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  • Prove convincenti fornite dal ragionamento logico
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Svegliatevi! 1979
g79 8/6 pp. 4-7

Prove convincenti fornite dal ragionamento logico

PER convincerci di qualcosa, abbiamo bisogno di prove o evidenze ben fondate. “La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono”, dichiarò un ispirato scrittore della Bibbia. — Ebr. 11:1, versione della C.E.I.

Nel greco originale, la parola tradotta “prova” significa “ciò mediante cui una cosa è provata o esaminata”. Questo termine fu usato da scrittori contemporanei non biblici in riferimento alle prove nei processi. Certo, questo avrebbe coinvolto più che i sentimenti. Chi andrebbe in tribunale a dire: “Ho la sensazione” che l’imputato abbia fatto questo o quello? No, dovreste presentare delle prove, e prove convincenti.

Quindi abbiamo bisogno di fatti. Sì, che prova o evidenza c’è che Dio esiste sicuramente?

Logica scientifica

“Dal nulla non viene nulla” è un assioma scientifico e logico. Matematicamente, zero per mille fa sempre zero! Anche un bambino lo capisce. Se prende il salvadanaio, non ci mette soldi e lo nasconde, e se nessuno lo tocca per giorni, sia pure per mesi, cosa ci trova quando lo tira fuori? Ancora niente soldi. La materia non compare o non viene all’esistenza spontaneamente.

Tuttavia nei cieli stellati c’è un’infinità di oggetti materiali. Da dove vengono tutti questi? È logico che non avrebbero potuto venire dal nulla. Quindi dev’essere sempre esistito qualcosa da cui avrebbero potuto venire all’esistenza tutte queste cose. Quel “qualcosa” dev’essere eterno.

Nel 1977 il cosmologo Jayant Narlikar disse che la domanda più fondamentale della cosmologia (lo studio dell’origine e dello sviluppo dell’universo) è questa: “Dove ebbe origine in primo luogo la materia che vediamo intorno a noi?” E paragonando l’universo nella sua fase iniziale a un “uovo cosmico” ben compatto che sarebbe esploso, il biochimico Isaac Asimov dice: “Gli astronomi non possono fare a meno di chiedere: Cosa accadde prima dell’uovo cosmico? Da dove venne?”

Cercando di dimostrare che le stelle ebbero origine da dense nuvole di polvere, l’astronomo Fred Hoyle giunse a un altro punto morto. Disse: “Entrambi questi elementi [che formano la polvere] sono prodotti nelle stelle . . . Ma come accadde, se le stelle non possono esistere se prima non esiste la polvere? Cosa venne prima: l’uovo o la gallina?”

La stragrande maggioranza degli scienziati è d’accordo con l’astrofisico ceco Josip Kleczek, che disse in The Universe: “La maggioranza e forse tutte le particelle elementari si possono creare con la materializzazione dell’energia”. Quindi fece riferimento alla famosa formula di Einstein, E=mc2 (energia uguale a massa per la velocità della luce al quadrato), che mostra che la materia può essere prodotta da un’enorme fonte di energia. Scientificamente, quindi, è possibile che la materia venga creata da una fonte di “alta energia”. “Ma”, disse con rammarico un illustre fisico, “non sappiamo da dove sia venuta l’energia”.

Quale conclusione logica possiamo dunque trarre? Questa: Che quell’eterno “qualcosa” da cui ebbe origine l’universo materiale dev’essere stata una fonte di “alta energia”. Questa conclusione è confermata dal “Principio di conservazione della massa e dell’energia”, ben comprovato, secondo cui l’energia–massa non può essere né creata né distrutta, ma semplicemente convertita dall’una all’altra. Quindi, la scienza riconosce che da un’eterna fonte di energia si può ottenere l’universo materiale.

Causa prima: vivente o non vivente?

Ora vi preghiamo di considerare queste domande fondamentali: Questa originale fonte eterna di energia era una persona vivente e intelligente? O era qualcosa di inanimato, di non vivente? Sorse l’universo da movimenti puramente meccanici e fisici indipendenti da una guida cosciente e intelligente?

Gli scienziati, esaminando attentamente l’universo, notano una precisione simile a quella di una macchina. I corpi celesti seguono leggi così precise che gli scienziati possono predire con anni di anticipo vari fenomeni celesti. Inoltre, alcuni dei nostri orologi più accurati sono regolati secondo le stelle.

Si osservano anche aggregati di materia molto organizzati. Questo può dirsi specialmente dei complessi sistemi che formano gli organismi viventi. Perfino i “mattoni da costruzione” della vita, le molecole proteiche, rivelano che gli atomi sono disposti in modo straordinariamente complesso.

Come sorsero tutta questa precisione e questa complessità? Sono forse il risultato del “cieco caso” che ha operato nel corso di miliardi e miliardi d’anni?

Alcuni eminenti scienziati hanno avanzato l’ipotesi che se a un gruppo di scimmie fosse concesso un tempo sufficientemente lungo per battere sui tasti di una macchina da scrivere, col tempo — forse miliardi di anni — produrrebbero, per puro caso, un libro come Guerra e pace di Tolstoj. Quindi, stando al ragionamento degli scienziati, se gli si concedesse abbastanza tempo, questo mondo complesso sarebbe gradualmente prodotto dal semplice caso.

