabilmente essa c’è quando sono presenti tutt’e quattro le seguenti condizioni: (1) I sintomi non sono avvertiti per tutta la giornata, ma regolarmente da tre a cinque ore dopo i pasti; (2) i sintomi coincidono con l’abbassamento del tasso del glucosio nel sangue; (3) la sensazione di disagio può essere alquanto alleviata mangiando qualcosa di dolce, ciò che fa rapidamente alzare il tasso di glucosio nel sangue; e (4) il disturbo può essere rivelato da esami speciali fatti da medici specializzati.

Si potrebbe anche osservare che mentre il tasso di glucosio troppo basso caratterizza l’ipoglicemia, quando questo tasso è troppo alto può essere indice di diabete. Tuttavia, i due disturbi non sono necessariamente opposti. Perché? Perché chi ha il diabete può avere un attacco di ipoglicemia se prende una dose troppo alta di insulina, o se l’insulina ha un effetto più forte di quello voluto. Essa “brucia” troppo zucchero, per cui il suo livello nel sangue si abbassa troppo, con i conseguenti sintomi di ipoglicemia.

Differenze

Gli esami possono essere molto utili per stabilire se una persona è affetta da ipoglicemia, ma bisogna tener conto di certe differenze. Non esistono due persone esattamente uguali, come dimostra il fatto che tra i quattro miliardi di abitanti della terra è difficile trovare due persone con le impronte digitali uguali! Ciò che è normale per uno, o per cento, può dunque non essere normale per un altro.

Ad esempio, quanto impiega il cuore per riprendere il suo battito normale dopo 20 salti vigorosi? Questo varia, anche per persone della stessa età e in condizioni fisiche simili. A motivo di tali differenze nella costituzione fisica, neppure gli specialisti del diabete riescono ad accordarsi precisamente su ciò che costituisce il primo indice di diabete.

Allo stesso modo, date le differenze nel fisico delle persone, sarebbe difficile sostenere che un certo valore costituisca in ogni caso un tasso di glucosio troppo basso. Si deve tener conto delle generali condizioni di salute dell’individuo, e dipende anche dalla presenza di altri sintomi.

Le cause

Cosa causa il disturbo che produce un livello troppo basso di glucosio nel sangue? Sebbene si tratti di un problema complesso, alcuni dei fattori determinanti sono stati identificati.

Uno di essi è l’ereditarietà. Alcuni nascono con la predisposizione all’ipoglicemia. Un altro fattore è l’ambiente, ciò che include le tensioni quotidiane e le pressioni a cui si è soggetti. Le tensioni e l’ansia eccessive possono indebolire la capacità di resistenza del corpo alle malattie. Reagendo, il corpo può produrre i sintomi dell’ipoglicemia nei periodi di notevole o prolungato stress o di turbamento emotivo.

Un terzo fattore è il tipo di alimentazione. Si ammette generalmente che gli elementi essenziali sono proteine, grassi, carboidrati, oltre a vitamine, minerali e acqua. Il nostro corpo è stato fatto dal Creatore per usare l’ampia varietà di cibi che si trovano sulla terra. Essi forniscono i materiali per la crescita e il rinnovamento del corpo, oltre al carburante per l’energia.

Tuttavia, negli ultimi decenni abbiamo visto un netto aumento nell’uso di alimenti poco o per nulla nutritivi, sebbene contengano calorie che possono far ingrassare. Inoltre, troppo zucchero e troppo amido, come nei dolci, possono far produrre al pancreas un’eccessiva quantità di insulina, ed essa a sua volta può far abbassare in modo anormale il tasso dello zucchero nel sangue. Possono allora manifestarsi i sintomi dell’ipoglicemia.

Per di più, l’accresciuto impiego di molti additivi sintetici, cioè sostanze chimiche per far durare i cibi più a lungo o per migliorarne il sapore, può essere uno dei fattori che favoriscono la malattia. Un altro elemento che influisce sulla nutrizione, e di cui si sa poco, sono le attuali tecniche agricole nelle quali si fa uso di insetticidi che non si possono eliminare dal cibo.

