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  • g79 22/5 pp. 9-12
  • Ci sarà mai vera pace?

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  • Ci sarà mai vera pace?
  • Svegliatevi! 1979
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Svegliatevi! 1979
g79 22/5 pp. 9-12

Ci sarà mai vera pace?

LA RELIGIONE è spesso considerata la principale paladina della pace. Specie nel periodo natalizio le chiese rendono omaggio al bambino Gesù, il promesso “Principe della pace”. Negli ambienti religiosi del mondo viene ripetuto il racconto biblico degli angeli che appaiono ai pastori e dicono: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e sulla terra pace fra gli uomini di buona volontà”. — Luca 2:14.

Come sono belle queste parole nel nostro mondo minacciato dalla guerra, anzi, in molti luoghi, dilaniato dalla guerra! L’umanità brama vera pace. Pertanto la promessa della Bibbia, che l’umanità ‘non imparerà più la guerra’, tocca una corda sensibile nel cuore di molti. (Isa. 2:4) Ma si può sperare che le religioni del mondo promuovano tale pace ambita?

Cosa mostra la storia

Qual è la storia delle religioni del mondo? Sono state una forza che ha contribuito alla pace o hanno in effetti sostenuto la guerra? Cosa avveniva nei tempi antichi?

L’Encyclopædia of Religion and Ethics, a cura di James Hastings, osserva: “La religione egiziana non condannò mai la guerra. . . . In breve, ogni guerra era morale, ideale, soprannaturale e sanzionata da un precedente divino”. Dell’Assiria, W. B. Wright dice nel suo libro Ancient Cities: “Combattere era l’attività nazionale, e i sacerdoti erano continui fomentatori di guerre . . . questa schiatta di saccheggiatori era esageratamente religiosa”.

‘Ma questo avveniva molto tempo prima che Gesù introducesse il cristianesimo’, protesterà qualcuno. Ed è vero. I primi seguaci di Cristo non parteciparono alle guerre delle nazioni. Il libro Paganism to Christianity in the Roman Empire di W. W. Hyde osserva: “Nei primi tre secoli . . . i cristiani furono contrari a prestare servizio negli eserciti romani come assassini di professione. Questo spirito iniziale, comunque, gradualmente cambiò”. Sì, col tempo le chiese della cristianità non si attennero agli insegnamenti di Cristo. Lo storico cattolico E. E. Watkin ammette:

“Per quanto sia un’ammissione penosa, non possiamo nell’interesse di una falsa edificazione o di una disonesta lealtà negare o ignorare il fatto storico che i Vescovi hanno continuamente appoggiato tutte le guerre combattute dal governo del loro paese. Non conosco in effetti un solo caso in cui una gerarchia nazionale abbia condannato come ingiusta una guerra . . . Qualunque sia la teoria ufficiale, in pratica la massima seguita in tempo di guerra dai Vescovi cattolici è stata ‘il mio paese ha sempre ragione’”. — “Morals and Missiles”, a cura di Charles S. Thompson, pagg. 57, 58.

Allo stesso modo, il defunto Harry Emerson Fosdick, influente ecclesiastico protestante, ammise: “Abbiamo messo le bandiere di combattimento perfino nelle nostre chiese . . . Con un angolo della bocca abbiamo lodato il Principe della pace e con l’altro abbiamo esaltato la guerra”. Questo è avvenuto particolarmente nel recente passato quando, durante la seconda guerra mondiale, era divenuta popolare la canzone americana “Loda il Signore e passami le munizioni”. Ma qual era la situazione in Germania?

Friedrich Heer, professore cattolico di storia presso l’Università di Vienna, spiegò:

“Nella cruda realtà della storia tedesca, la Croce e la svastica furono associate sempre più strettamente, finché la svastica proclamò il messaggio della vittoria dai campanili delle cattedrali tedesche, bandiere con la svastica apparvero attorno agli altari e teologi, pastori, ecclesiastici e statisti cattolici e protestanti accolsero di buon grado l’alleanza con Hitler”. — “God’s First Love”, Friedrich Heer, pag. 247.