Ma un altro ricercatore ha detto: “Ci sarebbe bisogno di qualcuno che si accorgesse di quando [le scimmie] hanno finito il lavoro. . . . e il tempo impiegato dalle scimmie dipenderebbe da come esattamente verrebbe fatta la scelta”. Sì, una persona intelligente che conoscesse il contenuto del libro dovrebbe scegliere ciò che le scimmie producono e metterlo in ordine per ottenere il capolavoro. Senza un “selettore”, le scimmie non produrrebbero mai il libro. Tutt’al più, il loro lavoro produrrebbe un miscuglio di lettere dell’alfabeto o semplici righe di parole sconnesse o parziali.

Il “cieco caso”, dice il libro The Life Puzzle (L’enigma della vita), “è un tipo creativo. . . . Tuttavia, è molto limitato. Può produrre con estrema facilità bassi livelli di organizzazione . . . ma diventa subito molto incompetente man mano che aumenta l’organizzazione. E la lunga attesa, o l’impiego di molte risorse materiali non è, come abbiamo visto, di grande aiuto”.

Anche i ragazzi sanno che quando si gioca con le “costruzioni” non si può costruire una “casa” semplicemente gettando in aria i pezzi, con la speranza che per caso formino una “casa”. È vero che, gettandoli in aria, due o tre pezzi possono finire uno sull’altro. Ma che probabilità c’è che venga costruita una “casa” organizzata? Infatti, se il bambino non bada ai pochi pezzi che per caso sono finiti uno sull’altro, potrebbero crollare al successivo lancio. Qualcuno deve sostenere i pezzi per produrre una “casa” organizzata e complessa.

Perciò, dalle loro stesse osservazioni, gli scienziati sono stati costretti a escludere che il “cieco caso” sia il fattore responsabile dell’alto grado di organizzazione evidente sulla terra e nell’universo.

Nel 1859 Charles Darwin propose la “selezione naturale” come fattore “selettivo” che poteva organizzare i risultati prodotti dal cieco caso e mettere ordine nel caos. Si crede che la selezione naturale sia un processo mediante cui solo i progetti od organismi (piante e animali) “giusti” (idonei) specialmente adatti all’ambiente sopravvivano, e, quindi, trasmettano alla progenie il progetto “giusto”, “evolvendosi” gradualmente in forme di vita più complesse.

Tuttavia, dopo aver descritto le molte condizioni eccezionali che permettono l’esistenza della vita sulla terra, C. F. A. Pantin, già professore di zoologia all’Università di Cambridge (Inghilterra), ammise che “l’effetto della selezione naturale non spiega tutte le caratteristiche speciali del mondo naturale”.

Che tipo di “caratteristiche speciali”? Lo zoologo W. H. Thorpe definisce una certa caratteristica “uno dei più sorprendenti e inquietanti colpi alla teoria evoluzionistica in tempi recenti”. È l’incredibile complessità del gene, l’unità microscopica all’interno della cellula vivente a determinare ciò che quella particolare pianta o quel particolare animale diverrà. I geni sono davvero complicati! Come computer in miniatura, immagazzinano informazioni e danno istruzioni alla cellula. Se tutte queste informazioni fossero scritte in caratteri normali, riempirebbero un’enciclopedia di circa 1.000 volumi!

Che probabilità ci sarebbero che un complicato gene avesse avuto origine mediante la selezione naturale attraverso “mutazioni accidentali” nel corso di miliardi d’anni? “Le probabilità che una vera e propria molecola di DNA sia stata prodotta in questo tempo sono quindi ancora inimmaginabilmente piccole (10−415)”, scrive il biologo Frank B. Salisbury nel periodico scientifico Nature. “Inimmaginabilmente piccole”! Una probabilità su 1 seguito da 415 zeri!

Sebbene Salisbury creda che l’evoluzione abbia avuto luogo mediante la selezione naturale, nondimeno l’impossibilità che una tal cosa sia accaduta lo ha portato a questa conclusione: “La creazione speciale o un’evoluzione guidata risolverebbe il problema della complessità del gene”.

Qualche forza intelligente deve aver ‘guidato’ la costruzione di tale complessa molecola. Non avrebbe potuto svilupparsi mediante il semplice caso e neppure mediante la “selezione naturale”. La materia priva di vita, come atomi e molecole, non si organizza.

“Sappiamo pure che la più fondamentale caratteristica della vita è che può invertire l’entropia [la tendenza dei sistemi altamente organizzati a divenire meno organizzati], cioè può ristabilire l’ordine in contrasto con la tendenza della materia priva di vita a ridurre l’ordine (o accrescere l’entropia; vale a dire che i sassi tendono a rotolare giù, non a salire su)”, scrive il libro The Riflexive Universe (L’universo riflessivo).

Che cosa ci dice tutto questo? Che un’originale Fonte di Energia doveva essere in vita per stabilire come usare l’energia a sua disposizione per creare l’universo naturale intorno a noi.

La logica scientifica ci porta alla stessa conclusione anticipata oltre 2.700 anni fa dalla Bibbia con questa dichiarazione scientificamente accurata: “Alzate gli occhi in alto e vedete. Chi ha creato queste cose? Colui che ne fa uscire l’esercito perfino a numero . . . A motivo dell’abbondanza dell’energia dinamica, essendo egli anche vigoroso in potenza, non ne manca nessuna”. — Isa. 40:26.

[Diagramma/Immagini a pagina 5]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

COMPUTER

GENE

Il gene — l’unità microscopica all’interno della cellula vivente — determina ciò che quella particolare pianta o animale sarà. I geni sono come computer in miniatura; immagazzinano informazioni e danno istruzioni alla cellula.

CELLULA

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