BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g79 22/10 pp. 13-16
  • L’incantevole bellezza della Great Rift Valley

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • L’incantevole bellezza della Great Rift Valley
  • Svegliatevi! 1979
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Dall’Asia all’Oceano Indiano
  • Spettacolare e grandiosa
  • Estremità settentrionale del Rift
  • Continua nel mare e poi in Africa
  • Rami dell’est africano
  • La Great Rift Valley
    Svegliatevi! 1997
  • Studio numero 1: Una visita alla Terra Promessa
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
  • Palestina
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Araba
    Ausiliario per capire la Bibbia
Altro
Svegliatevi! 1979
g79 22/10 pp. 13-16

L’incantevole bellezza della Great Rift Valley

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nel Kenya

LA FACCIA della terra presenta una “cicatrice” che è stata fotografata dal veicolo spaziale Apollo 17, da un’altezza di 145.000 chilometri. Ha un’estensione di 9.700 chilometri e varia in ampiezza da 8 a 80 chilometri, ma non è affatto una fossa ininterrotta. Le ispezioni geologiche rivelano che è complessa e dendritica, avente cioè molteplici ramificazioni. Fu senz’altro prodotta da tremende forze che contorsero la crosta terrestre, dando luogo a immensi sprofondamenti e producendo per nostra delizia e meraviglia alcuni dei panorami più belli e più grandiosi del pianeta. È la Great Rift Valley.

Solo nella seconda metà del XIX secolo, quando si cominciò a esplorare l’Africa orientale e centrale, si poté capire appieno questa meraviglia geologica. Dopo una visita all’Africa orientale nel 1893, J. W. Gregory, uno scozzese, riferì ai suoi colleghi geologi: “Per questo tipo di valle suggerisco il nome di Rift Valley, usando il termine rift nel senso di uno spazio relativamente stretto formatosi in seguito ad abbassamento (sprofondamento o assestamento) attraverso fratture parallele. Tali valli sono note in molte parti del mondo, ma quella dell’Africa orientale può essere semplicemente chiamata Great Rift Valley”.

Dall’Asia all’Oceano Indiano

La parte dell’Africa orientale è, di questa faglia geologica, la sezione che si può considerare più incantevole. Il fenomeno comincia a manifestarsi fra i monti del Libano e dell’Antilibano e continua verso sud attraverso la depressione della valle del Giordano, inclusi il Mar di Galilea, il Mar Morto e il golfo di ‘Aqaba. Prosegue attraverso il Mar Rosso e continua in Africa, in Etiopia, dal lato opposto alla confluenza del golfo di Aden e del Mar Rosso. In Kenya, Uganda e Tanzania la Rift Valley si fa più complessa man mano che si avvicina all’equatore. Il ramo occidentale del Rift, più largo, segue i laghi Mobutu (già Alberto), Idi Amin (già Edoardo), Kivu, Tanganica e Rukwa attraverso Uganda, Zaire, Ruanda, Burundi e Tanzania. Il ramo orientale segue la linea dei laghi Zuai, Sciala, Abaya, Turkana (già Rodolfo), Baringo, Nakuru, Naivasha, Natron ed Eyasi attraverso Etiopia, Kenya e Tanzania. Pertanto il lago Vittoria è sfiorato da ambo i lati, e i rami della depressione si uniscono nella Tanzania meridionale. Il Rift prosegue di qui attraverso il lago Malawi, il Mozambico e di là fino all’Oceano Indiano.

Potenti forze hanno prodotto questa gigantesca spaccatura abbellendola in certi punti con sublimi vette ammantate di neve. Come prova che nella Rift Valley dell’Africa orientale si scatenarono violente forze sotterranee, dalle sponde del Mar Rosso in Etiopia ai monti Meru (4.566 metri) e Kilimanjaro (5.895 metri) in Tanzania troviamo una trentina di vulcani attivi o semiattivi.

Spettacolare e grandiosa

La mia famiglia ed io vedemmo per la prima volta la Great Rift Valley nella sua punta più meridionale. Durante un’escursione sui monti Inyanga nella Rhodesia nordorientale raggiungemmo un punto in cima a uno strapiombo di oltre 600 metri da cui si poteva vedere il fondo della valle sottostante. In un’altra occasione, trovandoci all’estremità settentrionale del Rift, prendemmo la strada che da Beirut porta a Baalbek in Libano. Da un’altitudine di 1.370 metri sulla catena del Libano guardammo attraverso la pianura di Bekáa fino ai monti dell’Antilibano, un’altra maestosa veduta della Rift Valley.

