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  • g79 22/8 pp. 27-28
  • Sposarsi “solo nel Signore”: È importante?

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  • Sposarsi “solo nel Signore”: È importante?
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Svegliatevi! 1979
g79 22/8 pp. 27-28

Ciò che dice la Bibbia

Sposarsi “solo nel Signore”: È importante?

“SI VIOLA un comando di Geova sposando qualcuno che non è un vero cristiano?” Il 1º ottobre 1978, una donna nubile scrisse ponendo questa domanda, domanda che molti si sono posti.

Una ragione per cui era perplessa era che conosceva alcuni cristiani che avevano scelto di sposare dei non credenti. Tuttavia essa conosceva anche ciò che scrisse l’apostolo Paolo in 1 Corinti 7:39. Lì egli fa commenti in merito a una donna cristiana (sebbene valgano anche per l’uomo) il cui coniuge è morto. La morte pone fine al contratto matrimoniale. (Rom. 7:2) Quindi Paolo dice che il superstite è libero di risposarsi. Il versetto termina dicendo: “Ella è libera di sposare chi vuole, solo nel Signore”. (1 Cor. 7:39) Perciò non è “libera” di sposarsi con qualcuno al di fuori del Signore.

Le parole “solo nel Signore” devono essere considerate un semplice consiglio umano e personale di un cristiano maturo, Paolo? O è una norma ispirata che Dio ha stabilita per i suoi servitori? Infatti alcuni chiedono: ‘Il fatto di andare deliberatamente contro questo consiglio è motivo di espulsione dalla congregazione, come indica la Bibbia che avviene con gli adulteri, gli idolatri o gli omosessuali impenitenti?’ — 1 Cor. 5:11-13; 6:9, 10.

Il giusto punto di vista

Altre parti della Parola di Dio ci aiutano ad avere il giusto punto di vista della limitazione indicata in 1 Corinti 7:39. Per esempio, ricordate ciò che fece Abraamo per scegliere una moglie per Isacco. Abraamo e la sua famiglia abitavano in Canaan, circondati da adoratori di falsi dèi. Dove poteva trovare una moglie per suo figlio? La cosa più conveniente poteva essere quella di scegliere una cananea con buone qualità e di vedute abbastanza larghe da permettere che gli eventuali figli fossero allevati come adoratori di Geova. Tuttavia Abraamo si rifiutò di far questo, poiché sarebbe equivalso a essere sleale a Geova. Piuttosto, nonostante la fatica extra che richiese, fu cercata una moglie per Isacco fra i parenti di Abraamo in un paese lontano. Perché? Perché quei parenti riconoscevano il vero Dio. — Gen. 24:1-67; confronta 26:34, 35; 28:6-9.

In un periodo successivo, quando Dio diede la sua legge a Israele, i suoi servitori ricevettero l’avvertimento: “Non devi formare nessuna alleanza matrimoniale con [le nazioni di Canaan]. Non devi dare tua figlia a suo figlio, e non devi prendere sua figlia per tuo figlio”. Perché no? “Poiché farà allontanare tuo figlio dal seguire me, e per certo serviranno altri dèi”. — Deut. 7:2-4; Eso. 34:14-16.

Ma che dire se qualcuno sposava uno che praticava la falsa adorazione? La Legge non comandava di uccidere l’israelita. Non era come con la legge sull’adulterio: “Nel caso in cui un uomo sia trovato a giacere con una donna posseduta da un proprietario, entrambi devono quindi morire insieme . . . Così devi togliere ciò che è male da Israele”. (Deut. 22:22) Allo stesso modo, chi praticava l’idolatria e l’omosessualità doveva essere giustiziato. (Eso. 22:20; Lev. 20:13) Il fatto che non c’era una tale pena per chi sposava un non credente significava forse che la cosa era poco importante? No! L’avvertimento dato da Dio era preciso e ce n’era buona ragione: affinché il credente non fosse allontanato dal seguire Geova.

