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  • Qual è la condizione dei morti?

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  • Qual è la condizione dei morti?
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Svegliatevi! 1981
g81 8/11 pp. 3-4

Vi siete mai chiesti

Qual è la condizione dei morti?

UNA DONNA sta piangendo presso la tomba del marito, rimasto ucciso in un incidente. È il 2 novembre, giorno in cui tutta la cristianità commemora i defunti. In questa occasione milioni di persone in tutto il mondo vanno al cimitero per addobbare con fiori e corone le tombe.

Qual è la ragione di tutto ciò? Molti credono che la loro presenza presso la tomba in quel giorno possa recare beneficio alle “anime” dei cari defunti. I cattolici credono di poter fare del bene alle anime che soffrono in “purgatorio” compiendo certe attività religiose e dicendo certe preghiere nel giorno dei morti. Secondo l’insegnamento cattolico, il purgatorio è un luogo di temporaneo castigo per purificare l’anima prima che le sia permesso accedere al cielo.

Pur non sostenendo la dottrina del purgatorio, anche alcune chiese protestanti celebrano il giorno dei morti. Il giorno prima, il 1º novembre, è il giorno di Ognissanti, e si celebra in onore delle anime dei “santi” che si ritiene siano già in cielo. E nei paesi anglosassoni anche il giorno prima, cioè il 31 ottobre, la vigilia di Ognissanti, è un giorno festivo.

Anche quest’ultima celebrazione, chiamata “Halloween”, ha a che fare con i morti. Nel calendario degli antichi celti, il 31 ottobre era l’ultimo dell’anno. I celti con i loro sacerdoti, i druidi, credevano che l’ultimo giorno dell’anno le anime dei morti vagassero sulla terra. Si pensava che cibi, bevande e sacrifici potessero placare queste anime vaganti. Quel giorno, inoltre, si accendevano falò per scacciare gli spiriti maligni.

Riguardo ai falò che si facevano in quel periodo dell’anno, il libro Curiosities of Popular Customs afferma: “Si facevano falò anche a ore e in luoghi diversi la notte di Ognissanti, che sarebbe la vigilia del giorno dei morti, e anche durante il giorno stesso dei morti, il 2 novembre. In questi casi i falò erano considerati simbolo di immortalità e si pensava fossero efficaci, almeno come segno esteriore e visibile, per liberare le anime [cioè aiutarle a liberarsi] dal purgatorio”.

Quale pensate che sia la condizione dei morti? Credete che le loro anime siano ancora vive in qualche reame invisibile, a godere o soffrire? Se non vengono placati con certi atti religiosi o sacrifici, possono i morti danneggiare i vivi sulla terra? Possono i vivi far del bene ai morti in qualche modo?

Forse vi sorprenderà sapere che la Bibbia non dice che gli uomini abbiano un’anima che alla morte si separa dal corpo. Vi si legge invece che “l’uomo divenne un’anima vivente”. (Gen. 2:7) L’anima è la persona intera, non una parte invisibile d’essa. Per cui quando la persona muore, l’anima muore. (Lev. 23:30; Num. 31:19; Ezec. 18:4, 20; Luca 6:9) In quanto alla condizione dei morti, la Bibbia la descrive come una condizione di assoluta incoscienza; infatti leggiamo: “In quanto ai morti, non sono consci di nulla”. — Eccl. 9:5; Sal. 146:3, 4.

Anche se i morti sono inconsci, c’è una meravigliosa speranza per loro. La Parola di Dio assicura che “vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. (Atti 24:15) Difficile da credere? In effetti le Scritture menzionano varie risurrezioni che sono già avvenute. Consideriamone tre compiute da Gesù Cristo. Della prima di esse leggiamo:

“Viaggiò verso una città chiamata Nain, e i suoi discepoli e una gran folla viaggiavano con lui. E come s’avvicinava alla porta della città, ecco, si portava fuori un morto, il figlio unigenito di sua madre. Inoltre, ella era vedova. Con lei era anche una considerevole folla della città. E quando il Signore la scorse, fu mosso a pietà per lei, e le disse: ‘Smetti di piangere’. E accostatosi toccò la bara, e i portatori si fermarono, ed egli disse: ‘Giovane, ti dico: Alzati!’ E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare, ed egli lo diede a sua madre. Ora il timore prese tutti, e glorificavano Dio, dicendo: ‘Un grande profeta è stato suscitato fra noi’, e: ‘Dio ha rivolto l’attenzione al suo popolo’. E questa notizia di lui si sparse in tutta la Giudea e in tutto il paese circostante”. — Luca 7:11-17.

La seconda risurrezione compiuta da Gesù, di cui abbiamo notizia, riguarda la figlia di Iairo, presidente di una sinagoga in Galilea. La ragazza era moribonda e Iairo implorò Gesù di entrare in casa sua per guarirla dalla malattia. (Luca 8:40-42) Il racconto biblico dice:

“Mentre [Gesù] parlava ancora, venne un rappresentante del presidente della sinagoga, dicendo: ‘Tua figlia è morta; non infastidire più il maestro’. Udito ciò, Gesù gli rispose: ‘Non aver timore, solo mostra fede, ed ella sarà salvata’. Quando fu giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con lui eccetto Pietro e Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della ragazza. Ma tutti piangevano e si percotevano con dolore per lei. Ed egli disse: ‘Smettete di piangere, poiché non è morta ma dorme’. Allora ridevano sprezzantemente di lui, perché sapevano che era morta. Ma presala per la mano, egli disse ad alta voce: ‘Ragazza, alzati!’ E lo spirito le tornò, e si alzò istantaneamente, ed egli ordinò che le si desse qualche cosa da mangiare. E i genitori di lei erano fuori di sé”. — Luca 8:49-56, Traduzione del Nuovo Mondo, ediz. inglese del 1971.

Gesù risuscitò entrambe queste persone poco dopo che erano morte, ma nel caso del suo amico Lazzaro di Betania, nei pressi di Gerusalemme, non avvenne la stessa cosa. Lazzaro era morto da quattro giorni ed era stato deposto in una tomba commemorativa. Il racconto del Vangelo di Giovanni dice:

“Gesù, gemendo di nuovo dentro di sé, venne alla tomba commemorativa. Era, infatti, una spelonca, e contro di essa era posta una pietra. Gesù disse: ‘Togliete la pietra’. Marta, la sorella del deceduto, gli disse: ‘Signore, ormai deve puzzare, poiché è morto da quattro giorni’. Gesù le disse: ‘Non ti ho detto che se credi vedrai la gloria di Dio?’ Perciò tolsero la pietra. Ora Gesù alzò gli occhi al cielo e disse: ‘Padre, ti ringrazio d’avermi ascoltato. Veramente, sapevo che tu m’ascolti sempre; ma ho parlato a motivo della folla che mi sta intorno, onde credano che tu mi hai mandato’. E dette queste cose, gridò ad alta voce: ‘Lazzaro, vieni fuori!’ L’uomo ch’era stato morto venne fuori con i piedi e le mani legati in bende, e il viso legato in un panno. Gesù disse loro: ‘Scioglietelo e lasciatelo andare’”. — Giov. 11:38-44.

Perciò, scritturalmente parlando, i morti sono semplicemente inconsci. Non godono né soffrono. Tuttavia le risurrezioni compiute da Gesù quando era sulla terra forniscono un valido motivo per aver fede nelle sue incoraggianti parole:

“Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di tutto ciò che egli mi ha dato ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Poiché questa è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio ed esercita fede in lui abbia vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. — Giov. 6:39, 40.

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