Alcuni anni prima, durante la prima guerra mondiale, si era verificata la stessa situazione: da ambo le parti le chiese avevano incoraggiato nel modo più energico gli sforzi bellici dei rispettivi paesi. L’illustre storico religioso Roland H. Bainton osserva nel suo libro Christian Attitudes Toward War and Peace:

“Gli ecclesiastici americani di tutte le fedi non erano mai stati così uniti fra loro e con lo spirito della nazione. Era una guerra santa. Gesù era vestito con l’abito color cachi e rappresentato mentre puntava la canna di un fucile. I tedeschi erano unni. Ucciderli significava purificare la terra dai mostri.

I fatti sono troppo evidenti perché si possano negare. La religione non ha contribuito alla pace. Invece ha sostenuto, a volte anche incoraggiato, la guerra. Questo può dirsi ancor oggi. L’articolo GUERRE RELIGIOSE, UNO ZELO SANGUINARIO, pubblicato in un recente numero della rivista Time, faceva notare quanto segue:

“Le scene sono macabre. Immagini religiose ornano veicoli e cannoni mentre i soldati cristiani, alcuni dei quali portano la croce al collo, prendono d’assalto i capisaldi musulmani. I soldati musulmani, a loro volta, spogliano o mutilano i corpi dei soldati cristiani morti, li legano alle macchine e li trascinano per le strade. Nella spietata guerra del Libano, la religione è una presenza tangibile. . . .

“Combattimenti e uccisioni sotto il vessillo religioso proseguono con violenta persistenza in altre parti del mondo. Protestanti e cattolici romani nell’Ulster si uccidono in una specie di inutile moto perpetuo. Arabi e israeliani stanno tesi sull’orlo di una disputa territoriale, culturale e religiosa. Nelle Filippine, i separatisti musulmani sono in rivolta contro una maggioranza cristiana. Cristiani ortodossi greco-ciprioti fronteggiano musulmani turco-ciprioti separati da una inquieta linea di tregua. Il Pakistan si separò dall’India perché i musulmani temevano il dominio di una maggioranza indù”. — 12 luglio 1976.

Ciò che Cristo deve pensare

Cosa supponete che pensi Gesù Cristo, il Principe della pace, di queste religioni, specie di quelle che asseriscono di rappresentarlo? Non se ne compiace certo! Egli pensava senz’altro a tale ipocrisia religiosa quando disse: “Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. — Matt. 7:21.

Nel periodo natalizio, per esempio, le chiese onorano con le labbra Gesù, il Principe della pace. Dicono di celebrarne il genetliaco. Si cantano begli inni e per celebrare l’avvenimento vengono rappresentate scene della natività preparate ad arte. Ma poi normalmente i celebranti si abbandonano a sfrenata baldoria, ubriachezza e condotta immorale. Cosa celebrano in realtà?

“La festa del Natale è la revisione cristiana del giorno romano del solstizio invernale”, spiega l’Encyclopædia Britannica. Le festività romane di dicembre erano spaventosamente licenziose, e l’attribuire loro il nome di Cristo non cambiò la situazione. Il libro Curiosities of Popular Customs di W. S. Walsh dice: “È quasi incredibile com’erano sfrenati nei tempi antichi i bagordi del periodo natalizio. Oscenità, ubriachezza, bestemmia, nulla era fuori luogo. La licenza era portata all’estremo limite della licenziosità”.

Quando le chiese abbinano il nome di Cristo a tali licenziosi festeggiamenti, immaginate come deve dispiacersene Cristo! Ma considerate come la celebrazione natalizia mina, in modo più sottile, la posizione di Cristo quale Principe della pace.

Un bambino o un re al potere?

Nel periodo natalizio, le chiese come raffigurano Gesù? Non lo rappresentano forse come un bambino in una mangiatoia? Di conseguenza, molti sembrano pensare a Gesù solo in questi termini, come un bambino bisognoso di cure. Ma è questa un’immagine esatta della posizione di Cristo?