Ribadendo il fatto che questo avvertimento divino non era troppo severo, la Bibbia ci narra quanto accadde a Salomone. Pur avendo ricevuto sapienza da Dio, Salomone prese stoltamente delle mogli straniere. Col passar degli anni esse allontanarono il suo cuore da Geova e lo fecero volgere a dèi stranieri. Forse Salomone pensò: ‘Oh, so quello che faccio. Non lascerò mai Geova’. Ma lo lasciò. — 1 Re 11:1-6.

Quando i giudei tornati dalla cattività babilonese si presero delle mogli straniere, sia Esdra che Neemia li condannarono con vigore. Esdra disse che avevano “agito con infedeltà” e si erano attirati la “colpa”; dovevano ripudiare le mogli pagane. E Neemia, citando il cattivo esempio di Salomone, disse che i giudei che avevano sposato tali non credenti “[commettevano] tutto questo gran male nell’agire con infedeltà contro il nostro Dio”. — Esd. 10:10-14; Nee. 13:23-27.

Queste informazioni delle Scritture Ebraiche dovrebbero farci capire come la congregazione cristiana e noi personalmente dovremmo considerare la cosa.

Le Scritture Cristiane menzionano alcuni gravi peccati per cui un malfattore impenitente potrebbe essere espulso dalla congregazione. No, non essendo lapidato come nell’antico Israele, ma essendo disassociato. Fra questi peccati ci sono fornicazione, idolatria, adulterio, furto, ubriachezza ed estorsione. Il fatto che un cristiano sposi un non credente non è indicato come motivo di disassociazione, come un israelita non doveva per questo essere stroncato nell’antichità. Ma come abbiamo visto chiaramente, tale condotta era senz’altro errata in Israele. Era infedeltà, slealtà all’Iddio d’Israele. Quindi le parole di Paolo di sposare “solo nel Signore” non si possono respingere come semplice opinione di un uomo. In effetti fanno seguito ai consigli generali della Parola di Dio sul soggetto. E ora fanno parte delle Scritture ispirate che sono utili “per correggere, per disciplinare nella giustizia”. — 2 Tim. 3:16.

Essendo imperfetti, tutti noi manchiamo ogni giorno di seguire così strettamente come vorremmo i saggi e amorevoli consigli di Dio. Quindi, forse per involontari contatti al lavoro o a scuola, alcuni cristiani si lasciano coinvolgere sentimentalmente con dei non credenti. Questo è specialmente pericoloso quando non sembra che ci siano compagni adatti fra i cristiani. Ma quando l’affetto per un non credente diventa forte, un cuore ingannevole può indurre a credere che sia impossibile cancellare tale affetto. (Ger. 17:9; Prov. 28:26) Uno potrebbe pensare: ‘Alcuni che diventarono cristiani nel primo secolo avevano coniugi non credenti. È evidente che quei cristiani rimasero fedeli, sperando anche che il loro coniuge divenisse credente. Quindi se ci sposiamo, forse anche il mio coniuge diventerà credente’. — 1 Cor. 7:12-16.

Ma anche se alcuni coniugi non credenti hanno accettato il cristianesimo, riteniamo onestamente che il consiglio di Dio sia errato? Ne sappiamo più di Geova? Innumerevoli esempi dal tempo di Salomone al nostro confermano la saggezza dell’avvertimento di Dio: il non credente può allontanare il coniuge da Geova. E anche se non lo induce a servire un falso dio, ma ne risultano solo continui contrasti e dispiaceri perché impedisce al cristiano di praticare con tutto il cuore la vera adorazione, non è meglio evitare di mettersi in questa situazione?

La speranza di tutti i cristiani maturi è che quelli che hanno sposato dei non credenti siano aiutati a non abbandonare Geova. (Gal. 6:1, 2) Tuttavia, in quanto a coloro che vogliono sposarsi, quanto è meglio comprendere che il consiglio di Dio di sposarsi “solo nel Signore” è molto importante, e contribuisce di più a ottenere la felicità e la benedizione di Dio. Ogni cristiano devoto che veramente accetta questo consiglio considererebbe la possibilità di sposare solo uno che ha già dato prova d’essere un devoto servitore di Geova.

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