Quando i sintomi dell’ipoglicemia sono presenti e non si possono attribuire a una malattia specifica, si possono ridurre, o si può anche impedire che si ripetano, con un’alimentazione ben equilibrata, cioè con meno carboidrati e più proteine. Inoltre, alcuni sintomi si possono prevenire stando più attenti nel mangiare, cioè consumando cibi più nutrienti. Naturalmente, nelle società industrializzate tali cibi non si trovano sempre con facilità e a poco prezzo. Nondimeno, alcuni nutrizionisti danno i seguenti utili suggerimenti:

(1) Dov’è possibile, riducete il consumo di alimenti troppo lavorati, come lo zucchero raffinato e la farina bianca.

(2) Consumate cibi contenenti la minima quantità di additivi chimici, cioè di coloranti artificiali e sostanze conservanti.

(3) Se possibile, mangiate soprattutto cibi soggetti a deterioramento perché non sono stati trattati con sostanze conservanti, come ad esempio frutta e verdura fresca. (Naturalmente dovete mangiarli prima che si guastino!) E consumate un’ampia varietà di verdure, crude, o cotte in modo che conservino la maggior parte del nutrimento.

(4) Se usate alimenti congelati, non gettate via il liquido che si forma quando li sgelate, perché spesso ha valore nutritivo.

(5) Evitate il forte e regolare consumo di alimenti poco nutrienti, come dolciumi e bibite. Se possibile, sostituiteli con dolci naturali e succhi di frutta.

(6) Fate regolarmente dell’esercizio, tenendo conto dell’età e delle generali condizioni di salute.

Altre cause

Tuttavia ci sono altre cause dell’ipoglicemia che non dipendono da ereditarietà, ambiente, stress, incapacità del corpo di assimilare i carboidrati, o alimentazione scadente. Per esempio, un tumore al pancreas può fargli produrre troppa insulina, che, a sua volta, può far abbassare troppo il tasso dello zucchero nel sangue. Possono verificarsi disordini di questa natura anche se, a causa di malattia, c’è qualcosa che non va nel metabolismo. Questi tipi di ipoglicemia organica possono produrre attacchi ad esempio di notte o durante periodi di digiuno.

Un’altra causa può essere l’eccesso di alcolici. Chi beve troppo può ammalarsi di fegato, e quest’organo svolge una funzione importante nel metabolismo dei carboidrati. Inoltre, l’insorgere del diabete può avere come prima manifestazione l’ipoglicemia.

A volte, i sintomi di questo disturbo sono molto più leggeri. Allora è assai difficile, se non impossibile, scoprire la vera causa.

Dato che l’ipoglicemia ha molteplici manifestazioni, alcuni possono essere troppo pronti a definire ipoglicemia un disturbo di salute. E questo può accadere anche ad alcuni specialisti. Infatti, il dott. Sydney Walker della California dice in Psychology Today:

“La maggioranza degli specialisti in ipoglicemia si sforzano sinceramente di curare i loro pazienti nel migliore dei modi, ma quando si è specializzati nella cura di un disturbo, c’è il pericolo di vedere quel disturbo dappertutto.

“Come gli esperti in allergie cercano prima le allergie e gli psichiatri cercano le nevrosi, i medici che curano l’ipoglicemia sono spesso portati a trovare qualcosa che non va coi carboidrati, e si fermano lì”.

Quindi, usare buon senso nell’alimentazione, ridurre il più possibile le tensioni e i problemi emotivi, e seguire buoni consigli e cure mediche sono tutte cose che contribuiscono a prevenire o curare l’ipoglicemia.

Tuttavia si deve ricordare che in questo sistema di cose nulla può eliminare permanentemente le malattie o le loro cause. Per tale ragione è saggio non diventare fanatici riguardo alla salute o pensare che si possa trovare un rimedio per tutti i mali.

Sì, dobbiamo fare il possibile per evitare le malattie, e, se ci ammaliamo, per curarle. Ma solo i provvedimenti di Dio nel suo nuovo ordine elimineranno totalmente l’imperfezione umana con le malattie e la morte che l’accompagnano. Chi veramente desidera salute perfetta e lunga vita dovrebbe rivolgere i suoi principali sforzi all’acquisto di maggiore conoscenza circa quel nuovo ordine e ciò che Dio richiede per ottenere la vita in esso. — Riv. 21:5.

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