Niente affatto! Cristo è un principe, Figlio dell’Onnipotente Re, Geova Dio. Tuttavia è più che un principino. Ha ricevuto dominio e autorità. L’antica profezia biblica prediceva: “Il dominio principesco sarà sulle sue spalle. E il suo nome si chiamerà . . . Principe della pace”. (Isa. 9:6) Per adempiere questa profezia, dopo la sua morte sulla terra Gesù fu destato alla vita celeste e fu infine intronizzato da Dio come re nei cieli.

Quindi Cristo non somiglia più in nessun modo a un bambino in una mangiatoia. È il re intronizzato da Dio! Com’è dunque fuori luogo rivolgere la principale attenzione a lui come bambino! In questo modo perderemmo di vista lo scopo del suo ruolo in relazione all’attuale situazione mondiale, in cui c’è urgente bisogno di pace. E qual è il ruolo di Cristo?

Egli è il Governante che Dio ha costituito per portare la pace sulla terra. Ma questo non avverrà come molti possono attendersi. Aprite la Bibbia in Rivelazione capitolo 19 e leggete i versetti da 11 a 16. È indispensabile capire la posizione di Cristo com’è descritta lì, come un potente governante alla testa delle forze angeliche di Dio. Notate che la scrittura dice che Cristo, “La Parola di Dio”, ‘pascerà le nazioni con una verga di ferro’, togliendole di mezzo per far posto al divino governo della pace.

È così dunque che verrà la vera pace. Non mediante gli sforzi degli uomini: sono completamente falliti. Ma verrà per mezzo del governo del regno di Dio. Ora viviamo nel tempo in cui si adempirà questa profezia della Bibbia: “Ai giorni di quei re l’Iddio del cielo stabilirà un regno che non sarà mai ridotto in rovina. E il regno stesso . . . stritolerà tutti questi regni e porrà loro fine, ed esso stesso starà a tempi indefiniti”. — Dan. 2:44.

Tempo di decidere

Essendo predetta la distruzione di tutti i governi attuali, e delle religioni che li sostengono, è indispensabile esaminare la propria situazione. Gesù disse: “Il mio regno non fa parte di questo mondo”, e disse pure dei suoi veri seguaci: “Essi non sono parte del mondo”. (Giov. 18:36; 17:16) La vostra religione si attiene a queste dichiarazioni di Gesù? C’è una religione che lo fa. Additandola, la pubblicazione cattolica Messaggero di Sant’Antonio (edizione inglese) del maggio 1973 osservava:

“I testimoni di Geova sono al di fuori dell’‘istituzione’ e non accettano nessuna responsabilità di benedire qualsiasi cosa il governo secolare decida di fare. Migliaia di brave persone ritengono che tale distacco dagli interessi politici ed economici sia più vicino allo spirito del Nuovo Testamento che non le attuali intese, talvolta comode, fra Chiesa e stato. Un’associazione troppo stretta fra questo e quella soffoca la voce della Chiesa e trasforma sacerdoti e ministri in una ‘claque’ spirituale. Le chiese cristiane danno spesso l’impressione d’essere disposte a benedire qualsiasi guerra o impresa i capi dello stato decidano di intraprendere”.

È chiaro che i testimoni di Geova sono diversi dalle chiese e dalle religioni del mondo. Per ottenere vera pace hanno riposto la propria fiducia e la propria speranza non nei governi degli uomini, ma nel dominio del Principe della pace, Gesù Cristo. Se convenite che la violenza non ha senso, e volete vivere sulla terra quando la pace sarà universale, mettetevi in contatto con i testimoni di Geova. Saranno lieti di aiutarvi a sapere di più in merito a come la vera pace diverrà presto realtà sotto il dominio del regno di Dio.

“O Dio, dà le tue proprie decisioni giudiziarie al re, e la tua giustizia al figlio del re. Germoglierà ai suoi giorni il giusto, e l’abbondanza di pace finché non ci sia più la luna. Ed egli avrà sudditi da mare a mare e dal Fiume alle estremità della terra”. — Sal. 72:1, 7, 8.

[Immagini a pagina 11]

Cos’è Gesù secondo voi: un re al potere o un bambinello?

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