Per ammirare la bellezza e la grandiosità del paesaggio nella Rift Valley, non c’è nulla di meglio della strada che da Nairobi conduce a Nakuru nel Kenya. Poco prima di scendere a valle con una serie di curve a gomito si può ammirare un’ampia pianura gialla che si stende da nord a sud fin dove arriva l’occhio, e delimitata a est e a ovest da pareti quasi verticali. In questa parte della valle ci sono parecchi laghi, fra cui il Naivasha e il Nakuru, che abbelliscono il Rift con la migliore avifauna del mondo.

Estremità settentrionale del Rift

In un viaggio immaginario, percorriamo la Great Rift Valley da nord a sud. Benché notevolmente più stretta, la fossa in cui si trovano la valle del Giordano e del Mar Morto non ha nulla da invidiare in quanto a singolari caratteristiche e bellezza. Era un paese situato in questa zona quello che la Bibbia, in Deuteronomio 8:7-9, descrive come segue: “Geova tuo Dio sta per introdurti in un buon paese, un paese di valli del torrente d’acqua, di sorgenti e d’acque dell’abisso che scaturiscono nella pianura della valle e nella regione montagnosa, un paese di frumento e orzo e viti e fichi e melograni, un paese di ulivi da olio e di miele, un paese nel quale non mangerai il pane con scarsità, nel quale non ti mancherà nulla”. Il bel monte Hermon (2.700 metri) domina come una sentinella questa valle. Scorrendo attraverso il Rift, il fiume Giordano attraversa il Mar di Galilea e sfocia nel Mar Morto, il punto più basso della terra. Qui la superficie dell’acqua è a 394 metri sotto il livello del Mar Mediterraneo. L’acqua del Mar Morto è costituita per il 25 per cento circa di solidi, soprattutto sale comune.

Il lato orientale del Rift, che si stende dal monte Hermon attraverso la regione dello Jebel Druze, è costituito da una lunga fila di cime vulcaniche, crateri estinti e grandi colate laviche che nel punto più alto superano i 900 metri, testimonianza di antiche eruzioni. In questo paese biblico, i terremoti e l’attività vulcanica non sono stati infrequenti. In Palestina ci sono stati forti terremoti ogni 50 anni circa, e le scosse minori sono più frequenti. È così che nascono le rift valley.

Continua nel mare e poi in Africa

Continuando attraverso la depressione del Mar Rosso, la Rift Valley entra in una zona insolita per i suoi aspetti geologici ed ecologici. Questo mare ha una salinità superiore a qualsiasi altra parte degli oceani, e in contrasto con le acque fredde che si trovano nelle profondità di quasi tutti gli oceani, le sue acque possono raggiungere temperature di 59 gradi centigradi in fondo ai vulcani. È una fossa dalle pareti scoscese profonda nella linea mediana quasi due chilometri e mezzo, per tutta la lunghezza. La profusione di coralli vari e la ricchezza della vita marina ne fanno uno dei più affascinanti “acquari” della terra.

Ora il sistema della Rift Valley si sposta sul continente, passando approssimativamente tra Massaua, porto etiope sul Mar Rosso, e un punto della Somalia, a sud-est di Gibuti. Qui, nel punto più largo, entra subito nella depressione di Danakil, situata 120 metri al di sotto del livello del mare. Questa regione è costellata da una serie di 14 vulcani attivi o semiattivi, come prova che violente forze sotterranee sono ancora in atto in questa gigantesca fenditura. Nella zona troviamo il lago di Karum con le sue colonne di sale e i laghetti multicolori che circondano il monte Dallol, conferendo alla regione un aspetto preistorico e singolare bellezza. Il giacimento di salmarino del lago Karum ha uno spessore di 1.128 metri e nelle rocce superficiali della depressione di Danakil le temperature raggiungono niente meno che i 160 gradi centigradi.

Rami dell’est africano

Il sottile orlo della valle si riduce ora ad appena 50 chilometri di larghezza, e tale rimane in tutto il sistema del Rift nell’Africa orientale. Dopo i vulcani del Danakil, la Rift Valley ci offre un altro spettacolo, una serie di laghi belli e tranquilli, dallo Zuai al Chew Bahir (già Stefania). Uno di questi, il lago Sciala, che prende nome dalla parola della popolazione galla (od oromo) per “pellicano”, solo in anni recenti ha svelato perché i pellicani si riproducono qui a migliaia quando questo lago contiene pochi pesci adatti per l’alimentazione dei pellicani. Questi bei volatori, a quanto si sa ora, viaggiano nelle correnti termiche sopra i monti fino al lago Abiata, che brulica di tilapia (un pesce), tornando entro 24 ore con le provviste per sfamare i loro piccoli nell’isolamento del lago Sciala. Il remoto lago Turkana (già Rodolfo), chiamato a volte Mar di Giada, abbellisce la valle che ora esce dall’Etiopia ed entra nel Kenya, ed è qui che diventano evidenti il ramo orientale e quello occidentale.

La Great Rift Valley ha quelle particolarità che ne fanno una delle rotte per la migrazione degli uccelli più trafficate del mondo. Alcuni dei molti bei laghi che scintillano sotto il sole d’Africa sono laghi d’acqua dolce, come i laghi Zuai, Awasa, Naivasha e Baringo. Altri contengono solo una minima quantità di soda, quindi sono tutti ottimi posti dove gli uccelli possono fermarsi a bere durante le migrazioni. Le pareti torreggianti e ripide della Rift Valley offrono centinaia di migliaia di chilometri di correnti termiche ascendenti utilizzate nel volo da aquile, falchi e cicogne. Uccelli più piccoli come rondini e culbianchi attraversano in volo il Rift durante il viaggio verso l’Europa e la Russia.

I grandi laghi Magadi e Natron, a elevatissimo contenuto di soda, costituiscono uno dei misteri della Rift Valley dell’Africa orientale. Si pensa che la quantità apparentemente senza fine di soda sia il prodotto delle viscere calde del Rift. Un altro mistero è la fonte dell’acqua poiché non ne risulta la presenza in vicinanza dei laghi, ma il sistema idraulico sotterraneo è straordinariamente potente. Data l’inospitale natura dei bassifondi del lago Natron, appena 25 anni fa ci si è resi conto che esso è il luogo dove si riproduce quasi tutta la numerosa popolazione di fenicotteri dell’Africa orientale.

La sezione occidentale del Rift dell’est africano è notevolmente contrassegnata da laghi più grandi, Mobutu (Alberto), Idi Amin (Edoardo), Kivu e Tanganica, tutti sullo sfondo di un paesaggio pittoresco con maestosi rilievi che si ergono ripidamente superando i 1.600 metri di altezza. Il lago Tanganica è il secondo del mondo per profondità, 1.500 metri. Su questo ramo del Rift, la catena del Ruwenzori (i leggendari monti della Luna) ha vette superiori ai 5.100 metri rispetto al fondo della valle.

A questo punto il ramo orientale e quello occidentale della fossa apparentemente si uniscono di nuovo e il bel lago Malawi è una delle sue maggiori caratteristiche, mentre si allunga attraverso il Mozambico e sbocca nell’Oceano Indiano.

Sebbene in termini di formazione e di tempo lo sviluppo della Great Rift Valley non sia interamente compreso dai geologi, queste parole ispirate della Bibbia ne spiegano l’origine: “I monti ascendevano, le pianure delle valli scendevano — al luogo che hai fondato per loro”. Solo un amorevole Creatore poteva trasformare una simile “cicatrice” in un luogo d’incantevole bellezza. — Sal. 104:8.

[Cartina a pagina 15]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Sistema della Great Rift Valley

TURCHIA

LIBANO

SIRIA

IRAN

ARABIA SAUDITA

Gibuti

AFRICA

SUDAN

ETIOPIA

L. Sciala

SOMALIA

KENYA

L. Victoria

L. Natron

REP. DELLO ZAIRE

L. Mobutu

L. Idi Amin

L. Kivu

TANZANIA

L. Tanganica

ZAMBIA

MOZAMBICO

L. Malawi

RHODESIA

REP. SUDAFRICANA

OCEANO INDIANO

OCEANO ATLANTICO

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi